ho imparato…

non è farina del mio sacco…ma un invito a scuola che ho trovato…e completato:
Ho imparato… che la miglior aula del mondo è ai piedi di una persona anziana.
Ho imparato… che quando sei innamorato, si vede.
Ho imparato… che appena una persona mi dice, “Mi hai reso felice!”, mi rende felice.
Ho imparato… che avere un bambino addormentato fra le braccia è una delle cose del mondo che più rendono sereni.
Ho imparato… che essere gentili è più importante dell’aver ragione.
Ho imparato… che non bisognerebbe mai dire no ad un dono fatto da un bambino.
Ho imparato… che posso sempre pregare per qualcuno, quando non ho la forza di aiutarlo in qualche altro modo.
Ho imparato… che non importa quanto la vita richieda che tu sia serio….. ognuno ha bisogno di un amico con cui divertirsi.
Ho imparato… che talvolta tutto ciò di cui uno ha bisogno è una mano da tenere ed un cuore da capire.
Ho imparato… che la vita è come un rotolo di carta igienica….. più ti avvicini alla fine, più velocemente va via.
Ho imparato… che dovremmo essere contenti per il fatto che Dio non ci dà tutto quel che gli chiediamo.
Ho imparato… che i soldi non possono acquistare la classe.
Ho imparato… che sono i piccoli avvenimenti giornalieri a fare la vita così spettacolare.
Ho imparato… che sotto il duro guscio di ognuno c’è qualcuno che vuole essere apprezzato e amato.
Ho imparato… che il Signore non ha fatto tutto ciò in un giorno solo. Cosa mi fa pensare che io potrei?
Ho imparato… che quando progetti di prenderti la rivincita su qualcuno, stai solo facendo in modoche quella persona continui a ferirti.
Ho imparato… che l’amore, non il tempo, guarisce tutte le ferite.
Ho imparato… che per me il modo più semplice di crescere come persona è circondarmi di gente più abile di me.
Ho imparato… che ogni persona che incontri merita d’essere salutata con un sorriso.
Ho imparato… che non c’é niente di più dolce che dormire coi tuoi bambini e sentire il loro respiro sulle tue guance.
Ho imparato… che nessuno è perfetto, fino a quando non te ne innamori.
Ho imparato… che la vita é dura, ma io sono più duro.
Ho imparato… che le opportunità non si perdono mai, qualcuno sfrutterà quelle che hai perso tu.
Ho imparato… che se dai rifugio all’amarezza, la felicità attraccherà da qualche altra parte.
Ho imparato… che desidererei aver detto una volta in più a mio padre che lo amavo, prima che se ne andasse.
Ho imparato… che ognuno dovrebbe rendere le proprie parole soffici e tenere, perché domani potrebbe doverle mangiare.
Ho imparato… che un sorriso è un modo non costoso di valorizzare i tuoi sguardi.
Ho imparato… che non posso scegliere come sentirmi, ma posso scegliere cosa farci.
Ho imparato… che quando tuo nipote neonato tiene il tuo mignolo nel suo piccolo pugno, sei agganciato per tutta la vita.
Ho imparato… che chiunque vuole vivere sulla vetta della montagna, ma tutta la felicità e la crescita si trovano mentre la si scala.
Ho imparato… che è meglio dare consigli in due sole circostanze : quando sono richiesti e quando c’è pericolo di morte.

(u n c)ha imparato ad apprezzare tutte le cose della vita, a godere della gioia ricordando il dolore, ad apprezzare ogni singolo istante in cui qualcuno la considera un essere umano, perché ha imparato che non è scontato che tutti lo pensino; ha imparato che il mondo è ingiusto, ma non per questo deve amarlo di meno perché cè sempre chi subisce ingiustizie più grandi e le sopporta con forza, rassegnazione o coraggio e quindi deve combattere sia per se stessa che per chi non ne ha forza e mezzi; ha imparato che si può desiderare di morire talvoltama lamore per la vita stessa, che come un boomerang ritorna da dove lhai donato, sia essere umano, vegetale o animale o oggetto pieno di ricordi ti circonda dandoti coraggio per non arrenderti e sopportare il dolore di vivere; ha imparato che se non si arrende alle difficoltà che trova sul cammino verso ciò che ritiene giusto allora magari ci metterà molto tempo, pagherà un prezzo molto alto, ma ne uscirà migliore di prima perché non si è lasciata sconfiggere; ha imparato che per quanto si possa cambiarein realtà è sempre la stessa di primauna nessuna e centomila; ha imparato lamore..lamore che urla di dolore o che si piega silenzioso nel dolore ed ha imparato che crede nellamore che si muove dal cuore, che ti esce dalle mani, che cammina sotto i tuoi piedi, lamore misterioso anche dei cani e degli altri fratelli animali, delle piante che sembra che ti sorridano quando ti chini per portarle via, lamore silenzioso dei pesci che ci aspettano nel mare
ma soprattutto ha imparato che ha ancora mille e mille e mille e mille altre cose da imparare e mille e mille e mille e mille cose apprese deve trasmetterle agli altri, affinché il mondo sia un meraviglioso luogo pieno di amore, dove dare e ricevere, dove tutti scambiano le loro umane esperienze di errori o verità, sconfitte o vittorie per diventare un pochino migliori di ieri.

passerotto

23 sett 2003

passerotto con le piume bagnate di piombo fuso
talvolta spicca il volo
libra nell’aria sotto i raggi del sole
le piume calde d’amore sognato

talvolta il peso di lacrime trattenute
non gli permette di innalzarsi…
e il freddo del cuore non riscaldato
da sorrisi e parole a vuoto attese
lo lega alla terra

è solo un passerotto…non puo’ sfogarsi nel bel canto
è solo un passerotto…non può gloriarsi di piume splendenti
è solo un passerotto…non puo’ ammirare le vette più alte e più pure
è solo un passerotto…i suoi occhi non hanno vista acuta,
è solo un passerotto…il suo becco non è robusto
è solo un passerotto…e vorrebbe solo amore, briciole d’amore
per scaldare l’inverno per lui troppo freddo

nessuno nota il suo dolore,
nessuno nota un passerotto.
Solo quando nei suoi momenti d’estate vola allegro
bimbi dal cuore puro gli sorridono.

appunti rubati nella solitudine

Vorrei sussurrarti “buonanotte amore” mentre l’ultimo pensiero del giorno svanisce nella tua mente per lasciar posto ad un sereno riposo.

Mi domando se è ironia della vita o sono una persona strana…un specie di Pierrot.
Cuore spezzato, una lacrima sempre pronta a sgorgare calda e liberatoria e …follia…ironia…gioco o abilità nel nascondere il dolore.
ok…avro’ anche delle discrete capacità di ripresa…ma insomma…
talvolta trovo assurdo che poi…io sia la stessa persona che alcuni cercano perchè sono “simpatica” divertente…li faccio ridere …ma io chi sono?
Sono le 100.000 sfumature del grigio, del rosso, del verde, dell’azzurro, del giallo, del rosa alla faccia di tutti coloro che credono che sia possibile catalogare tutto o bianco o nero.( detto tra noi, qualche volta mi trovo ad invidiarli…e’ tutto molto più semplice)
Sarebbe bello poter dire con certezza questa faccenda è così o cosà, ma che?
IO comincio a valutare tutti i più minuscoli ed insignificanti dettagli, smembro ogni vicenda in microscopiche particelle per pensare, ragionare, ponderare, valutare e poi???
La decisione, la scelta, la risposta la da’ il mio cuore…lui…che paziente ascolta tutto quello che la mia testolina gli suggerisce e poi? fa’ come gli pare.
Lessi che il cuore è una forza dirompente e creativa che dobbiamo imparare a dirigere, ma come si fa’? dove lo insegnano? nel mio cuore…regna l’anarchia.
cmq…oggi di piangere in metro’ di fronte a tutti quegli sconosciuti..cavoli…me lo potevo pure risparmiare, tanto…siamo tutti bravi a rimanere stupiti leggendo che ingiustizia, debolezza e solitudine hanno ucciso Pantani…ma dei piccoli Pantani che abbiamo accanto non se ne accorge nessuno.

finalmente sola!!….finalmente sola???ma che dico?

finalmente sola…dopo tanto tempo…sola è un modo di dire in questo frangente, perchè tra le mura che mi proteggono dal mondo di fuori ci sono anche loro di là che stanno dormendo.
Sola….in una visione dall’esterno…ma dentro di me che succede?
Dentro di me…la solitudine c’è sempre; è diventata la compagna sgradita della mia anima, come se lei…la solitudine…non avesse altri a cui dare fastidio.
e dire che la combatto in ogni modo…cerco in ogni istante di cacciarla da me, ma lei no…tenace, come mollo un attimo…eccola là che sogghigna…”pensavi di esserti liberata di me”, mi sembra quasi si sentirla sorridere dei miei tentativi di scacciarla, mentre lei è aggrappata al mio stomaco, ai miei polmoni, alla mia testa, al nucleo della mia esistenza.Solitudine dell’anima ma non di fatto.
In pratica mi sento una carcerata…prigioniera di una persona che mi tiene in gabbia e neppure si rende conto di quanto (ma quanto…) vorrei evadere, sempre con la presenza di persone che non vorrei frequentare nella misura che la vita mi impone e cerco la solitudine “vera”..non avere nessuno intorno, desiderando di essere io…io sola a guardare il cielo e respirare l’aria come se mi avessero concesso la grazia dopo aver vissuto nell’ultimo miglio per due anni…e d’improvviso una porta si apre e puoi uscire.
D’altra parte la solitudine interiore…quella non visibile dal di fuori, non reale, ma che ti rosicchia piano piano paventandoti il vuoto che crea piano piano …ti fa’ sentire come se stessi affogando e nuoti più forte che puoi per tornare in superficie, ma gli sforzi sono inutili, perchè non ne conosco con esattezza la fonte..non so’ precisamente da dove viene questo tarlo che rosicchia le mie fondamenta…o forse lo so’..ma non ho forza sufficiente per combatterlo il che è uguale.
Una volta lessi ” cio’ che ci rende unici è anche ciò che inevitabilmente ci condanna alla solitudine” . Io non sono unica al mondo con i miei pensieri…ma…mi riesce difficile comunicare il mio vero modo d’essere al mio prossimo più prossimo…quindi il non essere compresa, mi porta a sentirmi infinitamente sola e nello stesso tempo desiderare la solitudine…che confusione!!!
Quindi..mi trovo ad essere assente anche se sono con tanta gente o anche in uno spazio di pochi metri con poche persone che potrebbero anche essere fantasmi innocui…tanto solo lontani da te milioni di miglia, o meglio…sono io che come mi dicono…me ne vado.Il mio corpo è là, la mente … si mette a chiedersi perchè invece mi sento sola.
Sento le loro voci, percepisco la loro presenza accanto a me..ma l’anima…l’anima vuole altro.
Cosa vuole? Vuole crescere, allargare i suoi orizzonti, vuole espandersi in libertà come un gabbiano che si libra sopra il mare d’inverno.
Ma…mi domando….la mia solitudine non nascerà dal fatto che sono io che non riesco a farmi compagnia da sola?perchè io non mi basto? da dove esce questo senso di vuoto, questo baratro che mi pare mi inghiotta da un momento all’altro se per un istante non parlo con qualcuno che mi dia una sensazione di “calore vero”?
Alla faccia del famoso “conosci te stesso”…qui ci vorrebbe una piantina dettagliata, una bussola, un navigatore satellitare e chi più ne ha più ne metta…altrimenti io mi perdo dentro.

Riferimenti: lost in my soul

“il colore del grano”

tratto da “Il piccolo principe” scritto da Antoine de Saint-Exupéry

“…in quel momento apparve la volpe: “Buon giorno”. “Buon giorno” disse gentilmente il piccolo
principe voltandosi: ma non vide nessuno. “Sono qui”, disse la voce, “…sotto il melo”. “Chi sei?”
chiese il piccolo principe, “Sono una volpe”, disse la volpe.
“Vieni a giocare con me?”, le propose il piccolo principe “sono così triste…”. “Non posso giocare con te”, disse la volpe, “non sono addomesticata”. “Ah, scusa!”, fece il piccolo principe. “Che
cosa vuol dire addomesticare?”
“E’ una cosa da molto dimenticata. Vuol dire creare dei legami”. “Creare di legami?”. “Certo”,
disse la volpe, “tu, fino ad ora, per me non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me
unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo. (…) Se tu mi addomestichi la mia vita sarà come illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo mi farà uscire dalla tana come una musica. E poi guarda!
Vedi laggiù in fondo dei campi di grano? Io non mangio il pane, e per me il grano è inutile. I campi di grano non mi ricordano nulla. E questo è triste! Ma tu hai i capelli color dell’oro. Allora sarà meraviglioso quando mi avrai addomesticato. Il grano che è dorato, mi farà pensare a te. E
amerò il rumore del vento nel grano…”
La volpe tacque e guardò a lungo il piccolo principe: “Per favore … addomesticami”, disse.
“Volentieri, che bisogna fare?”, domandò il piccolo principe. “Bisogna essere molto pazienti”, rispose la volpe. “In principio tu ti siederai un po’ lontano da me, così, nell’erba. Io ti guarderò con la coda dell’occhio e tu non dirai nulla. Le parole sono una fonte di malintesi. Ma ogni giorno
tu potrai sederti un po’ più vicino…”.
Il piccolo principe ritornò l’indomani. “Sarebbe stato meglio ritornare alla stessa ora”, disse la volpe. “Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincio ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non
saprò mai a che ora prepararmi il cuore… ci vogliono i riti”. “Che cos’è un rito?”, disse il piccolo principe. “Anche questa è una cosa da tempo dimenticata”, disse la volpe.”E’ quello che fa un giorno diverso dagli altri giorni, un’ora dalle altre ore” (…)
Così il piccolo principe addomesticò la volpe … E quando l’ora della partenza del piccolo principe fu vicina:
“Ah!”, disse la volpe, “… piangerò”.

“La colpa è tua”, disse il piccolo principe, “io non ti volevo far del male, ma tu hai voluto che ti
addomesticassi e che diventassimo amici…”.

“E’ vero”, disse la volpe.

“Ma sapevi che avresti pianto!”, disse il piccolo principe.

“Certo”, disse la volpe.

“Ma allora che ci guadagni?”

“Ci guadagno”, disse la volpe, “il colore del grano”.

Io ….sapevo che avrei pianto…ma con te ho guadagnato molto più che il colore del grano…sono diventata qualcosa degno di definirsi essere umano, hai preso il mio cuore e l’hai fatto diventare immenso…con il dolore, la gioia, ……

Riferimenti: amare vuol dire lasciar liberi di fare.

una giornata che pesa tantissimo….

oggi ho già postato..ma è l’ennesima giornata storta quella in cui vorresti sentire calore umano…vero…tanto.
vorrei che qualcuno ascoltasse tutto quello che voglio dire…anche tutte le cose stupide, le follie, vorrei avere la certezza che importi a qualcuno…
tornare bambina..avere qualcuno che mi prenda per mano e mi ripeta cio? che devo imparare?ripassare?fare una talea della mia anima e come un tenero virgulto allevarla di nuovo?ricominciare come se fossi una nuova pianticella che deve nascere in altro terreno?in un altro posto a condizioni mutate?io ma non più io,.la mia vita che non è la mia vita, il mio ambiente che non è il mio ambiente e riadattarmi al tutto per ritrovare armonia.ricominciare?rinascere?che fantastica storia è la vita ?quando pensi che sia finita è proprio allora che comincia la salita.Vorrei chiudermi in me stessa?introspezione..implodere.
Penso alle cose che vorrei dire al mondo..ma al mondo che gliene frega di me? Quindi..perché tediare gli altri con i miei pensieri? Li metto nel blog?come diceva Electric sheep?per tutti quelli che per svariati motivi leggono i post (che lui genericamente definiva fancazzisti)?ma non è detto..magari c?è chi cerca qualcosa?cerca in ogni dove, quindi anche qui.
Come è possibile far convivere le 100.000 persone che esistono in ciascuno di noi?non farle scontrare nell?unico corpo che abbiamo ma che vorrebbe seguire le varie anime?
Quella ligia al lavoro?(tanto perchè ora dovrei lavorare…)
Quella che cerca l?amore
Quella che tiene all?amicizia
Quella che vuole l?amore
Quella che ha le sue passioni
Quella che deve soddisfare i bisogni primari?
Siamo cipolle?con un nucleo?e se il nucleo è un insieme di ?quanti??e ci sfugge l?ordine?chi ci puo’ rimettere in ordine?…meglio rifare tutto che cercare di rimettere in fila…o no?

centomila

altro che lavorare…la testa è piena
di altri pensieri…mannaggia a me.
Ho milioni di cose da fare…ma….
“…ove tende il vagar mio breve, il tuo corso immortale?”
che fai tu luna in ciel…che fai silenziosa luna
sorgi la sera e vai..contemplando i deserti…ecc..ecc…
è parte di una poesia meravigliosa…Canto notturno di un pastore errante
nell’asia.
è un pensiero che ricorre frequente nella mia mente…
lavorare…affannarsi…ma che senso ha?…chi è l’uomo, per quale motivo
un giorno siamo nati…per cosa..con quale compito, con quale ruolo, a che
fine?
c’è un disegno che non comprendiamo…o siamo affidati al caso?
perchè la mia vita è iniziata in un modo e poi…si è stravolta? chi
tira i fili di tutto?
vorrei non pensare…vorrei essere spettatrice di me stessa per un tempo
indefinito…come se potessi sdoppiarmi e vedermi da fuori….e consigliarmi con saggezza.
vorrei ritrovare le certezze, le cose in cui credere…cio’ che credevo
importante e lottare per questo senza dubbio alcuno.
bhe’….meglio non pensarci, meglio riprendere a correre…così neanche
vediamo dove stiamo andando…senza dolore…senza accorgerci se cadendo
ci facciamo male…dobbiamo solo correre…per cosa? non lo so’…beato
chi lo fa’ per una macchina o per una pelliccia o per qualcosa di tangibile…ha speranza di riuscire a realizzare i suoi sogni.

avrei voglia di…..

Vorrei essere un salice piangente
sentire attraverso le radici il palpito della terra
indignata per lo scempio che sta’ subendo innocente, impotente.

Vorrei spogliarmi di questa umanità
che non comprendo più, alla quale non so’ se credere?

Vorrei potermi svegliare una mattina
potendo dire: avevo ragione?l’amore esiste e regola il mondo.

Vorrei non avere occhi per vedere che mi sono sbagliata,
il grigio che copre l’oro, i topazi e i rubini del cielo nell’ora del tramonto.

Vorrei non avere labbra per dire: “avevate ragione, conta solo l’interesse
essere veri e avere un cuore che batte anche per gli altri è fuori moda?”

Vorrei non avere orecchie per non sentire lamenti,
pianti di bimbi soli e madri che piangono figli caduti per avidità e rabbia.

Vorrei poter dipingere l’Urlo?un urlo doloroso..un urlo silenzioso contro
l’iniquità, l’egoismo?

Vorrei essere nube, vento, raggio di sole.
Vorrei essere foglia, radice, tronco, erba di prato bagnata dalla pioggia,
Vorrei essere onda, schiuma del mare, conchiglia e corallo.

un’altra sconfitta

..ho perso di nuovo…ti ho mandato l’ennesimo ultimo sms…ma…non ho resistito e un minuto fa’ ho riprovato a chiamarti.
stavo male senza sentirti…sto’ male ora che ho provato a chiamare ed ho sentito la solita vocina…l’utente non è attualmente disponibile…ecc..ecc…
Perchè mi sono ridotta in questo modo? dove è andata la me stessa forte, quella che sapeva reagire…quella che tu dicesti ti interessava perchè ti dava l’idea di una con “la palle”?
semplice…l’hai distrutta.
Leggo con invidia le pagine di amori finiti e dei quali restano bei ricordi, certezze di sentimenti ricambiati anche se conclusi…perchè è normale che tutto abbia una fine. Ma e’ lacerante la mia fine…la fine di cosa? Lo dicevi anche tu..cosa siamo io e te? Non esiste qualcosa che possa descrivere il nostro rapporto…è qualcosa che fuoriesce dai canoni normali…qualcosa forse di malato…o che cmq è divenuto tale perchè mi sta’ lacerando come un tumore che ti mangia piano piano.
forse è finita…ma mi viene da ridere…era finita anche a novembre di un anno e mezzo fa’…era finita un’infinità di volte…ma come hai detto tu…ci siamo fatti tanto male e poi…rieccoci qui…qualcosa ci sarà che ci tiene ancora uniti..ma cosa?