sognare…cercando l’onda perfetta

parlare di sogni…si puo’ fare in tanti modi e tante sono le cose da dire…da dirmi, per non dimenticare i miei pensieri di “oggi”.
cominciamo con il brano che segue:

– Nelle acque blu dell’oceano un branco di delfini si prepara alla pesca quotidiana. Uno di loro si allontana per giocare con le onde della barriera corallina. E’ Daniel Alexander Dolphin, il grande sognatore.
(…) Tuffo dopo tuffo, Daniel Alexander Dolphin impara ad ascoltare quella voce che solo lui sente e quando arriva il momento, il suo momento, non ha dubbi.
Qualcosa al di là della barriera corallina – il limite delle acque sicure per tutti i delfini del suo atollo – lo attende invitandolo al salto che cambierà per sempre la sua vita. Preso il largo con slancio, scoprirà cose che non si vedono con gli occhi ma con il cuore.(…)
Creature sconosciute, messaggere di sublime saggezza, lo guideranno all’appuntamento con l’onda perfetta. (…)
“Chi sei?” domandò senza indugio. “Sono uno squalo e tu non dovresti rivolgermi la parola. Noi, i delfini ce li mangiamo. DOvresti aver paura di me”.
“Non ho paura di quello che non conosco” gli rispose Daniel. Lo squalo esitò: nessun delfino gli aveva mai risposto così. “Bè, dovresti stare attento, così, in mare aperto…” riprese lo squalo più incuriosito che irritato. “Dov’è il resto del tuo branco?” “Probabilmente stanno pescando, ben protetti nella laguna”, rispose Daniel.
“Che cosa ci fai qui tutto solo, lontano dagli altri tuoi simili?”
“Seguo il mio sogno. Stò cercando l’onda perfetta.”

da: Il delfino. I sentieri del sogno che portano alla verità.
di Sergio Bambarèn

parlando allo specchio:
..carissima me… come Daniel ti sei avventurata oltre la laguna …
quando hai sentito dentro di te una voce che ti invitava a scoprire un altro mondo del quale intuivi l’esistenza,
– hai incontrato gli squali che non ti hanno mangiato…ma hai vissuto esperienze che ti hanno segnato,
– hai visto un mondo che non si vede con gli occhi..ma con il cuore,
ed hai iniziato un cammino che ha cambiato la tua vita,
– non ti ha mai fatto paura chi non conosci,…
ti pongo la domanda che spesso ti confonde e ti turba: ancora ci credi nell’onda perfetta?
forse no….una delle centomila “te stessa” sente che non c’è quello che cerchi, ma non per questo hai smesso di cercarla.
Confusione, certezza e incertezza si fondono in un tutt’uno.
e allora…parlando di sogni…forse
“se c’è chi li vende è perchè c’è chi li vuol comprare”
“chi li regala come dono di una parte di se stessi perchè il sogno è parte integrante di lui..lo aiuta a sopravvivere in un mondo sterile e forse ostile”
“chi si approfitta di anime assetate di sogni e confeziona il prodotto giusto solo per entrare in un cuore,…”
poi…
chi vende a chi? Siamo vasi comunicanti..oggi io condivido con te i miei sogni, domani tu li condividerai con chi vorrai, li darai come lascito a chi ne avrà bisogno.
fortunato colui che trova nel mondo ciò di cui ha bisogno…o che non si è ancora reso conto di ciò che gli manca…non cercherà i sogni, il suo presente si basterà.
ma mi permetto di dire il mio pensiero di “oggi” sperando di non cambiarlo, di non dimenticarlo..uno scambio di sogni è comunque un arricchimento costante?si entra in una dimensione forse surreale, ma caspita…quanti colori, quanti odori, quante sensazioni il sogno puo’ donarci.
si…poi ci si sveglia…ed al risveglio possiamo soffrire.
Ma mi hanno detto che è nel dolore che si cresce.
Ogni tappa di sviluppo della nostra vita è stata contrassegnata dal dolore.
Quando non abbiamo più preso il latte al seno materno ma abbiamo dovuto faticare per apprendere a mangiare..abbiamo sofferto..ma era inevitabile per crescere.
Quando non potevamo stare a casa a giocare, e ci hanno portato a scuola con tutto cio’ che comporta…abbiamo sofferto, ma non sapremmo ciò che sappiamo senza quel dolore.
e così via….il dolore ci rende più “umani”, gli errori ci rendono più “umani”
così si cresce, così si evolve. Amiamoci e lasciamoci liberi di sbagliare e soffrire, domani saremo più grandi di come lo eravamo ieri…il nostro cuore sarà più grande di ieri.
– amare è lasciar liberi di fare – anche a noi stessi se ne abbiamo bisogno
amare è volere che l’altro cresca, si realizzi?nel modo che è più idoneo a lui. Talvolta vorremmo impedire che chi ci è caro soffra…ma ci è impossibile – forse per fortuna.
Non potremo evitare dolore ai nostri figli, no…non potremo, ma possiamo insegnare loro che devono rispettare il dolore, il proprio e quello degli altri.
si…ultimo sogno, il più grande: un mondo dove tutti rispettino tutti gli altri, rispettino la vita in tutte le sue forme.
solo un sogno??….ditemi dove trovare l’onda perfetta…e navighero’ per ogni mare.

come puo’ un ansiolitico….?

come puo’ un ansiolitico calmare una madre che ha appena perso una figlia di cinque mesi? …miracoli della biochimica direte voi…perchè non ci puo’ essere altra spiegazione.
Ieri sera ho accompagnato mia madre al pronto soccorso…un vivo dolore al piede che le impediva di camminare, meglio farsi vedere.
Siamo arrivate verso le 19.00..situazione abbastanza tranquilla per quel pronto soccorso, che di solito raccoglie un via-vai di autombulanze…finchè si è sentito una serie di grida laceranti…arrabbiate, gonfie di dolore.
RIDATEMI MIA FIGLIA…RIDATEMI MIA FIGLIA…RIDATEMI MIA FIGLIA…
parole ripetute ossessivamente tra i singhiozzi da una donna giovanissima.
….la sua piccina di quasi 5 mesi aveva smesso di respirare dentro il suo lettino…nel sonno…forse un rigurgito…forse…
la corsa all’ospedale…tenendo in braccio un corpicino inerme…inerte.
Aveva cercato di risvegliarla, mi sembra di immaginare la scena,..prima ti domandi come mai è insolitamente tranquilla e non si sveglia per la solita poppata e con dolcezza magari scosti il lenzuolino ma non hai segni di vita, nessun movimento.
allora…la tocchi con energia, con vigore, come per scuoterla da un torpore ingiustificato… e poi…-nulla-
l’idea comincia a farsi strada dentro di te…dentro una madre che non puo’ accettare con il cuore cio’ che la testa comincia a comprendere
mi sembra di vederla …prenderla tra le braccia con rabbia per non riuscire ad accettare quel “vuoto” quell’ “assenza di vita”
– era – non è più –
nel pronto soccorso è sceso un silenzio innaturale…non si sentivano più le lamentele per questo o quel dolore…tutti hanno chinato il capo di fronte al dolore più grande che un essere vivente possa provare, la perdita del suo domani.
per chi stà scrivendo…un figlio è molto di più.
è un regalo che si fanno reciprocamente due persone che si amano per vedere in quel piccolo esserino tutto cio’ che amiamo della persona che abbiamo scelto come compagno/a di vita.
vorremmo che avesse i suoi occhi, i suoi capelli, la sua simpatia…il suo “non so’ che” che ci ha fatto pensare che fosse proprio lui l’altra metà della mela, l’altra metà del cielo.
(e sorvoliamo su tutte le motivazioni antropologiche, legate alla nostra “animalità”, che spingono gli esseri viventi a procreare…motivazioni non meno naturali, valide ed importanti di quelle dettate dall’anima)
quando un infermiere è venuto da lei…e le ha dato il verdetto definitivo, quella sentenza di divieto a tornare nel mondo dei vivi per quella piccola bimba…il dolore è dilagato in tutta la stanza.
A lei hanno dato un ansiolitico..e noi…chi cercava conforto negli occhi degli altri…chi elevava una preghiera al cielo…chi è uscito fuori forse per non far vedere una lacrima che scendeva, e tutti…tutti ci domandavamo perchè.
perchè era accaduto.
perchè….?
io non ho mai avuto risposta a questa domanda, ma in questo momento nella mia testa pulsa il ricordo di una frase attribuita a Jim Morrison:
non dobbiamo volere una vita ricca di giorni, ma giorni ricchi di vita.
Non neghiamoci di amare, non neghiamoci di soffrire, di gioire, di piangere e di ridere…mai.
…e quando ci capiterà – se ci capiterà – di essere distrutti dal dolore…forse un ansiolitico impedirà al nostro cuore di spaccarsi in mille pezzi.

ieri…oggi…

stamattina…una bella giornata.
se ripenso a ieri…mamma mia quanti brividi.
una giornata così era un buon mesetto che non la passavo, invece mi ha riportato in mente cosa provavo.
bella scena…una domenica pomeriggio…loro sono usciti per andare a giocare, io a letto…depressa…mi sentivo male…debolissima…freddo addosso…e le lacrime che non vedevano l’ora di scendere.
Due pensieri in fila nella stessa direzione e come se avessi varcato le porte del tempo…rieccolo lì il dolore.
Lo sapevo che c’era…non mi ero mai illusa che fosse passato, ma sentirlo tornare a galla con tutta la sua potenza, mi ha quasi spaventato.
….perchè oggi sto’ meglio? un pensiero positivo…uno dei pensieri positivi che viene a salvarmi quando tutto diventa nero e basterebbe nulla per farti dire: stop, basta, sono stanca – fermate il mondo, voglio scendere.
Mi sono detta…perchè combatto questo sentimento? perchè quasi sembra che me ne debba vergognare?
Ho amato…semplicemente questo, forse il mio amore era mal riposto…ma cosa ci fa’ dire questo? quando amiamo..la persona è sempre quella giusta, anche se ci lascia distrutti in mille piccolissimi pezzettini.
l’amore è arrivato da solo..non l’ho chiesto…e da solo se ne deve andare.
Ho provato di tutto per smettere di amarlo…di tutto.
Niente…niente da fare. Questo sentimento è la’…più cerco di spingerlo a fondo…più risale a galla.
L’unica cosa che mi resta da fare è godere del calore che mi dà pensare che lo amo ancora, anche se lui mi fa’ del male forse involontariamente.
Quante volte mi hai detto basta, consapevole della mia sofferenza, ma come puoi vedere…non è servito a nulla.
Non ti ho mai avuto, non ti avro’ mai…ma non è un buon motivo per non amarti.

….stelle comete che non torneranno ….

…..un’altra stella è andata via….un altro astro del mio cielo si è spento!
….forse esagero…ma non credo.
In fondo cosa sono le stelle se non qualcosa che quando alziamo gli occhi al cielo siamo sicuri di trovare per parlarci anche se non ci rispondono, per farci illuminare, per chiedergli consiglio, ispirare sogni ad occhi aperti e donarci un attimo di fuga dal nostro presente?
e allora….chi sono queste stelle spente nel mio cielo? …dei blog…
blog di stelle che avevo imparato a cercare nel cielo stellato e brillante di mille e mille facelle…ma erano stelle comete…non lo sapevo.
il primo che se ne è andato…(chissà chi se ne ricorda…) è stato Electric Sheep…impossibile dimenticare il suo addio al blog…mi dispiacque immensamente e ne fui immensamente felice al tempo stesso: aveva trovato la forza di trovare se stesso (nel bene e nel male) nel mondo “vero”
….quanto mi manca leggerlo…tanto tanto…era un’anima tormentata ma bella…spero che stia bene.
poi….fu la volta di Dorian…stupendo blog…lo seguivo con ammirazione per un amore che dura oltre ogni limite…ed anche lui…pochi mesi…intensi…sofferti…per poi giungere alla determinazione che non c’era motivo per portare avanti cio’ che provava per il “suo amore”, la “sua Gioia”…
ultima uscita…una stella.
quanto mi trovavo nelle sue parole, nella sua sofferenza…ogni tanto uno scambio di commenti…dolci…tanto per dirci reciprocamente ” non sei sola” …e due giorni fa’…scomparsa.
Nessun articolo di commiato…nulla…come se non fosse mai esistita.
…eppure è da qualche parte, che ancora soffre…e magari domani tornerà a leggermi (spero che tu lo faccia!).
Mi manchi M. ….era confortante leggerti ogni volta che entravo…sapere che c’eri nel mio cielo…e vederti brillare per l’amore che provavi per lui…anche se avevo sempre pensato che forse lui non ti meritava.
…chi sarà il prossimo?
In realtà ne è rimasto solo uno al quale sono rimasta attaccata…e …ho paura che scompaia anche lui…che leggo sempre…e sento amico anche se lui non sa’ quanta compagnia mi fa’, quanto è importante per me.
bhe’….dedico a tutte queste stelle comete che hanno attraversato il mio cielo il brano che segue:

Il mio albero

Esistono persone nelle nostre vite che ci rendono felici per il semplice caso di avere incrociato il nostro cammino.
Alcuni percorrono il cammino al nostro fianco, vedendo molte lune passare, gli altri li vediamo appena tra un passo e l’altro.
Tutti li chiamiamo amici e ce ne sono di molti tipi.
Talvolta ciascuna foglia di un albero rappresenta uno dei nostri amici.
Il primo che nasce è il nostro amico Papà e la nostra amica Mamma, che ci mostrano cosa è la vita.
Dopo vengono gli amici Fratelli, con i quali dividiamo il nostro spazio affinché possano fiorire come noi.
Conosciamo tutta la famiglia delle foglie che rispettiamo e a cui auguriamo ogni bene.
Ma il destino ci presenta altri amici i quali non sapevamo avrebbero incrociato il nostro cammino.
Molti di loro li chiamiamo amici dell’ anima, del cuore.
Sono sinceri, sono veri.
Sanno quando non stiamo bene, sanno cosa ci fa felici.
E alle volte uno di questi amici dell’anima si installa nel nostro cuore e allora lo chiamiamo innamorato.
Egli dà luce ai nostri occhi, musica alle nostre labbra, salti ai nostri piedi.
Ma ci sono anche quegli amici di passaggio, talvolta una vacanza o un giorno o un’ora.
Essi collocano un sorriso nel nostro viso per tutto il tempo che stiamo con loro.
Non possiamo dimenticare gli amici distanti, quelli che stanno nelle punte dei rami e che quando il vento soffia appaiono sempre tra una foglia e l’altra.
Il tempo passa, l’estate se ne va’, l’autunno si avvicina e perdiamo alcune delle nostre foglie, alcune nascono l’estate dopo, e altre permangono per molte stagioni.
Ma quello che ci lascia felici è che le foglie che sono cadute, continuano a vivere con noi, alimentando le nostre radici con allegria.
Sono ricordi di momenti meravigliosi di quando incrociarono il nostro cammino.
Ti auguro, foglia del mio albero, pace amore fortuna e prosperità.
Oggi e sempre….semplicemente perché ogni persona che passa nella nostra vita è unica.
Sempre lascia un poco di sé prende un poco di noi.
Ci saranno sempre quelli che prendono molto, ma non ci sarà chi non lascia niente.
Questa è la maggior responsabilità della nostra vita e la prova evidente che due anime non si incontrano per caso.

un bacio a tutti voi…..vi ho voluto e vi voglio bene.

una bella giornata per me

oggi mi sento felice…sarà in contrapposizione al malessere provato nei giorni scorsi.
Non è accaduto nulla di eclatante, nulla per cui valga la pena sentirsi diversi da ieri..eppure…mi sento allegra.
Bhè…effettivamente anche stamattina non era partita sotto i migliori auspici; appena arrivata al lavoro avevo trovato una situazione irritante come una certa mia collega sà creare (ha il vizio – o abilità – dipende dai punti di vista, di mettere in cattiva luce l’operato altrui soprattutto in assenza dell’altro) non che la cosa oggi riguardasse me, … ma non posso fare a meno di notare come riesce ad elaborare queste situazioni…come sà con poche parole mettere l’accento su incertezze o dubbi su cio’ che fa’ l’altro.
Magari poi tutto viene rimesso in fila…ma l’ombra del dubbio sul lavoro svolto da altri ormai aleggia…e quando questo si ripete più e più volte…impossibile che “il capo” non ne rimanga condizionato.
….è la prima volta che nel blog parlo di vicende quotidiane..ma …ho intenzione di dare una nuova impronta, soprattutto in virtù del fatto che dovrei (con il condizionale) avere un pochino più di tempo per scrivere.
…io avevo un diario…un diario che era l’amico della mia anima nei momenti di sconforto..un amico che mi lasciava sfogare, raccoglieva tutte le mie idee…tutte tutte…i miei sogni… le mie aspirazioni.
Fù un dono…un dono di una persona che capì in un momento particolare della vita di una fanciulla (avevo circa 16 anni quando Lui fu chiamato dove non puoi rifiutarti di andare giunto il tuo tempo)che avevo bisogno proprio di questo: un amico fedele e silenzioso.
Caro Diario…copertina di stoffa…disegni orientaleggianti e fogli di carta con tenui disegni…compagno di tanti anni.
Non è stata colpa tua….forse mia che credo nei “vecchi valori” .
Non pensavo che la PRIVACY fosse da gestire sono con norme di legge e con dei “garanti”, da buona ingenua mi fidavo di chi avevo accanto…sempre mi fidai…e …sbagliai.
Non riesco a non risentire il dolore che provai quando mi disse di averti aperto…di aver letto i miei pensieri più intimi.
Mi sono sentita violentata nell’anima…derubata di qualcosa che era solo mio …i miei ricordi, i miei stati d’animo…e questi non erano più pensieri di bambina, ma pensieri di adulta, dolore c’era in quelle righe, dolore che continuò a crescere dopo, quando mi sentii defraudata di questo amico…di queste pagine che contenevano la mia anima senza il filtro del giudizio altrui.
Qualche riga dopo l’ho riscritta…ma non è la stessa cosa…non c’è più la fiducia di un tempo, la serenità, il sentirmi bene, liberata un pochino dal peso di cio’ che mi opprimeva prima di scrivere…Ormai la paura che possa accadere di nuovo…oscura la sensazione liberatoria del trascrivere su carta sensazioni, ricordi da non perdere.
E poi….DEVO abbandonare il mare dei sogni (belli e brutti) nel quale mi sono immersa per troppo lungo tempo…
non potrò cambiarmi…non potrò smettere di essere una sognatrice, un’idealista…sò che non posso e non voglio cambiare, ma…devo riprendere a vedere ad occhi aperti la realtà che mi circonda.
eppure quanto sono diversa da prima…diversa ma uguale…tante persone -ma sempre io – una nessuna centomila
e poi….si possono cambiare le idee…

“Il muro” di Anna Oxa:

E poi chi l’ha detto che è contraddizione
avere un’idea e poi dopo cambiarla,
in fondo la vita è trasformazione
lo vedi anche il bruco diventa farfalla
a volte succede col punto di vista
ci basta un niente perchè si arrovesci
così da padrone ritorni apprendista
cominci da capo e allora capisci che:
il muro quello che abbiamo dentro
è uguale a quello che c’è fuori
io credo nel suo superamento
se è vero che siamo noi mattoni
e poi…quello che serve è destrutturazione
una specie di viaggio che porta all’interno
a conoscere meglio le nostre paure che sembrano marmo e sussurrano….
Il muro di gomma
il muro del pianto
un bimbo davanti che gioca al portiere
il muro che prima è di ferro è cemento
il muro che dopo diventa macerie
il muro che cresce pian piano ti chiude
un po’ per la guerra un po’ per la pace
il muro ne ha viste di cotte e di crude
al muro gli manca soltanto la voce…
Il muro quello davanti a scuola
mattine a far castelli in aria
ed io che mi sentivo sola e odiavo rileggere la storia
ed è vero che siamo un po’ tutti studenti
e abbiamo bisogno di ripetizioni
e che se oggi la regola è bruciare i tempi
e non si ha proprio voglia di inchini e di….
Ed ora comincio con le mani avanti
non servono appigli ma molto coraggio
il muro ferisce ma l’orgoglio quanto…
restare ai suoi piedi mi sentirei peggio
ed io invece voglio ad ogni costo scalarlo
lasciarmi alle spalle paura e incertezza
ed uccidere per sempre quel tarlo
che rode il carattere e dà debolezza
il muro qui in alto
in piedi sul muro
mi sento diversa
mi sento più vera
se guardo lontano ci vedo più chiaro e
poi come dire mi sento più vera sul muro…
….il muro…..

errori….

e continuo a sbagliare….so’ che lo stò facendo…sò che dovrei parlare e dire ciò che è giusto…ma…….
lascio correre: peccato di accidia…e poi magari un bel giorno rinfaccero’gli errori che oggi potrei evitare che l’altro commetta; potevi fare così, perchè non l’hai fatto? e cosa mi dirà quel giorno la mia coscienza? mi dirà: tu lo sapevi che sarebbe finita così, perchè non hai parlato prima? ed io, faro’ finta di non sentirla, sperando che taccia …
Oppure…le cose non andranno come penso io….
e forse il mio silenzio avrà un suo significato (the sound of silence…che bella…non c’entra nulla ma mi è tornata in mente)
chi sa’ come è giusto agire? una domanda…una parola…
un’altro pensiero, un’altro ricordo torna a galla.

NON CHIEDERCI LA PAROLA
Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
lanimo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
Perduto in mezzo ad un polveroso prato.
Ah luomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e lombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
Sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.

Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

Sapere solo cio’ che non si è, ciò che non si vuole.
Io oggi sono questa…una che non sa’ chi è – e cosa vuole…UNA NESSUNA E CENTOMILA modi di poter interpretare me stessa.
ed ho per contro la presunzione di sapere cosa non sono e cosa non voglio.
Presunzione ….è la parola giusta.
passata la tempesta…dovrei cercare solo pace…pace per il corpo e per la mente, ma ormai non so’ più fermarmi in questa sorta di autodistruzione – come se dovessi vedere come va’ a finire e se poi ce la faccio a ricostruirmi, come una sfida con me stessa, l’ennesima sfida che mi lancio.
Certo…stavolta il rischio è molto alto…sono ancora molto debole, anche se le mie capacità di ripresa sono grandi…
ma……che ne è del dolore chiuso dentro? …si sente ancora talvolta…ma sta’ diventando un’eco lontana…sto’ allontanando la causa…non posso cancellarla – non voglio!
vigliaccheria?…no……solo dire basta!
basta a chi mi lacera dentro con i suoi silenzi, con le sue accuse, con i suoi rimproveri.
certo…ci sono stati anche tanti attestati di stima, ma chi è insicuro come me mette l’accento sempre sulle note negative…non dimenticherò tutti i tuoi grazie…come non dimenticherò le volte che hai cercato di buttarmi fuori dalla tua vita e poi…mi cercavi di nuovo…per rimproverarmi di essere come un lombrico che per quanto cerchi di tagliargli la testa ricresce sempre…poco importava se il lombrico soffriva ogni volta.
Mi chiedo perchè sono fatta così…perchè devo sempre dipendere in qualche modo dal giudizio altrui..perchè non mi basto da sola?
La risposta forse è quella che mi ha dato stasera F.
anche lei andò dallo psicologo…e le domando’: nella sua infanzia i suoi genitori pretendevano da lei?…la nostra risposta è univoca: volevano la perfezione.
Siamo ormai entrambe succubi di un sistema di vita che ci tiene perennemente sotto giudizio…sempre alla caccia di consensi che potrebbero non arrivare mai, e poi…il fare sempre meglio….e vedersi allo specchio e rendersi conto di essere solo un mucchio di …errori
– e pensare che il monito costante della mia infanzia era:
non sbagliare, un errore ti puo’ rovinare la vita.

..il meglio…

Siate un cespuglio, se non potete essere un albero.
Se non potete essere una via maestra, siate un sentiero.
Se non potete essere il sole, siate una stella.
Non con la mole vincete o fallite –
Siate il meglio di qualunque cosa voi siate.
Douglas Mallok

Siate il meglio di ciò che potete essere…un bel monito, non c’è che dire.
Io….si io…sono il meglio di ciò che potrei essere?
la risposta è semplice…no!
quante cose rimando…quante cose non faccio…quante cose lascio che sia il “fato” a decidere per me.
E poi…quante cose invece faccio…testarda, contro tutti, nella direzione opposta della massa…incurante delle indicazioni dettate dalla moralità o dalla saggezza tramandata da secoli di vita sociale…
cuore…sono un cuore che batte!!!