come puo’ un ansiolitico calmare una madre che ha appena perso una figlia di cinque mesi? …miracoli della biochimica direte voi…perchè non ci puo’ essere altra spiegazione.
Ieri sera ho accompagnato mia madre al pronto soccorso…un vivo dolore al piede che le impediva di camminare, meglio farsi vedere.
Siamo arrivate verso le 19.00..situazione abbastanza tranquilla per quel pronto soccorso, che di solito raccoglie un via-vai di autombulanze…finchè si è sentito una serie di grida laceranti…arrabbiate, gonfie di dolore.
RIDATEMI MIA FIGLIA…RIDATEMI MIA FIGLIA…RIDATEMI MIA FIGLIA…
parole ripetute ossessivamente tra i singhiozzi da una donna giovanissima.
….la sua piccina di quasi 5 mesi aveva smesso di respirare dentro il suo lettino…nel sonno…forse un rigurgito…forse…
la corsa all’ospedale…tenendo in braccio un corpicino inerme…inerte.
Aveva cercato di risvegliarla, mi sembra di immaginare la scena,..prima ti domandi come mai è insolitamente tranquilla e non si sveglia per la solita poppata e con dolcezza magari scosti il lenzuolino ma non hai segni di vita, nessun movimento.
allora…la tocchi con energia, con vigore, come per scuoterla da un torpore ingiustificato… e poi…-nulla-
l’idea comincia a farsi strada dentro di te…dentro una madre che non puo’ accettare con il cuore cio’ che la testa comincia a comprendere
mi sembra di vederla …prenderla tra le braccia con rabbia per non riuscire ad accettare quel “vuoto” quell’ “assenza di vita”
– era – non è più –
nel pronto soccorso è sceso un silenzio innaturale…non si sentivano più le lamentele per questo o quel dolore…tutti hanno chinato il capo di fronte al dolore più grande che un essere vivente possa provare, la perdita del suo domani.
per chi stà scrivendo…un figlio è molto di più.
è un regalo che si fanno reciprocamente due persone che si amano per vedere in quel piccolo esserino tutto cio’ che amiamo della persona che abbiamo scelto come compagno/a di vita.
vorremmo che avesse i suoi occhi, i suoi capelli, la sua simpatia…il suo “non so’ che” che ci ha fatto pensare che fosse proprio lui l’altra metà della mela, l’altra metà del cielo.
(e sorvoliamo su tutte le motivazioni antropologiche, legate alla nostra “animalità”, che spingono gli esseri viventi a procreare…motivazioni non meno naturali, valide ed importanti di quelle dettate dall’anima)
quando un infermiere è venuto da lei…e le ha dato il verdetto definitivo, quella sentenza di divieto a tornare nel mondo dei vivi per quella piccola bimba…il dolore è dilagato in tutta la stanza.
A lei hanno dato un ansiolitico..e noi…chi cercava conforto negli occhi degli altri…chi elevava una preghiera al cielo…chi è uscito fuori forse per non far vedere una lacrima che scendeva, e tutti…tutti ci domandavamo perchè.
perchè era accaduto.
perchè….?
io non ho mai avuto risposta a questa domanda, ma in questo momento nella mia testa pulsa il ricordo di una frase attribuita a Jim Morrison:
non dobbiamo volere una vita ricca di giorni, ma giorni ricchi di vita.
Non neghiamoci di amare, non neghiamoci di soffrire, di gioire, di piangere e di ridere…mai.
…e quando ci capiterà – se ci capiterà – di essere distrutti dal dolore…forse un ansiolitico impedirà al nostro cuore di spaccarsi in mille pezzi.
perche’ dobbiamo soffrire cosi’tanto?
Non è possibile commentare ciò che hai raccontato… come non è possibile consolare a parole una madre lacerata dal dolore supremo.
Allora non ci resta altro che un silenzio… un silenzio pieno di presenza.
Domani, però, parlaci anche di sorrisi… e di sogni. 🙂
Ciao