Venne la notte di quel primo giorno,
e grata di aver
tanto – sopportato –
all’anima chiesi di cantare –
Ma lei rispose che le corde erano saltate –
l’archetto – polvere di atomi –
Così a ripararla mi ci volle
fino alla mattina del giorno seguente –
E poi – un giorno immenso,
come due ieri,
riversò il suo orrore sul mio volto –
fino a bloccarmi lo sguardo –
La mente prese a ridere –
Parlavo a vanvera – come una folle –
e sono anni ormai, ma da quel giorno –
la mente mia ridacchia, come una piccola sciocca.
Qualcosa di strano – dentro –
quella che ero –
e quella che sono, adesso – due cose divise –
potrebbe questa essere – Pazzia?
(Emily Dickinson 1862)
vorrei un mondo leggero…fatto unicamente di colori, note e poesia…dite che è pazzia?
non è pazzia
quella sarebbe una dimensione umana!
invece qui è come stare in guerra
…………..
si sta come d’autunno sugli alberi le foglie
struconi linda