tra i petali…


ti trovo…
trovo ciò che è
smarrito dentro di me.
ti trovo tra i petali di un fiore…
un piccolo fiore
sempre stato vicino a me.
Tu ci sei….ci sei sempre.
Pensare alla mia vita senza te
è come pensare ad una primavera
di alberi spogli,
prati di terra brulla,
uccelli muti,
freddi raggi di un sole sconfitto.
ti trovo tra una nota e l’altra
di una canzone,
ti trovo in ogni risata
scaturita dalla semplicità,
ti trovo nell’umido delle lacrime.
ti trovo tra i mess che mi fanno sorridere:
15.03.2005 12:13
Mi……..-magia ti sei ricordata il mio numero
ti trovo…ma mi manchi da morire.

good night darling…
buona notte giò

un attimo di sfogo….

un piccolo sfogo:
cliente: perchè le mie amiche hanno diritto all’esenzione del ticket…e voi non mi avete avvisato?
risposta: signora…dipende dal reddito del nucleo famigliare.
suo marito ha un reddito pari ad euro 67.148,00, lei ha un reddito complessivo pari ad euro 31.566,00. Cumulando i redditi si ottiene una somma pari ad euro 98.714,00; dato che il limite è 36.151,98…lei e suo marito nonostante i raggiunti limiti di età..dovete pagare il ticket sanitario.
Mi chiedo: ma la signora sà che esiste gente che vive con 600 euro al mese? non la sfiora il pensiero che le agevolazioni sono rivolte alle classi più deboli?
e loro da cosa li esentiamo? dal mangiare…dal respirare? o forse…dato che non hanno pane, ..li esentiamo dal pagamento delle briosche (si scrive così?)?
perdonatemi ma….certe volte questo mondo non lo capisco proprio.

lavori in corso…@*?@§°=#


sto cambiando…e questo mio rifugio cambia con me.
cosa diventeremo?…hahhahahah….una mostriciattola azzurra, una cosa mai vista…oddio….tanto normale non sono mai stata.
corro sempre, dovrei fare mille cose…e mi pare sempre di non aver concluso nulla.
amo e non amo
sono amata e non sono amata
sono piena di vorrei…ma non ho voglia, non ce la faccio, non mi và.
c’è chi mi dice che è normale…ma dico …è normale aver passato
tutta la scorsa settimana tra lacrime, rabbia sorrisi
risate e malinconia nelle seguenti proporzioni:
Lacrime: 10
sorrisi: 5
arrabbiature: 7
disillusione: costantemente presente come una musica in sottofondo.
tristezza: 15
preoccupazione: 10
malinconia: ogni attimo libero della testa
senso di vuoto: 20
inadeguatezza: 20
sentirmi un fallimento: 10
voglia di spaccare il mondo: 3 (rari attimi in cui il mio animo “guerriero” si risveglia dal suo sonno…prende le armi in mano…
pianifica la guerra…e poi…pare punto dalla mosca tze tze..due secondi e torna a dormire)

amore: sembro l’elettrocardiogramma di un cuore impazzito.
picchi all’insù…sento di amare il mondo e so’ che c’è chi mi vuole bene
picchi all’ingiù…mi pare che non mi ami nessuno al mondo, neppure una lumaca e poi…chiedendomi se riuscirò ad amare ancora…se il mio cuore
non si è definitivamente arreso…troppo profondamente ferito, ammalato.
ummmmmm….non sarà mica che gli alieni si sono impadroniti della mia mente per sperimentare le conseguenze di tutti i possibili stati d’animo umani?
….bha…non ci capisco più niente.
come ho scritto ieri a MV..passerà, devo credere che passerà..per cercare la forza di non mollare.
come ho detto stamani a F…facciamo vedere chi siamo: inizia una nuova settimana, tiriamo fuori le p***e.
che confusione…….vedo il mondo a testa in giù
Warning: don’t touch my land of confusion

io e Lui

…niente da fare…non gira.
non gira niente da lunedì scorso.
sono estremamente nervosa, irritabile, spesso ho episodi di pianto…
per fortuna si tratta di episodi brevi.
fatalità..o forse no…adesso stanno trasmettendo su Canale 5 il film La città della Gioia…l’avevo già visto. Non è male, ma il libro, come tutti i libri…è un’altra cosa.
Mi sono chiesta se dovevo scrivere un post sul Santo Padre…e mi sono chiesta cosa avrei potuto scrivere.
Certo, potrei scrivere che come sempre mi sento colpevole perchè abitando a Roma avrei potuto andare più spesso a vederlo in Piazza San Pietro… invece…è sempre stato Lui a venire da me.
I primi anni di pontificato si “allenava” a girare il mondo girando per le parrocchie di Roma. Ho cambiato casa e quartiere ben tre volte in quegli anni…e Lui…quasi mi fosse corso dietro…la prima volta fu alle scuole elementari di mio fratello..era stato eletto pontefice da poco, era la primavera del 1979.
Ci insegnarono una canzone in polacco…e lui giovane sorridente e felice l’ascoltò e ci disse che eravamo stati bravi.
Il suo italiano lo ricordo come quello che poi lo ha sempre accompagnato… velato con il suo specialissimo accento, in pratica ti ispira simpatia fin dalla prima parola.
Fu un incontro intimo…non c’era tanta gente, i bambini della scuola, i parenti e gli insegnanti, ognuno con la sua bandierina in mano….ricordo che ne avevano distribuite tante dei colori del Vaticano…giallo/bianca e alcune con i colori della polonia… in sintesi ricordo un mare ondeggiante bianco e giallo con alcune macchie rosse.
e ricordo che ero felice ed emozionata.
poi…fu la volta del mio successivo quartiere…non ci credeva nessuno che sarebbe venuto. Era uno dei peggiori quartieri della città…una zona più che malfamata. Ma aveva, anzi ha, un pregio: un parroco eccezionale.
Penso che tra la voglia del Papa di avvicinarsi alla gente e la forza del mio parroco che cercava ogni buon motivo per coinvolgere il quartiere alle attività della chiesa…insomma….con il senno di poi…son sicura che nulla avrebbe potuto impedire a quei due di organizzare la cosa.
ma ricordo quella mattina…avevano approssimativamente delimitato la strada che avrebbe percorso il Papa per raggiungere la chiesa (approposito… chiesa??? non c’era la chiesa…le funzioni venivano svolte in una sala che doveva essere adibita alle riunioni di …bho… sinceramente non si è mai capito bene a cosa servissero quelle costruzioni circolari), cioè..l’enorme piazzale antistante la “chiesa”.
….ricordo che all’inizio eravamo in pochi…un po’ per il tipo di quartiere…ideologie politiche, ignoranza, rabbia, menefreghismo…un po’ perchè non ci credeva nessuno che sarebbe veramente venuto.
Lui è sempre stato uno specialista dei viaggi nei quali non crede nessuno…quelli tipo “ma che ci và a fare? è pericoloso…” ma Lui…và dove lo porta il cuore…dove lo porta il suo grande amore per la gente, tutta la gente, bianchi neri rossi gialli, buoni cattivi, giovani vecchi…tutti insomma.
Cmq…appena arrivò…ero in prima fila…tra i pochi che speravano veramente (e poi…mia madre avrebbero dovuto legarla mani e piedi per non farla andare!!!) ma…appena si sparse la notizia del suo arrivo, ecco…penso che quando Gesù fece il discorso della montagna accadde la stessa cosa: la gente cominciava ad arrivare, sempre più numerosa, sempre di più. Perchè venivano? non lo sò…fede, curiosità, non sò che eravamo diventati veramente tanti e sò che oggi tutti quelli che c’erano lo ricorderanno.
poi…l’ultima volta …ormai il Papa era nel cuore di tutti…ed io ero ormai cresciuta.
Ero passata da mia madre prima di andare al lavoro e lei mi disse di fare un’altra strada perchè un tratto di Laurentina era stata chiusa per gestire il traffico, quella volta mancai all’appuntamento Santo Padre ed oggi..me ne rammarico.
In pratica ormai eravamo abituati a vedere la città bloccata qua e là perchè Lui girava sempre.
poi…ha ampliato i suoi orizzonti e la sua città è diventata il mondo intero.
Ha regalato l’emozione della Sua presenza a tanti fedeli e non fedeli, ha portato la Sua voglia di pace, il suo candore, la forza interiore di una gioventù che gli anni non hanno oscurato.
Ricordo che mia madre acquistò uno dei suoi primi libri…non giurerei che fosse il primo: La bottega dell’orefice.
Una serie di metidazioni sull’amore e il matrimonio…sai caro Papa, penso che lo rileggerò. Sono passati tanti tanti tanti anni…e nella mia vita sono accadute tante tante tante cose…rileggerò quel libro…e capirò tante cose che non avevo capito.
In pratica è come se Tu parlassi di nuovo con me in questo momento.
Anche se stai male, quando sarà arrivato il momento, Ti immagino
raggiungere Madre Teresa, Padre Pio…tutti quelli che hai santificato nel Tuo pontificato…adesso al tg dicono che Ti stai spegnendo.
No…Tu ti stai accendendo…Ti accendi tra le stelle del cielo.
Sono contenta che adesso hai vicino un Tuo caro amico…è bello avere accanto amici veri quando ne abbiamo bisogno.
Approposito…non Ti ho mai ringraziato: grazie per la benedizione del mio matrimonio…ha funzionato!!tanti direbbero di no, visto come stanno finendo le cose, ma sai cosa penso? Finchè dura è veramente fecondato di grazia. C’è stato tanto amore, tanta gioia per tanti anni…sono stata fortunata…in fondo se fosse andata così fino alla fine sarebbe stato perfetto…e l’umano stato è imperfetto, giusto?
Ma ora…bando alle malinconie….Tu sei stato sempre pieno di vita e sorrisi, sempre…ed ora scrivere di Te così a ruota libera…mi ha riportato serenità. Stai per partire per il Tuo ultimo viaggio, la Tua meta preferita.
Grazie per essere stato con noi TU esattamente come sei TU
Buon viaggio dolcissimo Padre.

Anand nagar…la città della gioia

…è strano che oggi abbia ripensato a questo libro…o forse non è strano per niente….
……
Una mattina due portatori vi deposero un uomo barbuto con i capelli irsuti coperti di cenere.
Era legato a una sedia e non aveva nè gambe nè mani. Era monco e lebbroso. E tuttavia, dal suo viso giovanile irradiava una gioia sorprendente in un simile sventurato.
“grande fratello Paul, mi chiamo Anouar” dichiarò. ” Bisogna che tu mi curi, vedi sono molto malato.”
Lo sguardo gli cadde allora sull’immagine della Sacra Sindone.
“Chi è?” chiese sorpreso.
“E’ Gesù”
Il lebbroso parve incredulo.
“Gesù? No, non è possibile. NOn assomiglia a quell’altro. Perchè il tuo Gesù ha gli occhi chiusi e l’aria così triste?”
Paul Lambert sapeva che l’iconografia indiana riproduceva abbondantemente l’immagine di un Cristo biondo con gli occhi azzurri, trionfante e colorato come gli dei del panteon indù.
“Ha sofferto” disse.
Il sacerdote sentì che bisognava spiegare meglio. Una delle figlie di Margareta venne a tradurre le sue parole in bengalese.
“Se ha gli occhi chiusi, è per vederci meglio” riprese. “E’ anche perchè noi lo possiamo guardare meglio. Forse non oseremmo se avesse gli occhi aperti. Perchè i nostri occhi non sono occhi puri, e neanche i nostri cuori, e noi siamo in gran parte responsabili delle sue sofferenze. Se soffre, è a causa mia, tua causa di tutti noi. A causa dei nostri peccati, del male che facciamo. Ma lui ci ama talmente che ci perdona. Vuole che lo guardiamo, ecco perchè chiude gli occhi. E i suoi occhi chiusi m’invitano a chiudere anche i miei, a pregare, a guardare Dio dentro di me…e anche dentro di te. E ad amarlo. E a fare come lui, a perdonare tutti, e ad amare tutti. Ad amare soprattutto quelli che soffrono come Lui. Ad amare te che soffri come Lui…”
Una bambina vestita di stracci che era rimasta nascosta dietro la sedia del monco lebbroso andò a deporre un bacio sull’immagine e la accarezzò con la manina. Dopo essersi portata tre dita alla fronte, mormorò:
“Ki koshto! Come soffre!”
Il lebbroso sembrava commosso. Gli occhi neri gli si erano fatti lucidi.
“Soffre” disse ancora Lambert “Eppure non vuole che piangiamo su di Lui. Ma su coloro che soffrono oggi. Perchè Lui soffre con loro. Soffre nel loro corpo come nel cuore degli isolati, dei derelitti, dei disprezzati, come nella mente dei pazzi, dei nevrotici, degli squilibrati. E’ per questo, capisci, che amo questa immagine.Perchè mi ricorda tutte queste cose”
Il lebbroso tentennò il capo con aria pensierosa, poi alzò il moncherino verso l’icona.
“Grande fratello Paul, il tuo Gesù è molto più bello di quello delle immagini sacre”.
….
La città della gioia – D. Lapierre

Un libro “sull’epopea dell’eroismo, dell’amore e della fede; uno splendido tributo alla capacità dell’uomo di superare le avversità e di sopravvivere a qualunque catastrofe. (…) Ho imparato come le persone possano vivere insieme a topi, scorpioni ed insetti, sopravvivere con pochi cucchiai di riso e una o due banane al giorno, fare ore di code per usare le latrine, lavarsi con meno di mezzo litro d’acqua, accendere un fiammifero in pieno monsone, dividere le loro abitazioni con un gruppo di eunuchi.
…Un’esperienza che ha cambiato la mia vita. Dopo essermi trovato a faccia a faccia con i veri problemi dell’esistenza – fame, malattie, mancanza assoluta di attrezzature mediche, disoccupazione – ho smesso di lottare per cose banali come un parcheggio, quando torno in Europa o in America.
Condividere per tutti quei mesi l’esistenza di una popolazione che in certi casi deve vivere con appena l’equivalente di un quarto di dollaro al giorno mi ha insegnato anche il vero valore degli oggetti. Ora per me è istintivo spegnere la luce uscendo da una stanza, usare la saponetta fino all’ultima scaglia, non buttare nella spazzatura ciò che si può conservare o riutilizzare. Queste esperienze fuori dal comune mi hanno anche insegnato quanto sia meraviglioso condividere le cose con gli altri. Per due anni non mi è stato chiesto nulla, e in compenso mi è sempre stato dato tutto. La generosità dei miei amici della Città della Gioia mi ha rivelato il vero significato di quel bellissimo proverbio indiano che dice: “TUTTO CIO’ CHE NON VIENE DONATO VA’ PERDUTO”.
Tratto dalla postfazione al citato libro.
E’ bello…ma la cosa strabiliante è che non è un pesce d’aprile!!!!
c’è davvero a questo mondo tanto amore…basta volerlo vedere, anche dove meno te lo aspetti…come nel sorriso di un lebbroso.