Bello è il regno dell’amore,
ma triste è pure.
Perchè il cuore dell’amante
è triste nelle ore della solitudine,
quando accanto a se guarda
agli occhi diletti
che inaccessibili
si posano sulle nubi leggere.
Il cuore è una forza dirompente e creativa.
IL cuore, inteso come tutta la sensibilità dell’essere, come tutti gli slanci della natura verso la felicità, insomma… il cuore non svolge altro che la sua funzione, qualsiasi cosa faccia, e in qualsiasi direzione si muova, come un motore.
Se il cuore sbaglia strada, è stata la testa, è stata la ragione che non ha funzionato bene.
Se premiamo eccessivamente sull’accelleratore e andiamo fuori strada perchè perdiamo il controllo…la colpa non è del motore, ma del conducente.
Il cuore è una forza cieca, chi deve guidarlo è la testa.
Una vita regolata unicamente dall’istinto è quasi meccanica, come un orologio che “cammina” finchè dura la sua batteria.
L’uomo invece non dovrebbe lasciarsi regolare dall’istinto poichè il suo destino è al di là dell’attività dei suoi organi, e perchè è Libero.
Cosa accade al cuore se viene lasciato senza controllo in preda alle impressioni ed all’impulso cieco dell’istinto? Farà male a se stesso ed agli altri…si, molto male.
E quanto c’è più vita in un cuore d’uomo, come quanto più potente è il motore di una macchina, tanto più sarà grande il male, andando in una direzione sbagliata.
E’ un male avere troppo cuore?
bhè, il cuore è un pericolo, perchè è una forza. Tutto ciò che è forte è
anche pericoloso.
una macchina senza carburante, non è pericolosa, perchè non serve a nulla.
un cuore fiacco o un’anima senza passione sarebbero da compiangere, perchè equivarrebbero ad una macchina senza carburante.
Dobbiamo imparare a dirigere il nostro cuore, non soffocarlo..anche se talvolta usiamo l’espressione “buttare via le chiavi del cuore” e vorremmo letteralmente imbavagliarlo per non sentirlo più.
E’ la vita che lo fà pulsare, e di vita non se ne ha mai abbastanza.
Anche se può raggiungere il massimo del suo rendimento morale ogni uomo nel suo piccolo troverà sempre come impiegare tutte le sue energie, come migliorare continuamente il suo patrimonio spirituale, come realizzare, in un processo costante, il proprio destino.
Mi lamento di aver troppo cuore, non per i pericoli che crea, ma per il dolore che provoca.
Avere molto cuore, non significa forse offrire una più vasta superficie alle spine della strada e soffrire già prima che ci pungano, o avere l’anima tesa come una corda di violino su una cassa sonora e rendere più intensi tutti i gridi di dolore che scaturiscono dal fondo di noi stessi nei momenti angosciosi della vita?
si, indubbiamente, ma sotto l’archetto la sonorità dello strumento è sempre la stessa, qualunque sia l’aria che si suona, e le anime vibranti sentiranno, tanto profondamente quanto i dolori, anche le gioie.
Ecco perchè oscillo dalle “stelle alle stalle”….
e se pensiamo che le due parti sono di grandezza ineguale e con il tempo il cuore non fà che abbassare il piatto della bilancia su cui si abbattono i dolori, bhè…almeno ciò rende più capaci di capire le sofferenze degli altri e di consolarli.
Bisogna aver patito per saper compatire; e se la compassione è ancora sofferenza, esa è anche gioia – la gioia di donare gioia agli altri – una di quelle che valgono più di quel che paghiamo.
Il mio cuore ha corso come un cavallo impazzito nel vento di una prateria…
ed ora sono stanca e dolorante.
La voglia di farlo tacere è tanta…ma non devo farlo, …devo reimparare a dirigerlo, affinchè non faccia più male a nessuno.
e se qualcuno non trova “poetico” tutto questo…mi dispiace.
…adesso nei limiti del poco tempo a disposizione…penso a condividere la mia vita, ciò che posso dare di me, agli altri.
anzi….speriamo che domenica mattina non vada storto qualcosa quando andrò a donare il sangue per mio cugino, così lo farò regolarmente.
buona notte a tutti, smack
Eheheh, com’è che hai scritto da me? Mal comune è mezzo gaudio? Eh si, a noi resta il mezzo gaudio. Vorrei dirti tanto, scrivere tanto ma alla fine parlerei di me. Si perchè, leggendo questo post, mi sono ritrovata in molti punti. Io penso una cosa però, il cuore non si può dirigere in nessuna direzione. E’ uno spirito libero, va dove vuole andare. Fallo correre, non rinchiuderlo, soffrirebbe. Avere un cuore, amare, soffrire, vuol dire essere vivi…e a costo di soffrire ancora, io voglio sentirmi ancora viva, voglio sentire pulsare il mio cuore. Perchè anche un sussulto, anche una lacrima…vuol dire vivere, vuol dire cmq aver provato e non avere rimpianti alcuni. E se oggi piangi, domani, sono sicura, ritroverai il sorriso…e il tuo continuerà a galoppare.
Vero! schematico, ma vero.
Anche perchè se anestetizziamo il cuore, addormentiamo la coscienza, ripuliamo i ricordi, che cosa diventiamo, che senso può avere vivere. A parer mio i veri piaceri della vita sono le sensazioni, le emozioni, la memoria…tuffarsi nella vita e nei suoi pregi – difetti, essenziali per aggiungere sale o zucchero ai giorni “quotidiani.
Ciao…
Topo
Rispondo alla tua domanda, con la frase della home del mio blog: Tutti coloro che incontro nel giardino… passeggiando, fanno parte della mia vita…sono un po la mia famiglia.
Bacio…Topo
Il cuore è vero può renderci felici e può farci patire le più grandi sofferenze. Dirigerlo da una parte piuttosto che un’altra mi risulta impossibile da immaginare figuriamoci a metterlo in pratica. Certo a volte la ragione dovrebbe prendere il sopravvento ma credo che ciò non significhi soffrire o gioire…
Dipende da noi è vero, però è bello a volte seguire l’istinto e le emozioni senza pensarci troppo sopra.
Dicono che il cuore sia un muscolo.
Forse anche, metaforicamente, un muscolo che muove di riflesso le nostre azioni, i nostri gesti d’amore, i nostri slanci….quando ne siamo capaci.
Complimenti, bel post! E bel gesto anche (dettato dal cuore….) quello di donare il sangue.
Ciao!
Sn di corsa buona domenica
Ti fa molto onore donare il sangue,brava!Complimenti!Sei in home-page hai visto?