ti offro un caffè…ti và?

buongiorno 🙂

il caffè è un mio vizio….una necessità, un amico con il quale mi ricarico e mi rilasso ogni tanto.

già….un caffè, caldo, lo prendo quasi sempre poco dolce….e mi piace averne sempre un goccetto

a portata di mano. Chissà, forse potermi prendere un caffè è rimasta una delle poche certezze

piacevoli della vita.

e’ rassicurante.

non ci avevo mai pensato sotto questa prospettiva, ma spiegherebbe alcuni miei comportamenti

riguardo il consumo eccessivo che faccio di questo liquido nero.

un caffè è un bel modo per completare una chiacchierata, non trovi?

"per affrontare un problema si deve sempre avere un po’ di distacco…guardarlo dal di fuori, rivoltarlo ed osservarlo per bene per capire da che parte affrontarlo senza farsi male…."

un po’ di tempo fa mi ritrovai a "chiacchierare" con una persona e di chiacchiera in chiacchiera finimmo a parlare dei ruoli psicologici delle persone, l’abito di cui è rivestita la personalità, il tessuto, la fattura, le rifiniture.

e con un volo panoramico parlammo di "vittime", "salvatori", ed altro….fino ad arrivare a porci la domanda: esiste un ruolo che sia al di sopra di tutte queste emozioni? certo che c’è.

lo spettatore.

arrivare a studiare un problema, interrogarsi riguardo ad esso con l’atteggiamento dello spettatore.

lo spettatore non è coinvolto direttamente, da fuori gode di una panoramica più completa….riesce ad essere razionale.

ma forse è contemporaneamente questo il suo handicap.

se il problema ha radici nella sfera emozionale……come può trovare la soluzione di qualcosa che non conosce?

talvolta se veramente si vuole affrontare un problema….bisogna immergersi in esso, sporcarsi, cavalcarlo e vedere fin dove ti porta….e quando l’hai conosciuto, ma conosciuto davvero più che puoi…allora solo a quel punto puoi prenderne le distanze e una volta sgombrata la mente dalle emozioni cercare una soluzione.

a questo punto cerco di "prendere la chiave" 🙂

io penso che tanti miei problemi affondano le radici nell’impostazione della mia vita.

che poi….sinceramente non riesco neppure tanto bene a capire come e perchè sono così.

sono un’idealista.

e da tanto tempo ormai ho capito che questa cosa…purtroppo non è un bene.

ogni tanto – tempo permettendo – cerco di parlottare un po’ con me stessa….e trovare una via d’uscita a questa mia prigione mentale.

perchè essere idealisti va bene finchè si resta nel mondo delle idee…ma se poi si commette l’errore di credere ciecamente che nella realtà tutto deve muoversi e funzionare con la logica degli ideali….allora…

la povera vita di un idealista è un susseguirsi di delusioni e sofferenze.

quindi…..se la dea bendata non ti regala l’amore eterno, l’amico per sempre, la correttezza nei rapporti con le persone che incontri lungo la strada della vita…..caro amico idealista per te la vedo male.

a questo punto….la realtà va affrontata.

e ti ritrovi a vivere a colpi di scalpello e lavorare di raspa per rimodellare quello che è il tuo modo di rapportarti al mondo circostante.

lima qui, allarga di là, assottiglia di qua.

ed ogni aggiustamento che fai….è dettato dall’aver preso prima consapevolezza che quel particolare di te non va bene….è sempre stato partorito con dolore….se sei fortunato poco, altrimenti…di più.

qualcosa di profondamente sbagliato che ci portiamo dietro è la ricerca della perfezione.

è qualcosa di cui tante persone mie coetanee sono vittime.

adesso non si crescono più i figli imponendo regole e stili di vita che abbiano la presunzione di formare bravi cittadini, brave persone.

adesso c’è una parola che si erge sopra tutte le altre a gridare al mondo i suoi dettami di vita:libertà.

fate quel che pensate sia giusto per voi.

e …….aiuto…..ci ritroviamo nell’anarchia più faticosamente gestibile.

in piccolo tutto questo cambiamento è accaduto anche dentro di me.

cresciuta con schemi morali e mentali rigidi (anche se hahahhah…mamma mia ….c’è da ridere davvero se ci penso…in realtà vivevo in un contesto completamente fuori dalle regole per quei tempi…) da qualche parte era scritto che un giorno avrei dovuto incontrare la ricerca della verità, la ricerca di me stessa….e per rendermene conto il percorso è stato:

crollo degli ideali – smarrita, persa, disorientata sono uscita dai binari fino ad allora seguiti, e -"anarchia"?

posso chiamare così un periodo di confusione nel quale mi muovevo, agivo, pensavo ma senza mete, senza punti di riferimento….ero solo "senza".

e per ritrovare certezze raccattavi quel che ti sembrava la nuova verità che incontravi per strada….tutto era buono per rimpiazzare quelle certezze che erano volate via come fumo portato lontano dal vento dopo un incendio.

adesso?

adesso sono in una fase strana….chissà quanto durerà.

le certezze non sono state rimpiazzate….ma ho rispolverato quelle che mi sono state tramandate da l’esperienza di generazioni….solo che sto cercando di umanizzarle.

così è un  po’ più facile.

non parlo d’amore….non ne parlo più per scelta…..ripeto che ho scelto di sigillare il mio cuore ….chissà….forse arriverà il giorno in cui togliere i sigilli….per ora no.

tutto il resto è …..imparare.

mi rendo conto che devo reimparare praticamente tutto.

e come una bambina che tenta di imparare a camminare o parlare….faccio tentativi, vado per approssimazione, resto a guardare…..cerco di imparare.

imparare tutto.

anche cose che …..sembra assurdo dover imparare raggiunta la metà della propria probabile esistenza.

imparare anche a fare la figlia….non solo la mamma.

una figlia nuova.

non più una in adorazione perenne del Dio-Madre….ma una figlia persona.

una figlia con una sua identità, le sue idee, la sua determinazione ad agire anche sbagliando.

e quanto è difficile……tanto.

questa è per dirne una……ma potrei dire che ogni cosa della mia vita è in fase di apprendimento.

🙂

sono di nuovo una scolaretta sui banchi della vita…….bhè…tutto sommato non è male.

a scuola me la cavavo benino…speriamo che anche stavolta me la faccio a superare "l’anno"!!!!

"io speriamo che me la cavo".

se non l’avete letto leggete il libro del maestro D’Orta….quanta saggezza e geniale intuizione nella semplicità di quei bambini.

per oggi direi che possa bastare….com’era il caffè???

e come me la sono cavata con "la serratura"??

🙂

baci e abbracci,

Angy

 

 

 

5 risposte a “ti offro un caffè…ti và?”

  1. In alcuni periodi della vita capita di dover ricominciare tutto da zero…basto solo metterci tanta…ma tanta pazienza..
    Il caffè era ottimo…
    non era
    ne dolce…ne amaro

    Un caro abbraccio…

    Mare Luna

  2. Il caffè lo gradisco, grazie.

    Momenti di alti e bassi succede!

    Il post “e mò..” lo avevo letto prima che sparisse, e mò…siccome il mio compiuter è un po lento, dopo è comparso il vulcano, mi hai fatto fare un salto dalla sedia!

    sono contento che le cose hanno preso un verso più tranquillo.

    Un caro saluto.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *