Cercavo qualcosa di particolare per iniziare a scrivere stamattina. Ho voglia di scrivere un po’, mi manca svuotare mente e cuore su queste mie preziose pagine. Questa mia valigia riempita di ricordi di emozioni, sensazioni.
Ma come iniziare? Seduta sulla mia scrivania, con l’animo poco sereno ho voltato lo sguardo verso la finestra ed ho trovato la risposta alla domanda inespressa. I rami degli alberi adornati di gemme. Quando sarà spuntata la prima? Non ci ho fatto caso. Pochi giorni fa lo stesso gesto e i rami erano spogli. Oggi questo pezzetto di cielo e gentilmente colorato da macchioline di un tenero verde.
La natura che teneva la vita nascosta tra la ninfa dei rami coraggiosamente si svela e rivela.
Rivela la vita che continuava a pulsare ed attendere il suo momento.
Perchè nel ciclo della vita i momenti passano, girano, ritornano e rivanno via.
E in tutto questo le umili radici continuano a fare il loro lavoro, silenziose ed invisibili.
Come la nostra anima, la nostra volontà. Continua a sostenerci nelle vicissitudini e a nutrirsi docile e laboriosa.
Sono un paio di sere che mi ritrovo con un po’ meno serenità di quanta ne vorrei. Mi osservo, ma non mi spavento più di me stessa e dei miei momenti intimi di fragilità.
Anzi, accarezzo la mia anima nel momento che si mostra più fragile e più delicata.
Stamattina mi son ritrovata con la voglia di dar corso a qualche lacrimuccia. E’ stato un gesto non di tristezza, bensì un gesto personale di libertà. Liberazione da quel malessere che mi faceva su e giù …ho liberato un po’ di quel che di me sto aiutando a crescere, ma che proteggo.
Non voglio perdere una parte di me, una parte importante di me: la mia emotività, la mia sensibilità. La sto tenendo a bada, questo si. Deve riposare. Deve ascoltare, stare in silenzio ed ascoltare.
Cantare è bello, ma è più bello farlo quando l’anima è pronta a cantare.
Essere sensibili è una grande dote se non ci si lascia soggiogare da quello che si prova.
Saluti.