Storia di Mary -1-

sto lentamente mettendo il naso fuori dalla tana.
no, non è esatto.
correggo.
guardo fuori dalla finestra.

– metafore –DonnaGreenXmas

il cielo era spento fuori dalla finestra, fuori dal suo mondo.
non era notte, ma non sarebbe stato possibile dire neppure che fosse giorno…
a quel cielo, a quell’assenza di colore, era impossibile dare una collocazione
 nello spazio contemplabile da una qualsiasi meridiana.
Un silenzio d’ovatta, un silenzio liscio d’olio che era insinuato dovunque intorno
riempiendo ogni spazio avvolgeva ogni movimento, ogni spostamento, ogni rumore.
Mary restava avvolta nella sua calda coperta e guardava ciò che c’era oltre il confine del vetro.
Faceva freddo fuori, lei non lo sentiva sulla pelle ma lo percepiva negli occhi che guardavano
Era certa che il tempo sarebbe cambiato, – quando –  non se lo chiedeva neppure.
Non aveva fretta, guardava il mondo che sapeva vivo, vivo come lei, ma che le
pareva distante perso in un’altro luogo fuori dal vetro che li separava.
Si sentiva stanca Mary, guardava le pagine aperte del diario su cui annotava
diligente le tante cose da fare che nei momenti migliori faceva.
Chiamare il medico,fatto.
Fissare appuntamento dallo specialista, fatto.
Sistemare i piccoli impegni faceva parte di quella ruota che gira chiamata vita.
Anche quando stai lì inerte, lei gira intorno a te e ti coinvolge incurante della tua
staticità.
Lei pensava ….
pensava a quelle persone che complicano le cose semplici,
a quelle che parlano quando sarebbe meglio tacere,
a quelle che non riescono a stare ferme,
a quelle che dovrebbero parlare invece posano lo sguardo altrove
per fuggire con il corpo dove gli occhi vagano.
Pensava a quelle persone che trovano la voglia ed il coraggio
di arrabbiarsi, lottare, credere e quasi quasi sentiva anche un pizzico
di ammirazione per loro, “fortunati” pensava.
Mary invece era ferma a guardare fuori dalla finestra.
Guardava l’uccellino che saltellava sull’immobile prato
Guardava le persone passare sulla strada calpestare le foglie
assorte nei loro pensieri, talune sorridenti, altre assenti, perse
come lei a rincorrere i propri pensieri.
Mary pensava a quante fortune aveva avuto, a quante cose belle la vita
le aveva dato e pensava a tutti quelli che erano stati meno fortunati di lei.
Le sfuggiva un sorriso e poi un’ombra sul viso e poi ancora un sorriso.
Mary….pensava a quella canzone lontana nel tempo:
“contava tutti gli alberi pensando che portassero fortuna

fortuna che è rimasta imprigionata fra i rami….”

la cacciatrice di felicita’

la felicità è un minuscolo animaletto peloso e velocissimo.

lo vedi sfrecciare un po’ dovunque come una saetta e riuscire a vederlo è

abbastanza facile, prenderlo in braccio e tenerlo un po’ con se è più difficile…

ci vuole costanza e allenamento.

io mi sto allenando appunto a diventare “cacciatrice” di felicità. Studio i suoi

movimenti, mi apposto dove so che posso trovarla e cerco di catturarne

ogni tanto un attimo tutto per me.

Sono ancora agli inizi…ma come dice Paolo Villaggio la felicità è una conquista che va cercata, difesa e protetta tassello per tassello.

Perchè lo sto facendo? hehehheheheh…bhè…tutti a questo mondo siamo alla ricerca della felicità. Ma la cosa più entusiasmante è capire che per l’appunto è sempre in giro vicino a noi…che passa velocissima magari proprio sotto i nostri piedi e noi neppure riusciamo a vederla perchè siamo presi dalle faccende quotidiane.

e stavolta non mi faccio fregare. Sto in guardia, occhi bene aperti e….tac!

eccola che spunta nascosta dietro un cespuglio, nel sorriso di un amico.

e poi eccotela di nuovo microscopica in quel “grazie” di un cliente al quale hai risolto una grana.

di cosa è fatta la felicità?….bhè…sto ancora studiando per capirci meglio qualcosina…ma tutto sommato convengo come ho letto in giro che sia fatta di alcuni ingredienti semplici (anche se talvolta ciò che è semplice è anche più prezioso e spesso è difficile da proteggere) …autostima, rispetto di se e degli altri, partecipazione a mondo intorno a noi.

c’è molto altro di certo…ma ….cominciando da qui con gli appostamenti l’ho incontrata diverse volte…..ed è stato bello, molto bello.

avevo imparato troppo bene la strada per l’infelicità, avevo memorizzato i percorsi e spesso mi ritrovavo a commettere gli stessi errori….per carità…..ancora mi capita di reagire allo stesso modo di prima ad eventi simili vedi il post di qualche giorno fa. Evidentemente per fortuna…chi siamo sostanzialmente non cambia completamente…ed io penso sia un bene tutto sommato…altrimenti a questo mondo diventeremmo tutti avidi, cattivi, disillusi ed arrabbiati perchè spesso il mondo è così che ci tratta. Quindi ben venga il nostro non-cambiamento interiore. Ma esteriormente – cavoletti – avremo ben imparato a sopravvivere, no????

dimenticavo…per cacciare la felicità non serve arco e frecce e neppure trappole e o reti. serve solo sorridere.

sorridere di noi stessi e di quel che ci capita!…tutto sommato non è poi così difficile…..basta impegnarsi!!!

buona pasqua  a tutti e un sorriso gigantesco dalla mia riserva speciale tutto per voi!!!

smackkkkkk …e…..buona caccia!!!!  🙂