Lunedì mattina di nuovo al lavoro. Ovviamente i giorni liberi sono tutta un’altra cosa, non sarebbe forse male vivere di rendita. D’altra parte pensare di tornare alla scrivania, alla calcolatrice, al monitor ed alle rotture di scatole quotidiane desta il mio interesse.
Il lavoro nobilita l’uomo.
E nobilita la donna, aggiungo io.
Frasi fatte, ma vere, verissime.
Lavorare impegna la mente, insegna la disciplina di se stessi, ci costringe – qualora non fosse una cosa desiderata o apprezzata da qualcuno – al confronto con gli altri, superiori, colleghi, collaboratori, clienti.
E’ il giusto contrappeso di fastidio e sopportazione di situazioni magari spiacevoli, che ci danno qualche rospo da ingoiare ma che quindi ci fa apprezzare di più il calore degli affetti al di fuori.
Verissimo anche il contrario: un complimento al lavoro, una soddisfazione professionale arricchiscono la vita famigliare che forse tende ad appiattirsi quando tra coniugi, conviventi, compagni, famigliari di varia specie o grado subentra il “dare per scontato”.
E dove lo lasciamo il volgare aspetto finanziario???? no dico….dove lo lasciamo???
Io sono la prima dei primi a dire che i soldi non fanno la felicità…ma avendo provato cosa significa ristrettezze economiche non posso non portare il massimo rispetto per l’attività – bella o brutta che sia – che fa circolare moneta nel mio portafoglio: poter pagare le bollette, fare la spesa, concedersi piccoli lussi come andare dal parrucchiere (si lo so che qualcuno storcerà il naso leggendo lusso abbinato a parrucchiere…ma ditelo a mia madre che mi ha allevata: soldi buttati se puoi fare in casa da sola….) poter acquistare ciò che desidera o di cui ha bisogno per chi amiamo…..cavoletti….solo se non puoi più farlo capisci quanto queste cose che spessissimo si danno per scontate non lo siano affatto in ben più di mezzo mondo che ci circonda.
e qui scatta l’ennesimo grazie che dico alla signora Vita.
Talvolta mi riesce difficile essere serena, felice, soddisfatta….anch’io ho i miei piccoli-grandi dispiaceri. Ma amo troppo la signora Vita per permettermi di nuovo di lasciar prendere il sopravvento a cose “brutte” che possono accadere. Mi fermo, prendo fiato, aspetto che passi il momento di ferro e fuoco, e sorrido. Mi rendo ben conto che passo da stupida con tanta gente….forse da superficiale, da una sempliciotta. Ma cosa c’è dietro quel piccolo sorriso, quella leggerezza che creo come un ricamo d’altri tempi…è un lavoro che mi da tante tante soddisfazioni. E’ vero, si può imparare a catturare il ben-vivere.
Anche e soprattutto relazionandosi ad altri, dando pezzi di noi stessi ad altri….ma questo è un altro post…..ora debbo scappare…..baci mondo, a presto!!!
… il cell è rimasto a casa. 🙁
Grazie.