Il mio valore è ciò di cui più dubito,
il suo merito – ciò che più temo,
in tal confronto, il meglio di me
più umile appare.
Che io non risulti adeguata
alle sue amate richieste,
la preoccupazione prima
della mia mente assillata.
Eppure è vero: la divinità,
per naturale tendenza s’inclina
poichè a nulla s’appoggia
più in alto di sè.
Così io – dimora imperfetta
della sua eletta letizia
– come fossi una chiesa – conformo
la mia anima al suo sacramento.
(Emily Dickinson, 1863)
La mia mente assillata, sempre pungolata dal desiderio di essere meno sbagliata, meno imperfetta, meno fallace……per potermi presentare al cospetto dell’amore con dignità…
ma quanto è difficile non cedere alle umane debolezze, congenite imperfezioni. 🙂
ed un sorriso sempre pronto, sarà anche questo un difetto di fabbrica?????
🙂