Io non sono tante cose che sarebbe interessante ed importante essere: non sono sociologa, non sono psicologa, non sono storica, non sono giornalista, scrittrice, non sono un’addetta ai lavori dello studio di questa umanità nella quale mi ritrovo a far parte.
Sono solo innamorata. Già. Innamorata di quest’essere vivente creato da un Dio chissà in che tempi, chissà perchè, chissà come.
Sono stata male questa settimana….una bronchite bruttissima che mi ha tenuta a casa ad affondare sul divano diventandone parte integrante. Internet fuori uso per problemi con il modem…in pratica ho passato la settimana incollata alla tv per seguire le vicende del disastro Costa Concordia.
E mi son ritrovata a pensare…. se fossi Dio…e me lo sono immaginato come me..seduto nella Sua enorme poltrona nel cielo…a guardare la “tv” del pianeta Terra….l’ha fatto Lui…che altro vuol guardare? E si ritrova pure Lui ad osservare la faccenda nel suo complesso…la faccenda del “nostro” Titanic casareccio. Io al posto Suo mi chiederei “aò…ma che roba c’era in quella polvere con la quale li ho fatti????????
Ma che polvere ho preso?”
Si si…magari mi arriverà una fulminata dall’alto dei cieli…però….capperetti!!!!
In questa singola pagina di storia dell’umanità c’è di tutto. Il coraggio, la viltà, l’ammirazione del coraggio e al contrario il volerlo comunque sminuire….la reazione dei vari modi d’essere. Ma avete visto che facciamo noi italiani? Se non basta questo per fare di noi un popolo eccezionale…ditemi voi: a parte il coraggio degli addetti ai lavori e di coloro che sono diventati “eroi per caso”, dove la mettiamo l’ospitalità e la generosità degli abitanti dell’isola del giglio? e la fantasia di tutti quelli che hanno parodiato la faccenda dei due comandanti contrapposti con rivisitazione fantasiose della pubblicità del tonno Nostromo o dei pirati dei caraibi? io quando ho visto queste cose….sono rimasta ad occhi sgranati come un bimbo che vede qualcosa di eccezionale.
Ma come fanno a pensarle cose così? Quanta creatività c’è che gli scorre nella testa?
E poi….ci sono gli sciacalli….quelli che si tuffano sulle notizie per mangiarci su e dare da mangiare ad altri….
ci sono i cinici…quelli che guardano al tutto e già cercano intenti speculativi in ogni gesto, in ogni azione fatta o mancata, ci sono gli appassionati delle umane vicende, i romantici che sospirano a vedere le dita intrecciate degli innamorati superstiti, i maliziosi (che ci faceva la biondina con il capitano? dove dormiva?..hehehehheeh)…
insomma….Caro Dio…ma come l’hai tirata fuori questa umanità???
ma davvero la pensavi così?? o anche a Te è capitato che mescolando gli ingredienti è caduto qualcosa nel mezzo e ci guardi da lassù pure Tu esaltato ed inebetito, talvolta divertito e talvolta arrabbiato o nauseato? O pure Tu…come me…sei innamorato di tutto ciò? Di questi Tuoi figli pasticcioni, fragili, divertenti, forti, deboli, falsi, onesti, buoni, cattivi, altruisti, egoisti, ecc…ecc….ma tutti tutti figli Tuoi?
A parte ciò…poi pensavo con la mia testa! Caro Capitan Schettino….ho sentito tutte le interviste fatte a persone che le sono amiche…e mi son fatta la mia idea: lei deve essere tutto sommato una brava persona. Non un gran coraggioso…magari uno spaccone..uno che gli riesce bene fare il “Piacione”….e sarebbe stato certamente un gran bravo marinaio o altro che non so. Ma caro Capitan Schettino…le mancava una qualità: l’umiltà e la consapevolezza di se, dei propri limiti, delle proprie capacità. Lei non doveva fare il comandante….no, mi spiace e mi scusi se glielo dico…ma non c’è la stoffa.
La sua stoffa è più delicata…non riesce a sopportare sforzi e trazioni che impongono alcuni ruoli.
Ma la colpa non è tutta sua capitan Schettino. C’era chi doveva vigilare e verificare le sue qualità…..rendersi conto di quel che le mancava….forse invece l’accento fu posto sulla sua simpatia, sui suoi riccetti mori, sulla sua ostentata sicurezza e sulla fortuna che finora l’aveva assistita. Mi spiace capitan Schettino…mi spiace per lei, ma mi spiace di più per sua figlia…come rilevato da Sdat nel suo stupendo articolo, e mi spiace per chi ha perso figli, genitori, parenti e amici.
Invece lei…capitano De Falco…che dire? la prima volta che ho udito la sua voce registrata con quella telefonata mi son detta “ecco chi voglio alla presidenza del consiglio!!!”
Ci voglio LUI!!!
E se non è esatta la definizione di eroe…perchè è vero che non ha fatto nulla di eroico…è comunque un uomo da prendere come “ESEMPIO”.
I nostri figli hanno bisogno di uomini così da ammirare. Figure guida.
Esempi di comportamento…..che non debbono essere i partecipanti al grande fratello o i calciatori o i partecipanti ad amici o altro…..questo è l’uomo al quale vorrei mio figlio ispirasse le sue azioni. Questo è l’uomo che vorrei al mio fianco nella difficoltà. Lui, ed il suo staff. Perchè oramai…..nel corso degli anni….girando per tanti uffici pubblici ho imparato che le persone intelligenti e capaci..sono anche abili nel costruirsi uno staff all’altezza delle situazioni.
Il mio “capo” usa dire che “il pesce puzza dalla testa”….se la testa funziona…tutto il resto funziona al meglio.
E se si son salvate centinaia di persone….lo si deve allo staff completo del comandante De Falco…..e di altri uomini che sono al loro posto veramente meritevoli di esserci.
Mi spiace che la sua figura sia stata portata alla ribalta da una vicenda così dolorosa e tragica…mi chiedo: quanti De Falco ci sono oggi al mondo, in Italia..che fanno silenziosamente il loro dovere pronti ad essere il sostegno al quale aggrapparci nel momento del bisogno?
Quanti Schettino ci sono al mondo, in Italia…che occupano indegnamente posti per i quali non hanno capacità e competenze?
……meditiamo gente, meditiamo…..
p.s.: riporto di seguito il post di Sdat…non voglio perdere i suoi pensieri al riguardo!
TITOLO DEL POST: “L’altra faccia del naufragio…”
Intelligenza, sessualità e coraggio sono componenti dell’essere che non tutti possiedono nella giusta misura ma sui quali molti mentono, millantano, bluffano. L’inesorabile e niente affatto indulgente itinerario comunemente definito “vita” si arroga il diritto di testare presenza e portata di tali elementi, lo fa in modo perfido, mirato, più è grande il bersaglio mendace più è facile far centro. L’incessante e vasta eco che da venerdì sera si propaga dall’isola del giglio sull’intero pianeta reca seco il pesante fardello della vigliaccheria, codardia, pusillanimità, viltà, paura ed altri sinonimi tradotti in ogni lingua o idioma esistente, esportando disonore ed infangando quel popolo che dell’ardir per mari ne ha fatto storia.
L’incredibile naufragio del luna park galleggiante, concepito per mercificare piccoli segmenti di fasto e lusso ad esistenze monotone, ha prodotto e diffuso decibel mediatici capaci di sfondare porte di stalle e liberare il raglio delle teste d’uovo marcite nella improbabile cova dell’autocompiacimento. Agli atavici duelli interpretativi dei preposti si sono aggiunte le urla dei pensatori contro corrente che popolano la rete. L’ignoranza imperversa e disseta la paranoica velleità di giustificare l’ingiustificabile, perdonare l’imperdonabile e comprendere l’incomprensibile, molti non sanno che l’istinto di sopravvivenza tende a rendere tigri i conigli e non viceversa, altri hanno dimostrato di non capire la potenza responsabilizzante di certi ruoli tentando di umanizzare una reazione, a chi è responsabile della vita altrui non viene concessa l’opzione “reazione umana”. Il livello più basso lo si è raggiunto nel tentare di sminuire l’operato di un Ufficiale, il quale, nello svolgimento del suo dovere ha prodotto la prova regina che smaschera, inconfutabilmente, l’infamante fuga di un comandante spaccone e vanesio.
Altro fronte che tracima squallore è quello sul quale si sono recati gli sciacalli della comunicazione, divoratori di carogne che non hanno esitato a creare paralleli e paragoni tra il topo in fuga ed il loro bancomat politico. In particolare mi ha lasciato perplesso, in vero neanche più di tanto, l’editoriale dell’emaciato e spocchioso sorcio (sono ovunque) d’archivio che, come sempre, non vede o finge di non vedere chi gli sta un passo avanti, cioè il suo mentore, anche lui campano, anche lui spaccone, anche lui ricciolino e con la pancetta “pummarola e basilico”, anche lui in fuga da una nave ammiraglia all’accumularsi di cirri e nembi all’orizzonte.
Ho letto accuse e parole di biasimo nei confronti della consorte del fuggitivo rea di averlo difeso appellandosi alla dignità, probabilmente la Signora ha perso il treno del saggio ed opportuno tacere ma la sua accorata esternazione di pancia è molto più accettabile ed umana, questa sì, del blob idiota in piena espansione. Non ho sentito nessuno spendere due parole sul devastante macigno che è piombato addosso alla figlia adolescente, un trauma che lascerà tracce indelebili nella sua esistenza, il marchio di un cognome scomodo, soprattutto l’allucinante metamorfosi di un padre che in poche ore si è trasformato da uomo mito in vile individuo alla gogna.
Non è impresa intellettualmente titanica cogliere le differenze che distinguono un mestiere scelto, voluto, perseguito, da una occupazione intrapresa per sopravvivere e/o garantirsi una esistenza serena alleggerita da codici comportamentali e regolamenti estremi. Il fio da pagare per una carriera brillante, prestigiosa e ben remunerata come il diventare comandante di una nave, consiste proprio nel progressivo aumento delle responsabilità e nell’assottigliarsi delle alternative in caso di problematiche. Indipendentemente dall’onore, per molti un termine che dice poco, il protocollo impone ad un comandante procedure e comportamenti ai quali attenersi scrupolosamente, è questo che rende assolutamente inaccettabile, imperdonabile, gravissimo l’abbandono in questione.
Ho sempre condannato le sentenze aprioristiche, i processi mediatici e lo sbattere il mostro in prima pagina, per quanto mi riguarda, per la mia forma mentis, per la mia esperienza di vita, in questo caso non ho bisogno di giudici, chi vìola un codice d’onore non merita clemenza.
Tullio Antimo da Scruovolo