Una lettera per te…che resta a me.
ciao pp…piccolo principe…ti chiamavo così ricordi?
Fino a che non hai messo in atto come canta la canzone “si ruba l’amore che si fa rubare”
e ti sei fatto rubare la prima volta.
Ti chiamavo piccolo principe, ed io ero la tua piccola volpe…mi era venuto in mente di chiamarti così pensando al Piccolo Principe di Exupery…..alla sua rosa…a tutto il cuore che c’è in quella storia.
Il colore del grano….l’importante allora era aver avuto il dono di averti conosciuto.
Ma non sapevo ancora cosa ci aspettava….no, non lo sapevo e mai avrei immaginato che a me accadesse tutto quel che è accaduto perché mi sono fatta prendere il cuore.
Mi sono fatta prendere il cuore da te….da un te che non eri esattamente tu…ma il racconto di te che tu fai.
Racconti che con il passare del tempo diventano diversi. Si aggiungono particolari, si riempiono di precedenti omissioni, acquisiscono una forma che non è quel che era.
Perché tu racconti le realtà che vivi, ma mentre le vivi ti comporti in modo diverso.
Mi spiego meglio piccolo principe. Quando siamo, ops…eravamo! Quando eravamo insieme c’era armonia. Tu sei dolce, tenero, con me non ti inquieti praticamente mai…casomai sono sempre io che discuto per questo o per quello.
Quando poi risalivo sul treno….uscivi dal palco dove avevi interpretato il tenero compagno e riprendevi ad essere lo scapolotto…come ti ho detto un sacco di volte? il galletto con le galline.
E fai il galletto oggi, fai il galletto domani…una gallinella che diventa vittima del tuo fascino esce fuori ..non ci sono santi.
Te la cerchi…come diciamo a Roma.
E te la trovi. E stavolta?
Stavolta….a parte che come al solito hai raccontato la verità che ti faceva comodo raccontare.
Ma caro tesoro mio….possibile che non hai imparato che tu non sai mentire? o meglio…mentire lo sai fare da Oscar della recitazione. E’ perdere tempo con il corollario della bugia che ti manca.
Perché tu racconti la bugia così…tanto per toglierti dall’impiccio lì per lì…e alle conseguenze non ci pensi.
Quindi non ti curi di essere certo che la bugia regga. No. Tanto hai anche imparato che chi ti
vuole bene ti perdona.
Quindi io me ne sto qui sola….a fare i conti con una verità che si è illuminata in seguito…anche se in mezzo ad ombre fatte di “no no…ti assicuro che è come ti dico io…” e a ricucire gli strappi che tu mi fai nell’anima.
Tranquillo…ce la farò come ce l’ho sempre fatta. Mentre tu stai “dall’altra parte del mondo” a pensare ai fatti tuoi. Che poi dici che non è vero che non mi pensi….già.
Sai? l’ho capito. Tu pensi solo a te stesso. Si, lo confesso….per secoli ho davvero creduto al tuo cuore buono gentile e generoso….ci ho creduto fermamente completamente.
Era questa convinzione che mi faceva tornare da te ogni volta. L’assoluta convinzione che in te c’era un cuore meraviglioso, onesto, stupendo…che se anche finivi a far del male a qualcuno…era sempre per un banale incidente di percorso. …che tu non volevi fare del male ad una mosca e se capitava era sempre a causa di qualcun altro o qualcos’altro.
Lo credevo. Adesso so che le cose non stavano esattamente così. Che non sei l’ingenuo difensone dei deboli…che non so in che momento della tua vita è accaduto…ma sai essere egoista.
Non un grande egoista…no. Un egoista alla giornata. Un egoista nel senso che non fai la fatica di pensare alle situazioni particolari nelle quali dovresti agire con determinazione a “difesa” di qualcuno.
No. te ne stai al tuo posto….e gli altri se la cavino come pensano meglio.
Questa è l’immagine che ho di te quella sera che tu, tuo fratello e Lilly eravate in casa a mangiare un pasto caldo mentre io ho fatto l’unica cosa che mi poteva salvare…allontanarmi quel poco che potevo.
Tu non hai fatto nulla di male (tu non fai mai nulla di male, no?) …sei solo rimasto seduto a quel tavolo a chiacchierare mentre io ero da sola di fuori. Dirai…mica ti ho buttata fuori io, sei tu che sei voluta uscire. Certo, è vero. Ma….caro tesoro mio…non è forse vero che la situazione complessiva era che io avevo preso dei giorni di ferie per aiutarvi, che avevo preso un treno, percorso km, speso i soldi del biglietto (non sto rinfacciando…voglio solo farti presente che la cosa è un pochino più complessa del “esco di casa, dieci minuti e sono da te”)..e in questa situazione complessiva…non sarebbe stato il caso di lasciare sole le persone in casa e venire a sentire come mai quella persona – che aveva lasciato la sua casa, i suoi, il lavoro per venire a darti una mano – aveva sentito la necessità di allontanarsi? Non sarebbe stato il caso?
si…ma tu non ci pensi. Ecco l’egoismo del quale ti parlo. Non è un grande egoismo…ma riesce a farsi sentire lo stesso.
Perché Piccolo Principe…qui non si tratta del grande parolone “amore”. No…qui si tratta di amicizia, rispetto, affetto. Si tratta di quel ti voglio bene che non vuoi dire perché ti pare di dare illusioni….ma di stringere tra le braccia, baciare, amare con carezze e sguardi…bhè…come l’hai definita? quella è solo la forte attrazione. Ma dire Ti voglio bene………già….non fare lo sforzo…non dirlo….a me non dirlo.
Tanto alla fine cosa vuoi che io stia pensando adesso? Che mi vuoi bene? No piccolo principe.
Non penso che mi vuoi bene. Non puoi volermene perché sei troppo impegnato a fare altro.
Troppo impegnato per pensare un minuto a me. Troppo impegnato per chiederti come sto.
Troppo impegnato per mandarmi un sms o scrivermi una mail per convidere qualcosa con me.
Ovviamente ci sentiremo ancora…lo so. E ci rivedremo…lo sappiamo. E cosa accadrà…
è scritto nelle pagine del futuro che non possiamo leggere.
Ma…tesoro mio….ti scrivo per darti una buona notizia.
Ho capito che non ho il diritto di buttare via la mia vita come mi è accaduto in questi ultimi tre giorni. Ho capito che posso amarti anche se non meriti il mio amore….fino all’ultimo dei miei giorni. Ho capito che sarà difficilissimo per me aprire il mio cuore ad altre persone….perché c’è sempre il tuo pensiero di fronte ad ogni altro mio pensiero. Ci sei tu quando mi addormento e quando mi sveglio al mattino. Ci sei tu mentre mangio un panino, prendo il caffè, guardo il cielo all’orizzonte. Ci sei tu mentre ascolto la musica, mentre chiacchiero con un’amica, mentre lavoro. Ci sei tu mentre aspetto la metro, mentre cammino, mentre respiro.
Ma debbo camminare, mangiare, respirare……..e sorridere.
Debbo vivere. Vivere…non trascinarmi in una sopravvivenza grigia e spenta perché tu sei troppo occupato per poter pensare a me.
E domani…..sarà quel che sarà.
Oggi il sole, la giornata di primavera…hanno provato a riavviare la mia voglia di vivere…pare che questo tentativo abbia funzionato. E se mi spegnerò di nuovo….ci sarà un nuovo riavvio.
perché la mia vita è faticosa….si….ma è troppo bella per non viverla.
“se questa vita morde…tu mordila di più”.