radici?

Ieri sera mio figlio di ritorno da una settimana di vacanze con la fidanzata nel paese di lei mi chiede cosa ne avrei pensato dell’eventualità di trasferirci tutti lì in Puglia. Mi sono meravigliata di me stessa….già sapevo che quell’eventualità avrebbe potuto presentarsi ma onestamente non mi sono sentita impaurita o spiazzata….gli ho detto che non c’era problema, avrei solo dovuto aspettare la pensione perchè non posso rinunciare al lavoro.

Ed è vero: casa è dove c’è chi ami….e a me resta solo un grande amore: Piccola Freccia e mia mamma. Ovviamente so che mia madre mi seguirebbe.

A parte l’aspetto “romantico” del casa è dove è il cuore c’è anche un’altra verità: non ho legami qui. Nessuno che sia legato a me in modo così particolare o a cui io mi senta legata in modo particolare. Famiglia? La famiglia di origine nel senso ampio…nonni, zii, cugini….non esistono. O meglio…io esisto per loro solo nell’albero genealogico. Nessun affetto profondo e sincero. Il mio ex marito è ancora affettuoso con me, ovviamente però in modo sporadico….un messaggino a settimana e una telefonata per mantenere i contatti per nostro figlio ogni tanto. Comunque divorziati…quindi le nostre vite sono definitivamente separate. Mi resta un fratello e una sorella. Mia sorella ha le sue sisters sostitutive…il gruppo delle sue amiche per la pelle. Per carità ci vogliamo bene…ma non condividiamo la vita. Purtroppo no. Ci ho provato e ci sono stati periodi anche di maggiore vicinanza, ma la “lontananza” tiene anche lontani…come si dice? Lontani dagli occhi lontano dal cuore. E lei si gode la vita con chi gli è vicino. Non gliene voglio…così va la vita soprattutto quando si cresce in vite separate e ti incontri poco più che come estranei in ascensore.

Mio fratello è un tesoro. Accorre subito in mio aiuto. Ma in pratica accade se chiedo aiuto e lui c’è sempre. Ma un essere umano ha necessità di un affetto anche solo per una passeggiata, sfogarsi di una brutta giornata al lavoro, un semplice abbraccio ogni tanto,  andare a fare la spesa, una serata al cinema o per un we di vacanza….e per queste piccole cose ho solo mia madre. Solo lei.

Ed ecco le lacrime agli occhi…..ed un dolore alla gola, una stretta che è strana se si pensa che è dolore che si libera. Un dolore che tieni seppellito talmente in profondità che neanche io me ne ricordo più…sempre sorridente e leggera. Ma nella profondità il dolore è lì, e appena lo liberi un attimo sgorga nella gola e scivola sulle guance.

Quindi…detto tutto ciò….cosa mi impedisce di seguire Piccola Freccia a 500 chilometri da qui? cosa mi impedisce di cambiare vita?

Nulla….ahimè nulla.

Forse questa pagina di vita scaturita da una frase buttata lì da Piccola Freccia ieri sera finisce qui. D’altra parte la vita mi ha già insegnato che sull’onda delle gioie e di nuove esperienze si intravedono scenari futuri strabilianti…e poi….una nuova alba e tutto torna ridotto alla realtà quotidiana. Come potrei dimenticare Franco che dice a sua madre e suo padre che avrebbero dovuto trasferire la loro famiglia a Roma? Come posso dimenticare lo sconforto e forse la piccola lacrima spuntata negli occhi della sua mamma incredula delle parole appena sentite? All’epoca credetti alle parole di Franco, anzi, ero preoccupata per i suo che quasi costringeva a seguirli strappandoli alla loro vita. Che sciocca…

Era solo poco più di un gioco, uno spettacolino messo su da un mezzo uomo che non era ancora cresciuto…e giocava…giocava pesante con i sentimenti delle persone intorno a lui.

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