Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare.
– Giacomo Leopardi
e con questa poesia dolcissima….
riporto pace nel mio cuore.
il contraccolpo è passato…
il lavoro mi reclama con la sua impellente necessità.
con animo più quieto
auguro agli eventuali viandanti
un sorriso a tutti…chi vuole che gli porti la colazione a letto??
bella e serena giornata a voi!!!
smack
Angy
Ne sono contenta 🙂
(Mi sento goccia::nel senso di precario equilibrio).
Evaporarmi, cadere e dividermi ancora in ulteriori microgocce anche se anelo a dissetare qualcuno, se pur piccola.