morbido come un massacro di soli
trucidati dalle sciabole della notte.
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Portami il tramonto in una tazza,
sommami le caraffe del mattino
e dimmi quante stillano rugiada.
Dimmi fin dove salta il mattino –
Dimmi fin quando dorme colui
che intrecciò e lavorò le vastità d’azzurro.
Scrivimi quante sono le note
tra i rami incantati
raccolte nell’estasi del nuovo pettirosso –
e quanti i viaggi della tartaruga –
e quante le coppe di cui l’ape si nutre,
Baccante di rugiada!
E ancora, chi posò i moli dell’arcobaleno,
chi conduce le docili sfere
con vinchi di morbido azzurro?
E ancora quali dita rinsaldano le stalattiti,
chi conta le conchiglie della notte,
per vedere che non ne manchi nessuna?
Chi costruì questa casupola bianca
e così salde ne serrò le finestre
che al mio spirito non è dato vedere?
Chi mi farà uscire un giorno di gala
e mi darà quanto occorre per volar via
più sfarzosamente di un re?
(emily d.)
adesso mi sento come lama temprata tra incudine e martello
morbida come un massacro di soli
trucidati dalle sciabole della notte.
sangue e nobiltà di drago
cavallo di fuoco di ieri, oggi e domani.
Ciao cara Angy…
dopo una lunga assenza ritorno…e ti leggo…
in primis tanti complimenti per il tuo blog…tutto colorato e “natalizio”…per quanto diguarda il tuo post…
forte…mi preoccupa tanto sentirti cosi…
ma cos’è successo????? spero dic uore che il tuo sole torni a brillare senza cicatrici e senza dolore.
verox