vorrei poter dire perchè accadono alcune cose
ma ci sono cose per le quali ormai da tempo
parlo solo con me stessa.
un giorno….quando non sarò più forse saprò se
ho fatto bene o sbagliato.
un giorno quando non sarò più…
se è il nulla dove andrò….
nulla avrà più importanza.
tranne le parole scritte.
quelle restano.
spero non me ne avrà Girasole se posto qui un suo splendido scritto…
non posso rischiare di perdere questa meraviglia…Girasole….è un capolavoro:
http://milpat.blog.lastampa.it/il_mio_weblog/2008/11/parole-che-rimb.html
Parole che rimbalzano tra i muri di quest’enorme stanza che chiamano vita, di cui ci nutriamo dal momento in cui apriamo gli occhi al mondo.
Non comprende il bambino quegli strani suoni che gli fluttuano intorno, ma sente che sono belli, musicali, pieni d’amore e pian, piano li impara, in un continuo sforzo d’imitazione.
Subito dopo comprende che ci sono parole che fanno star bene, che fanno sentire sicuri, che scaldano il cuore e altre che invece fanno male, che causano quella brutta sensazione…quella che fa sentire soli, con dentro un grido fatto di lacrime.
Impara che le parole sono il mezzo attraverso cui l’anima e la mente esprimono se stesse per poi scoprire che non è sempre così, che le parole sono come cera che si modella sull’anima di chi le dice: anima bianca, anima nera. A volte s’intrecciano, componendo e scomponendo le due facce di una stessa medaglia.
Un viso nello specchio scruta e cerca risposte. Guarda se stesso e non si vede. Cerca altrove, ma non si trova.
E le parole nascono,muoiono, si trasformano,immutabili ed eterne.
Parole chiare come acqua di fonte,torbide e sfuggenti.
Sicure, girano in spirali che diventano dubbi; dubbiose, sprofondano nella luce e diventano certezze.
Parole che s’aggirano per le strade, insinuandosi nel cuore e nell’anima di chi non ha mai imparato a spiare sotto la cera.
Parole che scrosciano e cantano, parole mute e parole che gridano,che fanno piangere d’emozione.
Parole comprese e fraintese, credute e maltrattate, leggere come farfalle o pesanti come sassi lanciati contro un vetro.
Parole con cui ci scontriamo, in ci avvolgiamo felici come dentro una calda coperta,parole con cui piangiamo e ridiamo.
Complicato universo difficile da interpretare, da spiegare, da capire.
E rimangono parole che scriviamo: il barlume di un attimo.
Annusare, toccare, ascoltare.
Capire per poi tornare al buio in uno strano gioco di chiaro-scuri.
Le spargiamo al vento, qualcuno capirà? Forse…
Le parole siamo noi complicati, poliedrici, sicuri e timorosi, pieni di certezze e dubbi
alla perenne ricerca di chiarezza, semplicità, verità.
grazie per aver scritto queste parole.
No,non mi dispiace.Sono felice che ti sia piaciuta.
E’ strano, non è nemmeno una di quelle che penso siano riuscite meglio. Non è poesia, non è prosa, è un qualcosa che sta lì…a metà strada. Sono solo pensieri.
Un abbraccio
Innanzitutto volevo scusarmi con te per aver cancellato il tuo commento precedente(problemi al pc) e ti ringrazio di averlo rimesso e poi concordo con te su queste “parole”:sono veramente una breccia nel cuore per chi riesce a comprenderle.ciao.giampaolo.
E poi, comunque, anche se spendiamo parole su belle parole, la cosa bella è? Che chi ascolta sappia farne tesoro. Che chi riceve il messaggio lo apprezzi. Che chi alla fine, non ci guardi perso nei propri pensieri e col sorriso ci dica si ma, non ha capito un tubo di quello che noi desideravamo capisse. 🙂