tornavo dal supermercato, la testa impregnata da mille pensieri, cominciavo a tendere al disfattismo quando è arrivato un attimo di bellezza ad interrompere il flusso caotico che agitava la mia testa.
di fronte a me arrivava con il suo tipico andare senza meta una farfalla molto bella.
sono rimasta incantata e ferma ad osservarla indagare curiosa tra le foglie e i fiori di un cespuglio fiorito lungo la strada. ma quel cespuglio non aveva ciò che lei cercava, si è innalzata e poi allontanata.
le farfalle hanno sempre sortito su di me un effetto quasi magico.
è come se creassero una spaccatura tra me e la realtà circostante nella quale mi infilo inseguendole con lo sguardo.
mi rapiscono da tutti i pensieri e mi sollevano in un’altra dimensione nella quale io non ho più forma, peso, sostanza. divento pensiero che vola con loro.
forse perchè quasi tutta la mia vita ho subito il fascino della vita della farfalla, il fascino della metamorfosi.
io, l’eterna crisalide che mette ali troppo piccole e deboli per volare lontano.
ed ogni volta mi è facile scivolare nel sogno di volare via, via con loro tra rami, foglie e fiori.
e sono leggera per alcuni istanti, leggerissima colorata e semplice.
senza pensieri sul tempo che scorre, ieri, oggi, domani.
solo l’attimo presente. solo il calore del sole sulla pelle, la carezza del vento, e la magia di un volo fine a se stesso – che non deve andare da nessuna parte, che non aspetta nessuno, che non ha alcun altro fine se non essere ciò che è "il volo di una farfalla".
perchè invece la vita di un essere umano è così complicata? dover andare sempre da qualche parte, qualcuno che ci aspetta o qualcuno da aspettare, impegni da assolvere o attesa che qualcuno assolva qualcosa per noi.
è nella nostra natura. nell’avidità, nella nostra fame di comprensione che c’è il carnefice della nostra pace, della nostra armonia con il creato.
e quanto poco di eterno e sublime abita chi deturpa ed uccide il creato, la natura intorno a noi.
negli ultimi giorni di luglio degli esseri senza cuore (si può essere senza cuore ed essere?pare di si) hanno dolosamente dato alle fiamme la pineta di Castel Fusano…ulteriore assassinio dopo quello già perpetrato nel 2000 ai danni della stessa pineta.
come descriverlo? dalle finestre di casa mia l’orizzonte era un muro di fumo.
il cielo colore del dolore…un colore giallo morto….immaginate l’amore del sole che con i suoi raggi luminosi si incontra con una nube di morte nera, l’attraversa ma perde la sua lucentezza….ecco…quello è il colore che vedranno i vostri occhi nel cielo. incute timore.
e poi…passando accanto alla pineta, a ciò che resta della pineta….si intuisce cosa può fare l’uomo per avidità: portare morte e desolazione.
l’avidità è il peggior flagello umano…la lupa che incute la maggior paura a Dante uscito dalla selva oscura….più della lussuria e della superbia.
è l’avidità che fa bruciare alberi, cespugli, uccidere insetti e animali…..togliere vita al mondo.
ma quella farfalla si è salvata 🙂 per portare a me un attimo di amore….
e con lei molte altre meraviglie che dobbiamo amare e proteggere sempre.
noi salviamo loro, loro salvano noi
quella visione ahimè,l’ho vista anche io e per la seconda volta!!( stesso orizzonte quindi?!!) termini gentili per qualificare tali individui non me ne vengono direi…..:-((
a proposito delle farfalle,è vero che facciano scaturire emozioni particolari,forse perchè esseri misteriosi che sanno trasformarsi così splendidamente in molti casi? ..forse si chissà !!
ti lascio un abbraccio ed un sorriso:-)
Dovresti piantare una “bludeia” amica mia, una pianta che attira le farfalle. E’ bella con i suoi fiori colorati e amica delle farfalle che anch’io amo tanto. Forse perchè nel nostro immaginario, rappresentano la rinascita, come tu dici. Bruchi prima, faticano molto prima di diventare quello che sono: splendide creature che donano gioia a chi le guarda. Hanno vita breve, ma per quell’istante di vita sono felici e danno felicità .
Grazie di essere venuta a trovarmi nella mia nuova casa. E’ vero, è un po’ austera, ma è quello di cui ho bisogno ora: meno apparenza forse, ma più sostanza.
Ma stai pur certa che non ti mollo, passerò sempre di qui.
Un bacio grande, grande