Sono le donne difficili

Sono le donne difficili quelle che hanno più amore da dare,

ma non lo danno a chiunque.

Quelle che parlano quando hanno qualcosa da dire.

Quelle che hanno imparato a proteggersi e a proteggere.

Quelle che non si accontentano più.

Sono le donne difficili,

quelle che sanno distinguere i sorrisi della gente,

quelli buoni da quelli no.

Quelle che ti studiano bene, prima di aprirti il cuore.

Quelle che non si stancano mai di cercare qualcuno che valga la pena.

Quelle che vale la pena.

Sono le donne difficili, quelle che sanno sentire il dolore degli altri.

Quelle con l’anima vicina alla pelle.

Quelle che vedono con mille occhi nascosti.

Quelle che sognano a colori.

Sono le donne difficili che sanno riconoscersi tra loro.

Sono quelle che, quando la vita non ha alcun sapore,

danno sapore alla vita.

(Per quanto riguarda l’autrice di questa stupenda poesia riporto due nomi:

Alma Gjini – Mara Bagatella

in quanto su internet si parla di plagio tra l’una e l’altra ed onestamente io non so quale delle due sia l’autrice. Resta il fatto che la cosa più importante è la condivisione…e la vera autrice sia fierissima in cuor suo di aver scritto qualcosa di estremamente bello sul mondo delle donne)

baci e buona giornata a tutto il mondo

🙂

 

 

Vivere….in poesia

Vivere è stare svegli
e concedersi agli altri,
dare di sé sempre il meglio
e non essere scaltri.

Vivere è amare la vita

coi suoi funerali e i suoi balli,

trovare favole e miti

nelle vicende piú squallide.

Vivere è attendere il sole

nei giorni di nera tempesta,

schivare le gonfie parole

vestite con frange di festa.

Vivere è scegliere le umili

melodie senza strepiti e spari,

scendere verso l’autunno

e non stancarsi d’amare.

(Angelo Maria Ripellino)

 
 
Continua la mia raccolta di cose belle….che fanno bene al cuore.
Ne ho bisogno per prendere le distanze, dissociarmi da questo mondo ogni giorno più difficile,
dove le ingiustizie e il mal governo ci fanno sentire senza più fiato e con le spalle sempre più schiacciate al muro. Cercare la poesia per esaltare il bello che c’è al mondo è il mio personale modo di reagire, la mia “guerriglia” ai tempi duri che ci stanno avvolgendo.
Non voglio parlare delle cose squallide che viviamo tutti i giorni….che sentiamo al telegiornale…o almeno…voglio che si parli e ricordiamo tutto il bello per cui vale la pena resistere e lottare. I volti dei bimbi che crescono al primissimo posto. E poi….milioni di miliardi di cose belle che sottovalutiamo. Non lasciamo che l’avidità degli altri e le nostre preoccupazioni ci tolgano il piacere del dono della vita. Non dobbiamo permetterlo. Mai. 
buon fine settimana a tutti….e felice vivere!!!!
smack

amare

Amare qualcuno è un lasciapassare, una giustificazione, un nulla-osta a fare del male ad altre persone?

Io dico di no. Ma c’è chi pensa diversamente.

E per come sono fatta io…per la mia idea di “amare”….mi pongo una domanda: ma chi ama veramente….ovvero è capace di dimenticare se stesso per il bene dell’altro senza sentirsi nel contempo autorizzato ad essere giudice, avvocato d’accusa, detentore di convinzioni basate su preconcetti e supposizioni, insomma….chi sente davvero dentro di se il miracolo dell’amore che ti rende una persona migliore, felice anche solo di camminare per strada ad un metro da terra…..questa persona che ama così può sentire il bisogno di fare del male al prossimo?

Anche stavolta la mia risposta è no.

Per questo sostengo che non c’è amore in chi per primo pensiero ha rancore e vendetta.

Ma questa è solo la mia modesta opinione…il pensiero di una sognatrice idealista che per amore intende qualcosa di veramente immenso ed incomprensibile….che sfugge a tutti i ragionamenti umani.

E detto questo….me ne torno nel mio silenzio, nella mia scelta d’amore che vuol dire tra le tante cose fiducia nella persona che amo, indipendentemente da quello che leggo o non leggo.

Credo in quello che i miei occhi vedono, in quello che le mie orecchie ascoltano…e in quel che il mio cuore sente.

Buona giornata Mondo!!! smack

 

 

 

 

auguri

Ciao tesoro mio, oggi è una giornata speciale per Te. E’ cominciata stanotte a mezzotte quando mi hai svegliato emozionatissimo e mi hai detto urlando di gioia “ho 18 anni, ho 18 anni”.

In questi ultimi tempi sei un po’ triste, quindi seppure tra le nebbie del sonno percepire la tua felicità è stato bellissimo.

Oggi è la tua festa, ma forse è un po’ più mia….nell’affollarsi di ricordi di 18 anni fà.

Non vedevo l’ora di averti, di poterti stringere a me, di vederti. Ricordo invece che andò tutto in modo complicato. Tu che non nascevi, il parto indotto trasformato in un cesareo alle 21.40, l’ora del tuo primo vagito…ed io che stavo male e ti portarono da me dopo una notte terribile trascorsa da sola tra un lamento ed un altro….dolori fortissimi per i punti che tiravano a causa della tosse per l’anestesia mentre ero già un po’ debilitata.

La prima volta che ti hanno portato da me ho provato ad alzarmi per poterti prendere n braccio…ma non ce la feci. Caddi senza forze. Finalmente la sera del 25 riuscii a tenerti vicino a me e fu la prima volta che tentai di allattarti..tu ed io completamente ignari ed inesperti. Io con te ho imparato ad essere mamma…tu con me stai imparando ad essere figlio. La vita oggi ti spalanca la possibilità di essere responsabile di te stesso…ti offre le chiavi per aprire le porte sul tuo futuro, sulle tue scelte. 🙂

 

La mia vita, la tua vita.

Cosa vorrei per te dolce tesoro mio?

Vorrei il meglio del meglio. Ma so già che non sarà possibile se non accetterai che il meglio è già dentro te stesso, se lo cercherai fuori di te in oggetti o in altre persone.

So già che per quanto io possa fare tu hai il tuo percorso da fare. I tuoi errori da compiere. La tua storia da tracciare con le tue passioni, i tuoi slanci, i tuoi momenti di pigrizia e le tue fermate.

La tua musica da suonare, i tuoi voli da fare come quando dove vorrai.

Ti auguro il coraggio di essere sempre te stesso e non farti piegare mai dalle avversità.

Ti auguro di avere cuore, testa, stomaco, braccia…tutto te stesso in armonia con te stesso e con il mondo intorno a noi.

Ti auguro di riuscire ad avere un rapporto speciale con il cielo, le stelle, il sole,la terra, l’acqua,  le nuvole, la luna, il vento…..Gaia, madre Natura in tutte le sue forme.

Perchè noi siamo solitaria parte del tutto….pezzetti dell’universo e se riuscirai a sentire questo i tuoi momenti di solitudine ti trafiggeranno in modo meno profondo.

Ti auguro di non dover mai subire nessun ricatto di nessun tipo….e se capitasse..di non cedere mai….di non tradire te stesso per nessun motivo.

TI auguro di essere stupido per amore, altrimenti che amore è?

Ti auguro di essere attento e responsabile per gli impegni che assumi, come hai fatto fin’oggi a modo tuo.

Ti auguro di cambiare, di imparare, di migliorare.

Ti auguro di realizzare te stesso, non le mie aspettative.

Ti auguro di lottare per imporre le tue scelte…come hai fatto con l’orecchino che ci vede su fronti opposti ma con rispetto reciproco.

Ti auguro il coraggio di rialzarti dopo ogni caduta…anche la più dolorosa e avvilente.

Ti auguro che la speranza fiorisca dentro di te come un’erba selvatica che ritrova sempre una strada anche in mezzo all’asfalto di città o alla terra bruciata da un incendio o colpita da un’inondazione.

Ti auguro empatia….che ti faccia sentire i sentimenti altrui. Il dolore, la gioia, la rabbia, la delusione, la simpatia….e che questo dono ti sia d’aiuto nel gestire la tua vita nel mondo….in uno scambio costante d’umanità….di comprensione degli errori reciproci.

Di auguro di tenere il giudizio abbracciato saldamente con il dubbio…la certezza assoluta è un grande nemico di te stesso. Ti limita, non ti permette di guardare oltre ciò che vedi….non ti permette di imparare oltre quel che già pensi di sapere.

Ti auguro di imparare dai tuoi errori…di non dimenticare quel che fai di sbagliato per trarne esperienza. Di accettare la tua debolezza umana che vuol dire sbagliare, invecchiare, dimenticare….perdersi nel mondo.

…..e tesoro…quando partirai da solo alla conquista del mondo….

Ricordati di lavarti dietro le orecchie…

Non parlare con gli sconosciuti…

mandami una cartolina….

mandami una cartolina…..

(il Re Leone 3, Hakuna Matata, Walt Disney)

 

la più bella

Dai ad ogni giornata la possibilità di essere la più bella della tua vita.

Mark Twain

….hehehheh….ci vuole allenamento, ma, secondo me, se viviamo positivamente, cercando il meglio in tutto quel che accade….metà del lavoro è fatto!!!

Dare a noi stessi la possibilità, l’opportunità. Questo mondo è così difficile, duro….abbiamo il diritto/dovere di migliorarlo al meglio delle nostre capacità!

Talvolta è più facile a farsi che a dirsi. Cominciamo regalando un sorriso a quelli che incontriamo, sulle scale, in autobus, al bar….e ogni sorriso  ricevuto in cambio è già un piccolo tesoro!!!

Buongiorno mondo!!! Sorridi!!!

🙂

 

 

nel mare impetuoso della vita….

………………un attimo per le cose veramente importanti si trova sempre.

sono ancora in ufficio…sommersa dalle cose da fare….ma…….il pensiero è sempre per le cose veramente importanti della vita.

🙂

 

Dragon Heart

Bellissima storia….nella quale si parla di un drago, nobilissimo drago.

Un drago che per ridare la vita ad un principe si apre il petto, estrae una parte del suo cuore e ne fa dono al principe.

E per questo dono morirà…..l’ultimo dei draghi muore per aver dato fiducia al principe.

Nel cielo le stelle brilleranno nei secoli per ricordare il nobile, gentile e simpaticissimo drago.

E che dire della dolcissima draghetta di Eragon  …il cavaliere di draghi????

Nella cultura orientale il drago è considerato una creatura portatrice di fortuna e bontà……ma non tutti lo sanno!!!!

🙂

buonanotte mondo, baci a tutti!!!!

 

 

 

poesia….

Un’armonia mi suona nelle vene

Un’armonia mi suona nelle vene,
allora simile a Dafne
mi trasmuto in un albero alto,
Apollo, perché tu non mi fermi.
Ma sono una Dafne
accecata dal fumo della follia,
non ho foglie nè fiori;
eppure mentre mi trasmigro
nasce profonda la luce
e nella solitudine arborea
volgo una triade di Dei

Alda Merini

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Poesie degli indiani d’america:

Tieni Stretto Ciò Che E’ Buono

 Tieni stretto ciò che è buono,
anche se è un pugno di terra.
Tieni stretto ciò in cui credi,
anche se è un albero solitario.
Tieni stretto ciò che devi fare,

anche se è molto lontano da qui.
Tieni stretta la vita,

 anche se è più facile lasciarsi andare.
Tieni stretta la mia mano,
anche quando mi sono allontanato da te.

 Oh Grande Spirito,
la cui voce ascolto nel vento,
il cui respiro dà vita a tutte le cose.
Ascoltami; io ho bisogno
della tua forza e della tua saggezza,
lasciami camminare nella bellezza,
e fa che i miei occhi sempre guardino
il rosso e purpureo tramonto.
Fa che le mie mani rispettino la natura
in ogni sua forma e che le mie orecchie
rapidamente ascoltino la tua voce.
Fa che sia saggio e che possa capire
le cose che hai pensato per il mio popolo.
Aiutami a rimanere calmo e forte
di fronte a tutti quelli
che verranno contro di me.
Lasciami imparare le lezioni
che hai nascosto in ogni foglia
ed in ogni roccia.
Aiutami a trovare azioni
e pensieri puri per
poter aiutare gli altri.
Aiutami a trovare la compassione
senza la opprimente
contemplazione di me stesso.
Io cerco la forza,
non per essere più grande del mio fratello,
ma per combattere
il mio più grande nemico: Me stesso.
Fammi sempre essere pronto
a venire da te con mani pulite
e sguardo alto.
Così quando la vita appassisce,
come appassisce il tramonto,
il mio spirito possa
venire a te senza vergogna”.

Bisonte che Cammina
(1871 – 1967)

vento…

Ieri sera sono uscita a cena con la mia amica Al….come al solito una serata serena tra amiche che si aprono il cuore a vicenda. In questi ultimi tempi lei ha tanto da sfogarsi, ed io ascolto il fluire della sua sofferenza e della sua rabbia mentre mi racconta quel che è capitato nella sua vita….e da ieri quando abbiamo fissato l’appuntamento nella mia zucca diverse volte è tornata in mente una frase che non sentivo da secoli, va bhè…..secoli, mica so’ così vecchia!! da tanto. ecco…da tanto.

la frase è un vecchio adagio…io adoro i vecchi proverbi, i modi di dire….piccole perle di saggezza. a casa mia da ragazza venivano citati spessissimo per spiegarci rapidamente il senso delle cose.

I proverbi sono un’altra delle cose che questa moderna gioventù ha perso….perde perchè noi “grandi” non li trasmettiamo più.

E’ un po’ triste questa cosa..ma …il mondo è cambiato, la gente è cambiata….e alcuni modi di dire sembrano diventati “obsoleti”…inadatti…vecchi e polverosi.

Sembrano.

invece non è assolutamente vero….e ieri il vecchio detto che mi è tornato alla mente è

qui ventum seminabunt et turbinem metent

“chi semina vento raccoglie tempesta”

e subito dopo…ripenso all’insegnamento della mia amatissima Misa….

fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te

non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te.

….oppure….diceva spesso, anzi, no, spessissimo:

fai del bene – scordalo -, fai del male – pensaci.

…..

che ricordi….quanta dolcezza in questi ricordi di bambina e fanciulla.

approposito di cose perse e dimenticate….hahahhahah….venerdì mattina ho sentito una parola che non sentivo (anche questa) da milioni di anni.

avevo chiamato un cliente per richiedergli un documento necessario per la sua dichiarazione dei redditi…e lui mi risponde dicendo di fare senza perchè in casa non riesce a trovarlo…l’anno scorso con la fantesca c’erano stati problemi.

La fantesca?????

Meno male che memoria per le parole…invece per i numeri..dimentico tutto.

e quindi mi son ricordata a cosa collegare il termine fantesca……ma davvero secoli e secoli di disuso.

ma  per le mie orecchie è stato un piacere sentirla.

quanto mi piacerebbe fare un salto nel passato…..ritrovarmi sui banchi di scuola delle elementari e delle medie…..ascoltare la maestra che ricordo ci diceva sempre di non scuotere la testa per dire “no”…mica siamo animaletti!!! o muoverla su e giu per dire “si”…mica sei un asinello!!

quanta poesia in questi ricordi…si ….vorrei tanto che il vento mi sollevasse in  un viaggio nel tempo e mi riportasse indietro…con il grembiulino, il fiocco, la preghiera appena arrivati classe prima di cominciare la giornata, la mensa con il cestino di vimini intrecciato, il bicchiere rosso di plastica…e quella malefica puzzaccia di minestra che odiavo tanto!!!!!

bhè….non si può…ma sono già tanto grata alla mia memoria che mi riporta le stesse identiche sensazioni di gioia, semplicità, candore di bimbi.

 

la vita che torna

Venerdi mattina ho accompagnato ex-piccola freccia ora denominato Puffetto

Brontolino  in ospedale per degli esami. Eravamo nella corsia di aspetto attigua alle sale operatorie di chirurgia e c’era un gran traffico di gente che passava o sostava come noi.

Tra tutti attiravano l’attenzione tre persone: una donna seduta con ai fianchi un ragazzo ed una ragazza adolescenti che a turno abbracciava, teneva la testa affettuosamente tra le mani ora dell’uno ora dell’altra…. e parlottava sommessamente.

Ad un tratto dal fondo del corridoio arrivava un inserviente spingendo un largo carrello e approssimandosi a noi ha detto in tono deciso “attenti ai piedi” perchè sebbene il corridoio fosse abbastanza largo c’eravamo io e Puffetto Brontolino seduti da un lato e dell’altro quella famiglia.

Il ragazzo a quel punto ci ha colti tutti di sorpresa reagendo con un’aggressività che non era adatta alla situazione ne al luogo. Lì per lì istantaneamente ho pensato al solito ragazzo viziato e maleducato. Ma solo per un istante. Mentre l’inserviente si era rivolto al ragazzo “ricambiando” altrettanta rabbia per quella reazione…la donna l’ha guardato con occhi tristi dicendogli “lo perdoni, ha il papà che sta morendo”.

Mi si fermato il sangue nelle vene.

L’inserviente un po’ irritato si è allontanato con altri colleghi ed io sono rimasta lì di fronte a cercare di immaginare cosa stessero provando quelle persone.

Dopo non molto è arrivata la notizia: il papà non ce l’aveva fatta.

Abbracci, lacrime, dolore sommesso ….e cellulari per dare la notizia.

La mamma con una dolcezza infinita confortava i due figli con tutto l’amore del mondo…dentro di me immagino un amore reso milioni di volte più intenso dal dolore che essa stessa stava provando.

Guardavo la scena….il sopraggiungere lento di parenti ed amici nel corso della mattinata, fazzoletti, occhi rossi, occhiali scuri per celari, e talvolta risate nervose.

Immagino la rabbia del ragazzo. Perdere un padre ad un’età che molto probabilmente  la stessa di mio figlio o poco più….avrà avuto anche lui circa diciassette diciotto anni…un’età molto critica per un ragazzo è una fenditura che si crea dentro la costruzione del muro portante della personalità di uomo adulto che penso inizi a prendere forma a questa età.

Immagino lo sconcerto della ragazza….quella che meno lasciava trapelare le sue emozioni….e….senza averlo voluto volontariamente…mi sono ritrovata nel passato.

Un passato con una madre che perde padre dei suoi figli…..una ragazza di circa 16 anni ed un ragazzo di 14. Ragazzi ancora da crescere.

Ricordo quella ragazza sui banchi di scuola. La porta dell’aula che si apre: “Angela **** deve uscire, è venuta a prenderla una persona”. Cosa era successo? Non pensavo al mio papà, il giorno precedente in ospedale i medici avevano detto che stava meglio e che proprio quella mattina l’avrebbero dimesso. Invece era arrivata la notizia che avevamo temuto nei giorni precedenti e che poi invece avevamo visto con sollievo allontanarsi…almeno per il momento.

Una madre, una donna coraggiosa. Una donna pratica che sa che di tempo per piangere ce n’è poco.

Anche quella ragazza di 16 anni intimamente sa che piangere è qualcosa da non fare.

Deve trasmettere coraggio a sua mamma, non le può dare il carico della sua perdita.

Quella ragazza piangerà un anno dopo. Percorrendo una strada, incontra un volto amico dopo tanto tempo. Saluti, abbracci, convenevoli e poi, dopo altre, anche “quella” domanda “e come sta tuo padre?”.

E finalmente…con una persona che è poco più di un conoscente, in mezzo ad una strada…eccoli finalmente gli occhi che lasciano scivolare le lacrime “è morto un anno fa”.

Non lo sapevo, condoglianze.

Già la odiavo quella parola….da quel giorno decisi che non l’avrei mai usata.

Condoglianze.

La percepivo fredda. La lama di un coltello che allontana la morte dalla vita.

Quella parola che ti dice che è così. Che non ci puoi fare più niente. Che tu sei qui su questa terra e devi andare avanti mentre l’altro non c’è più.

Ricordo che sedicenne….non diedi spazio al dolore. Non mi permisi di sentirlo.

Il vuoto della figura di mio padre non c’era. C’era mia madre. Dovevo essere forte per lei. Dovevo non sentire nessuna mancanza…perchè mia madre era bravissima a fare da mamma e papà contemporanemente. Era già stata brava ad essere praticamente tutto.

Il vuoto per la mancanza del calore di un padre che ti abbraccia, ti conforta, ti sorregge e ti incoraggia …pensa tu i casi della vita…l’ho sentito a quarant’anni.

Quando le forze dentro di me si erano esaurite e mia madre la tenevo lontana…per proteggerla dalla mia rabbia e proteggere me dalla sua necessità di sostituirsi a me.

Se dovevo crollare ..sarei crollata. Se dovevo farcela…volevo farcela sulle mie gambe.

Con i miei passi, con le mie decisioni. Anche se fossero state decisioni sbagliate.

Mi sono ripresa la mia guerra per l’indipendenza.

Quella guerra mai avvenuta nell’età adolescenziale perchè istintivamente sapevo di non potermela permettere. Perchè non potevo dare altri pesi sulle spalle di mia madre.

Una donna già così duramente provata dalla vita.

Forte si….ma pur sempre una donna.

E poi dopo questo viaggio nel passato dei ricordi alcuni nitidi, altri persi nella nebbia…sono tornata in quella corsia d’ospedale. Con mio figlio accanto a me.

Con quei ragazzi che erano tornati a sedersi accanto a noi…nel frattempo si erano fatte quasi le due…..e sento il ragazzo dire alla sorella che anche la loro amica non aveva mangiato nulla…chi va al bar a prendere dei panini? Lui lo voleva con il prosciutto cotto e ben caldo.

Ecco…..ora sorrido intimamente. Il suono di quelle voci che decidevano cosa mangiare, che panino prendere…era un suono che conosco 🙂

il suono della vita che torna.