rileggere nei momenti difficili….

pioggia1

http://unanessunacentomila.blog.tiscali.it/2008/09/28/realt___sogni_illusioni_speranza____a_modo_mio__1930723-shtml/#more-572

mia carissima angy.. ho letto ogni parola del tuo lungo scritto e vorrei farti notare una cosa: hai visto com’è diverso il tuo stile? il ritmo incalzante delle tue parole? si avverte un entusiasmo vero, genuino, c’è la tua positività, il valore dell’immaginazione, del sogno e della speranza..l’osservare le cose del mondo con sincera apertura d’animo..e fiducia..

non è importante che io condivida oppure no quello che hai scritto..è importante che tu abbia manifestato con convinzione e sincerità ciò che di positivo alberga nel tuo cuore..

e sono felice per questo.. anche perchè nemmeno per un attimo ho mai pensato che tu fossi diversa..

nei momenti difficili che non mancano mai rileggi ciò che hai scritto in questa occasione ti aiuterà a sopportare il fardello che inevitabilmente tutti, prima o poi, dobbiamo portare..

ed ora una domanda importante…

io esisto senza amore?

io esisto?

negli ultimi giorni riflettevo sul mio diverso modo di rapportarmi a lui. E mi sono chiesta: ma lo amo ancora? Onestamente non lo so. Certo è che quel che provo per lui è  diverso. Ammiro sempre alcuni tratti del suo modo d’essere, ma ormai trovo inconcepibili alcuni altri suoi reiterati comportamenti. Ho sempre perdonato e capito i suoi “vado e vengo” nel rapporto sentimentale….dandomi ogni volta una risposta alle mie domande. Ma stavolta la risposta è: sei proprio tu che sei fatto così bello mio.

a me sta bene di essere ricordata solo quando lui si stufa o è incavolato con l’altra?

no. E’ così banalmente semplice. Per me lui è e sarà sempre importante….ma ormai ho capito che non sarei mai uscita da questo giochetto nel quale sono una ruota di scorta.

la prossima volta che “bucheranno”….dovranno cavarsela da soli. Angela ha smesso di fare l’ammortizzatore.

La cosa importante da fare adesso è evitare di parlare con lui il più possibile perchèa ltrimenti mi ritrovo per l’ennesima volta vittima del suo fascino.

altra cosa importante è guardare la mia vita. Ripartendo da Ale, ila mio “nuovo” amico  e da Ass….amica fedele e dolce nei “secoli” riprendere una rete di affetti importanti qui.

un nuovo inizio 🙂

impegno, dedizione al lavoro come tanti anni fa….e che Dio mi aiuti….un aiutino mi ci vorrebbe proprio tanto tanto.

in questo momento mi piace immaginare la mia vita come uno sguardo gettato su un nuovo panorama aperto su una nuova finestra. Non so cosa c’è di là….ma entrarci…sarà entrare in un nuovo pezzo di vita che chissà cosa mi porterà????

🙂

chi l’avrebbe detto che lo scorso anno mi avrebbe dato così tanto con lui? non l’avrei mai detto. E’ stato faticoso, ma bellissimissimo. 🙂

il moto perpetuo delle cose

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oggi ho voglia di stare qui….qui in questo posticino mio dal quale mi sono allontanata per tanto tempo. Come un rifugio nel bosco, un tuo posticino segreto nel quale ritrovarsi ma nel quale un bel giorno trovi un’altra persona al posto tuo. E ti senti derubata di quel tuo “nido” sicuro, di quell’angoletto tutto tuo. Mi è accaduto questo con il blog. Allora….ho cominciato a girarci intorno, a dare un’occhiatina ogni tanto, evitare di perderlo del tutto….in attesa che ritornassi a sentirlo mio.

Ed oggi lo risento mio. …quindi….mi rimetto buona qui, seduta sotto l’ombra di un bell’albero a ragionare tra me  e me e chiacchierare con Madre Natura e il piccolo grande mondo che mi ascolta in questo spazio.

Nella mia vita sono accadute tante cose nell’ultimo anno. Importanti. Se ho imparato qualcosa da tutto quel che mi è capitato è presto per dirlo….me lo dirà il futuro. 🙂

oggi è facile dire: ho fatto esperienza, ho capito questo e quello. Ma non so che conseguenze avrà sul mio modo d’agire futuro. Per esempio ho imparato che quando amo…mi annullo. Pur avendo imparato che sia sbagliato, e l’ho capito bene …non riesco ad amare in modo meno coinvolgente di così. e quindi…in quest’ultimo anno….ho fatto la spola tra Roma e Torino dedicando quasi tutto il mio tempo libero a vivere il sentimento che mi univa a quell’uomo. Bellissimo. I ricordi intensi e bellissimi di quei giorni sono nei miei occhi, nelle mie orecchie, sulla mia pelle. Ma per quanto io abbia fatto, per quanto tutti abbiamo fatto…. non è stato sufficiente. Ho rivissuto scene già viste in precedenza. Ho rivissuto voltafaccia, silenzi, bugie.

Di quest’ultimo anno sentimentalmente parlando porto ricordi stupendi. Sembra strano considerando che ho deciso di “arrendermi”. ma non lo è. Vivere quell’uomo è un’avventura straordinaria. Ma è anche straordinariamente doloroso vivere i suoi allontanamenti. E poi…avendo avuto la possibilità di viverlo più da vicino ho capito tante cose che prima erano occultate da 700 km di distanza. Ho capito quel che mi hanno sempre detto tutti. In questo balletto con due damigelle ed un cavaliere….chi gestiva le danze era lui. Avevo sempre dato la colpa a lei o a me. Sentivo che era la nostra testardaggine a tirare avanti questa storia. Invece ho capito che è lui, è sempre stato lui. Che non aveva mai voluto rinunciare a nessuna delle due. E ci lasciava come nemiche a contenderci suoi pezzi di vita. Non è il primo uomo che agisce così, non sarà l’ultimo. Non gliene voglio in questo momento che sono più serena…anzi….tutto sommato gli sono grata per avermi dato la possibilita’ di vivere quell’amore che avevo sempre sognato. Si, solo un we ogni 15 giorni….ma l’ho vissuto. Ed è stato bellissimo.

Grazie.

Ed ho imparato l’importanza del presente. Oggi lui non c’è. Oggi lui preferisce lei al suo fianco. Va bhè…..fai come vuoi. Sotto questo profilo sono cambiata tanto. La rabbia che provo in certi frangenti è enorme….ma….non mi va più di vivere così. Non l’ho mai voluto. Ci sono voluti anni per imparare a ritrovare la mia gioia di vivere intima.

In questo momento non che mi senta particolarmente piena di gioia…per carità. Nell’ultimo anno le cose non sono andate esattamente bene….a parte le vicende sentimentali. Mia madre comincia ad avere sempre più problemini sia di salute che di solitudine…..e il suo sfogatoio sono io. cosa che per la verità non fa proprio tanto bene all’umore sentire una persona che non fa che lamentarsi continuamente e dirti continuamente le stesse cose….ma che ci posso fare?

e il lavoro? di male in peggio. La società che abbiamo costituito a marzo 2009 risente della crisi generale e degli ultimi anni di mala-gestione del mio ex datore di lavoro che ci ha lasciate in eredità situazioni instabili e semi abbandonate nel mare del suo crescente disinteresse. Alcuni piccolissimi miglioramenti in alcune cose si sono visti, ma in complesso l’aria di instabilità, crisi economica, incertezza è presente appena apro la mattina la porta dell’ufficio…e comincio a respirare ansia dal primo passo varcata la soglia.

vorrei un po’ di serenità, vorrei affetto, vorrei amicizia.

approposito…amicizia. anche qui….ho qualcosina da dire. Dato che per tanto tempo ho cominciato con i fine settimana a Torino…le mie amicizie ne hanno preso atto. e pian pianino hanno cominciato a “dimenticarsi” di me. Giustissimo. Se la risposta ai loro inviti era sempre : parto non ci sono – oppure – non posso venire…debbo sistemare cose in casa perchè il prossimo we riparto….è normale che ti ritrovi allontanata dai loro pensieri. Oggi io dovrei ricominciare a tessere le fila dei rapporti. La sofferenza più grande è stato l’allontanamento di P. una mia amica separata che condivideva con me tantissimo. Invece….palestra, scuola di vela, nuove amicizie…..ed io per lei non esisto più. Me ne dispiace tanto. Ma capisco che anche questo fa parte del moto perpetuo delle cose.

Per amici che vanno….amici che vengono. A. mi è particolarmente vicino in questi tempi. Lo conosco da circa due anni…..per il gioco del Dangeon e mi si è affezionato tanto. No, nessun sogno “rosa”. Ha una relazione splendida con una persona che frequento con lui e mi piace tantissimo  chiacchierare con loro. Sono tra i momenti più belli che Roma mi ha regalato nell’ultimo anno. Gli altri me li ha regalati mio figlio…che ormai è grande e “questa casa è un albergo” ma non gliene faccio una colpa. Anche lui cavalcava l’onda del mio peregrinare su e giu per l’Italia…giustissimo che si è creato una vita fuori casa con amicizie forti e presenti sempre. Anche di questo…da un lato ne sono felicissima…da un lato pago pegno. va bhè….anche questo è normale che capiti….i piccoli cuccioli crescono.

Tutti gli altri momenti belli li ho vissuti a Torino con lui. Tutti. Bellissimi ed indimenticabili. Grazie Frà.

il significato dell’Affetto …dell’Amicizia….dell’Amore…

bimbiTi voglio per amico, ed è importante per me che tu lo sappia.
Però, anche se tu non lo sapessi e non ti interessasse saperlo ti vorrei bene lo stesso.
Non ti voglio bene per me: ti voglio bene per te!
Non sei una cosa che voglio possedere.
Sei una persona che voglio vedere sbocciare ogni giorno di più.
Se avrai tempo per me sarò felice di stare insieme a te.
Se sarai occupato e non mi vorrai accanto cercherò di capirti;
da parte mia, se cercherai il mio tempo farò in modo di sbrigarmi,
perché immagino che non mi cercherai senza una ragione.
Per me la tua ragione sarà sempre importante!
Se vuoi piangere, ti offro le mie spalle; se vuoi urlare contro il mondo ti offro la mia voce;
se vuoi sorridere ci sono anch’io a sorridere con te.
Se vuoi pace e silenzio cercherò di parlare, ma non troppo;
 se per caso cercherai di vedere in me l’unico amico che hai,
cercherò di farti trovare altri amici,
 perché non potrei mai darti tutto ciò di cui hai bisogno.
Non voglio essere il tuo unico amico.
Sembra bello, però non ti farà bene.
 Hai bisogno di altri, come me.
Se si spegnerà la tua luce, prendi la mia; se la tua pace se ne va,
 ci sarà ancora la mia, prendila pure.
Se la tua fede si farà confusa, credi con me: insieme si crede meglio
 Se avrai paura uniamo le nostre paure, forse troveremo il coraggio di vivere.
Allora non ti prometto di non deluderti mai!
Sai che sono umano e perciò posso sbagliare.
Non ti prometto di amarti come vuoi essere amato!
Non ti prometto niente più che di cercare di essere vicino a te e camminare insieme.
Voglio essere il tuo compagno. il tuo amico, il tuo fratello,
 senza la presunzione di essere la tua unica forza.
Guardami negli occhi e cerca di immaginarmi come un ponte:
non devi restare in me,
 devi passare attraverso me,
perché io sono tuo amico,
 perché sono la tua strada verso l’infinito,
perché sono il ponte che ti porta all’aldilà
 e se non riuscissi a portarti più vicino a Dio
 non sarei stato un vero Amico.

Anonimo brasiliano

come il caffè

Una carota, un uovo e una tazza di caffè…. questa storiella mi è giunta via e-mail, la riporto qui per non perderla e condividerla!!! 🙂 io l’ho trovata bellissima.

Una giovane ragazza venne dalla madre per lamentarsi di come la vita fosse così dura per lei. Non sapeva più come cavarsela e aveva tanta voglia di piantare tutto; era stanca di combattere con le vicende della vita. Sembrava che, appena un problema era risolto, un altro ne sorgesse a complicare le cose.

 

La madre la portò in cucina. Riempì tre tegamini di acqua e li depose sul gas a fuoco alto. Presto l’acqua cominciò a bollire. Nel primo mise una carota, nel secondo un uovo, e nel terzo una manciata di chicchi di caffè macinati. Li lasciò bollire per un certo tempo senza dire niente.

Dopo circa venti minuti spense il fuoco. Tirò fuori la carota e la depose su un piattino. Così fece anche con l’uovo, e versò il caffè, filtrandolo, in una tazza.

 

Rivolgendosi poi alla figlia, le chiese: “Dimmi cosa vedi.”

Una carota, un uovo e del caffè”, rispose la figlia.

La madre le disse di avvicinarsi e di toccare la carota. Lo fece e notò che era soffice. Poi la madre le disse di prendere in mano l’uovo e di romperlo.

Dopo averlo tolto il guscio, notò l’uovo indurito dalla bollitura.

Poi la madre disse alla figlia di sorseggiare il caffè. La ragazza cominciò a sorridere al contatto con il ricco aroma del liquido che beveva.

Poi, chiese alla madre: “ Che cosa significa tutto questo?”

La madre le spiegò che ognuna delle tre cose aveva dovuto far fronte alla stessa avversità: l’acqua bollente. E ognuna di esse aveva reagito in modo diverso.

La carota era entrata nell’acqua forte e dura…. Ma dopo aver lottato con l’acqua bollente, si era rammollita e indebolita.

L’uovo era entrato nell’acqua fragile. Il guscio sottile proteggeva il suo interno liquido, ma dopo aver lottato con l’acqua bollente si era indurito.

Il caffè macinato, invece, si era comportato in modo del tutto unico. Dopo essere stato gettato nell’acqua bollente, esso aveva agito sull’acqua e l’aveva trasformata!

Con quale di questi tre ti identifichi”, chiese la madre alla figlia?

Quando l’avversità bussa alla tua porta, come rispondi? Ti comporti come la carota, come l’uovo o come i grani di caffè macinati?

Chiediti sempre “a quale di questi tre rassomiglio”?

Sono come la carota che sembra forte e dura, poi a causa della sofferenza e dell’avversità divento soffice e rammollita e perdo la mia forza?

Sono come l’uovo che all’inizio ha un cuore tenero e malleabile, ma cambia con il calore? Avevo un buon carattere e un’indole serena, poi a causa di una sofferenza causata dalla morte di una persona cara o da una depressione, una transazione finanziaria andata male o qualche altra prova, sono diventato  indurito e gelido? Forse il mio guscio sembra sempre lo stesso, ma all’interno mi sento amareggiato e indurito, con uno spirito arido e un cuore duro?

Oppure, sono come il caffè macinato? Se guardi bene, esso cambia l’acqua, cioè proprio quelle circostanze che gli procurano sofferenza. Quando l’acqua si scalda, il caffè comincia a emanare il suo aroma e la sua fragranza.

Se sei come il caffè, quando le cose cominceranno ad andarti male, tu diventerai migliore e cambierai la situazione che ti concerne.

Quando ti senti male, e le prove della vita sembrano essere enormi, cerchi di elevarti ad un altro livello? Come ti comporti nelle avversità? Sei come una carota, un uovo o come i grani di caffè macinato?

Possa tu avere abbastanza gioia da renderti dolce, abbastanza prove da renderti forte, e abbastanza sofferenze da farti rimanere umano, e abbastanza speranza da renderti felice.

Le persone più felici non sono quelle che hanno il meglio di tutto; Sono quelle che sanno tirare il meglio da quello che la vita riserva loro.

Il futuro più luminoso sarà sempre basato su un passato dimenticato; non puoi avanzare nella vita se non lasci andare gli sbagli del tuo passato e tutto quello che ti fa soffrire nel profondo.

La sofferenza è solo un piccolo mezzo per crescere e aiutarci a capire la sofferenza altrui, è un cavallo da domare per poterlo cavalcare e correre verso prati verdi.

Io mi sento un po’ uovo, un po’ carota e un po’ caffè….un po’ mi sono ammorbidita (prima in tante situazioni ero più critica e poco portata alla comprensione…), un po’ mi sono indurita (prima porgevo sempre l’altra guancia, prima sorvolavo su tutto quel che non mi andava a genio….sopportavo e sorridevo, adesso manifesto i miei dissenzi e le mie insoddisfazioni) e un po’….ho comunicato al mondo ciò che mi è capitato offrendo tanti caffè!!!

🙂

buona giornata mondo!

 ti offro un caffè...ti và?

 

storia di Mary 2

Mary scorreva i ricordi come se sfogliasse le pagine di un album di foto, una raccolta di istanti immortalati per sempre in un fazzoletto di carta lucida.

Ama la carta Mary.

L’aveva sempre amata visceralmente, profondamente..senza sforzo, un sentimento semplice e naturale che le nasceva spontaneo in tanti piccoli gesti quotidiani.

Erano di carta libri e quaderni con i quali aveva imparato a leggere e a scrivere. Erano di carta i testi nei quali si immergeva nel passato a studiare, anzi  –  meglio – cercar di capire  era ciò che voleva, la storia.

Erano di carta i giornalini da bambini Braccio di Ferro, Tiramolla, Topolino,  i libri con le storie di Giulio Verne, Emilio Salgari, Louisa May Alcott, poi venneno i romanzetti rosa mescolati a Leopardi, Shakespeare, Pirandello, Hemingway e mille altri che crescendo cambiavano e l’accompagnavano nel viaggio verso la conoscenza del mondo e degli uomini.

Un viaggio che non aveva fine.

Bello pensare a qualcosa che non finisce.

Pensare all’infinito regala profonda quiete e attimi di intensa ed intima gioia.

L’infinito cielo pieno di stelle, l’infinito orizzonte del mare che osservava passeggiando lungo il porto di sera.

Quanti piccoli pezzi di infinito ci fanno compagnia ogni giorno, invece tutto ci appare effimero e fuggente. Difficile avere occhi per ciò che invisibile ed intangibile ci accarezza ogni giorno regalandoci forza e piccole risposte ai mille perchè.

Sono di carta quaderni dove scrivere idee e riportare fatti e avvenimenti, sogni, progetti, impegni; di carta i foglietti pieni di appunti che le riempiono tasche, borse, portafogli.

Erano su carta le parole che la facevano sognare, ridere, piangere, emozionare, riflettere, crescere.

La carta fu il primo cibo della sua anima.

I primi amici, i primi amori nascevano tra le righe di pagine di carta.

La sua fantasia vestiva il tutto, dava colore, odore, forma.

Le piaceva sentire la consistenza della carta tra le dita mentre sfogliava le pagine.

Le piaceva viverli i libri. Erano vivi.

Le parlavano, la confortavano.

Faceva le orecchie alle pagine, sottolineava, prendeva appunti e scriveva pensieri.

Ed era di carta il suo primo diario. Foderina rossa di tessuto, lucchettino, custode silenzioso dei mille segreti segretissimi di una bambina assolutamente ignara di cosa significasse la vita ma già piena di domande e osservazioni su ciò che le accadeva intorno. Ed era su carta quella lettera arrivata a sua madre quel giorno.

Talvolta Mary aveva la sensazione che nel corso della vita un evento, o forse un susseguirsi di aventi le avesse spaccato il cuore in due parti, una spenta, un’altra che batteva ancora forte.

Altre volte pensava che la sua vita, la vita di tutti a ben pensarci,  era una straordinaria raccolta di tante vite, di tutto ciò che nello scorrere del tempo aveva assorbito ascoltando uomini e donne narrare gioie e dolori, scelte giuste e scelte sbagliate.

Per lo più sentiva parlare di storie sbagliate….chissà perchè gli esseri umani hanno la capacità di agire pentendosi poi spesso di ciò che hanno fatto….se lo chiedeva tante volte. Errare umanum est. Se lo diceva da sola come risposta e l’anima tornava quieta almeno per un momento.

Guardava fuori dalla finestra Mary e ripensava al messaggio in segreteria che aveva ascoltato poche ore prima: “quella faccenda non mi interessa”. Era stata sua sorella a lasciare quelle poche parole precedute da poche altre. Sua sorella.

Una delle vite che toccano la tua ma non sono tue che aveva solcato una traccia nei polpastrelli della sua anima.

In quel momento avrebbe voluto avere come tanti un vecchio album di foto di famiglia  da sfogliare. Immagini che danno un senso fatto di ricordi di profumi, sapori, colori e odori a quella parola: sorella. Anche il ricordo di un bisticcio le sarebbe bastato, un bisticcio tra bimbi. Ma come si può sperare di trovare qualcosa che non è mai esistito?

Sua sorella Paola era nata sei anni prima di lei in ciò  che fu un’altra vita di quella donna che entrambe chiamavano mamma, Silvia.

Silvia era stata una bellissima ragazza, piena di vitalità e sorrisi. La provincia dove viveva le stava stretta indosso ma era ingenua, semplice, non immaginava lontanamente che invece sarebbe giunto il giorno di dover scegliere tra  poter vivere se stessa o morire annichilita dai rabbiosi rimproveri….in altre parole scegliere tra quella città di provincia o andare via e tentare di riprendersi la dignità.

Una sera, penso che per chi non c’era la definizione di “stupida sera” sia quanto di più  calzante, tra le braccia del suo amato Silvia conobbe l’oblio delle regole e della moralità. Dimenticò ciò che le era stato ripetuto all’infinito e scaldata dalle sue emozioni si concesse all’amore.  E quella sera le portò un regalo inaspettato. Una figlia in grembo. Non oso immaginare l’attimo nel quale si ritrovò con addosso “la colpa”, la sua lettera scarlatta, so cosa accadde in seguito.

Mille cose dette, mille azioni tese a scatenare odio e guerra. E guerra fu. Chi pagò -come storia insegna – furono le vittime, non coloro che la dichiararono. D’altra parte si sa….le guerre sono stupide. Tutte le guerre sono stupide. Quel che accadde a Silvia è un’altra vita da raccontare. Una fuga diede fine ad una parte della vita di Silvia (parte nella quale diede alla luce Paola) e la stessa fuga iniziò un’altra vita nella quale nacque Mary.

Mary sentì di nuovo il messaggio registrato, ascoltò di nuovo la voce di quella sorella amata e mai avuta.

Non sapeva che nel cuore di Paola per tanti lunghi anni era stato coltivato il seme del rancore, della rabbia, dell’invidia da parte di quella donna che aveva voluto con tutta se stessa distruggere la vita di Silvia.

E non erano bastati i tentativi di spiegazione. Parlare serve a poco se chi dovrebbe ascoltare innalza mura invalicabili nel suo spirito.

Mary continuava a guardare fuori dalla finestra, il cielo si stava facendo più scuro mentre la sua anima sentiva una musica nascere da qualche parte dentro di lei.

Era la musica dell’infinito senso-non senso del vita. E sorrideva…pensando a quella frase di Hemingway che amava: “il vecchio sognava i leoni”.

Storia di Mary -1-

sto lentamente mettendo il naso fuori dalla tana.
no, non è esatto.
correggo.
guardo fuori dalla finestra.

– metafore –DonnaGreenXmas

il cielo era spento fuori dalla finestra, fuori dal suo mondo.
non era notte, ma non sarebbe stato possibile dire neppure che fosse giorno…
a quel cielo, a quell’assenza di colore, era impossibile dare una collocazione
 nello spazio contemplabile da una qualsiasi meridiana.
Un silenzio d’ovatta, un silenzio liscio d’olio che era insinuato dovunque intorno
riempiendo ogni spazio avvolgeva ogni movimento, ogni spostamento, ogni rumore.
Mary restava avvolta nella sua calda coperta e guardava ciò che c’era oltre il confine del vetro.
Faceva freddo fuori, lei non lo sentiva sulla pelle ma lo percepiva negli occhi che guardavano
Era certa che il tempo sarebbe cambiato, – quando –  non se lo chiedeva neppure.
Non aveva fretta, guardava il mondo che sapeva vivo, vivo come lei, ma che le
pareva distante perso in un’altro luogo fuori dal vetro che li separava.
Si sentiva stanca Mary, guardava le pagine aperte del diario su cui annotava
diligente le tante cose da fare che nei momenti migliori faceva.
Chiamare il medico,fatto.
Fissare appuntamento dallo specialista, fatto.
Sistemare i piccoli impegni faceva parte di quella ruota che gira chiamata vita.
Anche quando stai lì inerte, lei gira intorno a te e ti coinvolge incurante della tua
staticità.
Lei pensava ….
pensava a quelle persone che complicano le cose semplici,
a quelle che parlano quando sarebbe meglio tacere,
a quelle che non riescono a stare ferme,
a quelle che dovrebbero parlare invece posano lo sguardo altrove
per fuggire con il corpo dove gli occhi vagano.
Pensava a quelle persone che trovano la voglia ed il coraggio
di arrabbiarsi, lottare, credere e quasi quasi sentiva anche un pizzico
di ammirazione per loro, “fortunati” pensava.
Mary invece era ferma a guardare fuori dalla finestra.
Guardava l’uccellino che saltellava sull’immobile prato
Guardava le persone passare sulla strada calpestare le foglie
assorte nei loro pensieri, talune sorridenti, altre assenti, perse
come lei a rincorrere i propri pensieri.
Mary pensava a quante fortune aveva avuto, a quante cose belle la vita
le aveva dato e pensava a tutti quelli che erano stati meno fortunati di lei.
Le sfuggiva un sorriso e poi un’ombra sul viso e poi ancora un sorriso.
Mary….pensava a quella canzone lontana nel tempo:
“contava tutti gli alberi pensando che portassero fortuna

fortuna che è rimasta imprigionata fra i rami….”

la cacciatrice di felicita’

la felicità è un minuscolo animaletto peloso e velocissimo.

lo vedi sfrecciare un po’ dovunque come una saetta e riuscire a vederlo è

abbastanza facile, prenderlo in braccio e tenerlo un po’ con se è più difficile…

ci vuole costanza e allenamento.

io mi sto allenando appunto a diventare “cacciatrice” di felicità. Studio i suoi

movimenti, mi apposto dove so che posso trovarla e cerco di catturarne

ogni tanto un attimo tutto per me.

Sono ancora agli inizi…ma come dice Paolo Villaggio la felicità è una conquista che va cercata, difesa e protetta tassello per tassello.

Perchè lo sto facendo? hehehheheheh…bhè…tutti a questo mondo siamo alla ricerca della felicità. Ma la cosa più entusiasmante è capire che per l’appunto è sempre in giro vicino a noi…che passa velocissima magari proprio sotto i nostri piedi e noi neppure riusciamo a vederla perchè siamo presi dalle faccende quotidiane.

e stavolta non mi faccio fregare. Sto in guardia, occhi bene aperti e….tac!

eccola che spunta nascosta dietro un cespuglio, nel sorriso di un amico.

e poi eccotela di nuovo microscopica in quel “grazie” di un cliente al quale hai risolto una grana.

di cosa è fatta la felicità?….bhè…sto ancora studiando per capirci meglio qualcosina…ma tutto sommato convengo come ho letto in giro che sia fatta di alcuni ingredienti semplici (anche se talvolta ciò che è semplice è anche più prezioso e spesso è difficile da proteggere) …autostima, rispetto di se e degli altri, partecipazione a mondo intorno a noi.

c’è molto altro di certo…ma ….cominciando da qui con gli appostamenti l’ho incontrata diverse volte…..ed è stato bello, molto bello.

avevo imparato troppo bene la strada per l’infelicità, avevo memorizzato i percorsi e spesso mi ritrovavo a commettere gli stessi errori….per carità…..ancora mi capita di reagire allo stesso modo di prima ad eventi simili vedi il post di qualche giorno fa. Evidentemente per fortuna…chi siamo sostanzialmente non cambia completamente…ed io penso sia un bene tutto sommato…altrimenti a questo mondo diventeremmo tutti avidi, cattivi, disillusi ed arrabbiati perchè spesso il mondo è così che ci tratta. Quindi ben venga il nostro non-cambiamento interiore. Ma esteriormente – cavoletti – avremo ben imparato a sopravvivere, no????

dimenticavo…per cacciare la felicità non serve arco e frecce e neppure trappole e o reti. serve solo sorridere.

sorridere di noi stessi e di quel che ci capita!…tutto sommato non è poi così difficile…..basta impegnarsi!!!

buona pasqua  a tutti e un sorriso gigantesco dalla mia riserva speciale tutto per voi!!!

smackkkkkk …e…..buona caccia!!!!  🙂

Sally….senti che bel rumore

Sally cammina per la strada  senza nemmeno guardare per terra

Sally è una donna che non ha più voglia di fare la guerra
Sally ha patito troppo
Sally ha già visto che cosa – ti può crollare addosso –
Sally è già stata punita per ogni sua distrazione o debolezza…
per ogni candida carezza
data per non sentire….l’amarezza
senti che fuori piove – senti che bel rumore –
Sally cammina per la strada sicura senza pensare a niente.
….ormai guarda la gente  con aria indifferente…
….sono lontani quei momenti
quando uno sguardo provocava turbamenti,
quando la vita era più facile
e si potevano mangiare anche le fragole….
perché la vita è un brivido che vola via
è tutta un equilibrio sopra la follia….
……….sopra la follia!
senti che fuori piove  senti che bel rumore…

Ma forse Sally è proprio questo il senso,

il senso del tuo vagare…
Forse davvero ci si deve sentire alla fine un po’ male.
Forse alla fine di questa triste storia
qualcuno troverà il coraggio
per affrontare i sensi di colpa
e cancellarli da questo viaggio  per vivere davvero ogni momento
con ogni suo turbamento e come se fosse l’ultimo!

Sally cammina per la strada leggera
ormai è sera…si accendono le luci dei lampioni,
tutta la gente corre a casa davanti alle televisioni,
ed un pensiero le passa per la testa
“forse la vita non è stata tutta persa”…
forse qualcosa s’è salvato!!…
forse davvero!…non è stato poi tutto sbagliato…
“forse era giusto così!?!”….
……..eheheheh!………
forse ma forse ma si….
cosa vuoi che ti dica io
senti che bel rumore….

senti che bel rumore.

le gemme

Cercavo qualcosa di particolare per iniziare a scrivere stamattina. Ho voglia di scrivere un po’, mi manca svuotare mente e cuore su queste mie preziose pagine. Questa mia valigia riempita di ricordi di emozioni, sensazioni.

Ma come iniziare? Seduta sulla mia scrivania, con l’animo poco sereno ho voltato lo sguardo verso la finestra ed ho trovato la risposta alla domanda inespressa. I rami degli alberi adornati di gemme. Quando sarà spuntata la prima? Non ci ho fatto caso. Pochi giorni fa lo stesso gesto e i rami erano spogli. Oggi questo pezzetto di cielo e gentilmente colorato da macchioline di un tenero verde.

La natura che teneva la vita nascosta tra la ninfa dei rami coraggiosamente si svela e rivela.

Rivela la vita che continuava a pulsare ed attendere il suo momento.

Perchè nel ciclo della vita i momenti passano, girano, ritornano e rivanno via.

E in tutto questo le umili radici continuano a fare il loro lavoro, silenziose ed invisibili.

Come la nostra anima, la nostra volontà. Continua  a sostenerci nelle vicissitudini e a nutrirsi docile e laboriosa.

Sono un paio di sere che mi ritrovo con un po’ meno serenità di quanta ne vorrei. Mi osservo, ma non mi spavento più di me stessa e dei miei momenti intimi di fragilità.

Anzi, accarezzo la mia anima nel momento che si mostra più fragile e più delicata.

Stamattina mi son ritrovata con la voglia di dar corso a qualche lacrimuccia. E’ stato un gesto non di tristezza, bensì un gesto personale di libertà. Liberazione da quel malessere che mi faceva su e giù …ho liberato un po’ di quel che di me sto aiutando a crescere, ma che proteggo.

Non voglio perdere una parte di me, una parte importante di me: la mia emotività, la mia sensibilità. La sto tenendo a bada, questo si. Deve riposare. Deve ascoltare, stare in silenzio ed ascoltare.

Cantare è bello, ma è più bello farlo quando l’anima è pronta a cantare.