16 gennaio 2004 – 13 giugno 2012

Questa è la mia lettera al mondo
che non ha mai scritto a me –
le semplici cose che la natura
ha detto – con tenera maestà.

Il suo messaggio è affidato
a mani che non posso vedere –
per amore di lei – amici miei dolci –
con tenerezza giudicate – me.
Emily Dickinson

13 giugno 2012

Molta follia è saggezza divina –

per chi è in grado di capire –

Molta saggezza – pura follia –

Ma la maggioranza

in questo, in tutto, che prevale –

Conformati: sarai sano di mente –

Obietta: sarai pazzo da legare –

immediatamente pericoloso e presto incatenato.

(1862)

Come allora….pensando alla mia strana vita.

Pensando a chi è proprietario del tuo cuore.

Davvero tanto strana la vita…..tanto tanto strana.

La morte e il cioccolato

Prima i colori.

Poi gli esseri umani.

E’ così che di solito vedo le cose.

O almeno ci provo.

UN SEMPLICE FATTO

Prima o poi morirai.

   In tutta sincerità, mi sforzo di prendere la faccenda allegramente, anche se, a dispetto delle mie proteste, la maggior parte delle persone trova difficile credermi. Per favore, fidati di me. Posso davvero essere allegra. Posso essere amabile. Affettuosa. Affabile. E queste sono solo le parole che cominciano per A. Non chiedermi però di essere bella: essere bella non è da me.

REAZIONE AL SUMMENZIONATO FATTO

Ti preoccupa?

Il mio consiglio è: non avere paura.

Sono leale.

Naturalmente occorre un’introduzione.

Un inizio.

Dove sono finite le mie buone maniere?

   Potrei presentarmi in modo appropriato, certo, ma non mi pare necessario. Potrai conoscermi abbastanza bene e piuttosto in fretta, dipende da alcune variabili. Ti basti sapere che ad un certo punto sarò lì di fronte a te, più cordiale che potrò. Ti terrò l’anima in pugno. Un colore farà capolino dalla mia spalla, e ti porterò via con me, con dolcezza.

   Sarai sdraiato (di rado trovo qualcuno in piedi). Avrai le membra rigide. Forse qualcuno ti scoprirà, e si sentirà un grido risuonare nell’aria. Gli unici rumori che udirò dopo saranno quelli del mio respiro, del mio fiuto, dei miei passi.

   L’interrogativo che devi porti è: che colore assumerà ogni cosa nell’istante in cui verrò da te? Che cosa dirà il cielo?

   Personalmente amo il cielo color cioccolato. Cioccolato scurissimo. Si dice che mi doni. Tuttavia cerco di apprezzare ogni sfumatura che vedo, l’intero spettro. Un miliardo o giù di lì di sapori, nessuno perfettamente uguale all’altro, e un cielo da succhiare piano. Allevia la tensione. Mi aiuta a rilassarmi.

UNA PICCOLA TEORIA

La gente tende a notare i colori di una giornata solo all’inizio

e alla fine, ma per me è chiaro che in un giorno si susseguono

un’infinità di sfumature e di tinte, in ogni istante. Una singola

ora può essere composta da migliaia di colori diversi.

Gialli cerei, azzurri plumbei. Tenebrosa oscurità.

Nel mio lavoro mi picco di notarli tutti.

   Come ho accennato, la mia unica salvezza è lo svago. Mi mantiene sana di mente. Mi aiuta a tirare avanti, tenendo conto che faccio questo lavoro da tantissimo tempo. Il guaio è: chi potrebbe mai sostituirmi? Chi potrebbe prendere il mio posto mentre mi concedo un po’ di ripos in una delle vostre località di villeggiatura, tropicale o sciistica? La risposta, naturalmente, è: nessuno, cosa che mi ha indotta a prendere una consapevole, deliberata decisione, ovvero fare dello svago la mia vacanza. Inutile dire che le mie vacanze le passo osservando i colori.

   Ti domanderai perchè io abbia bisogno di una vacanza. Da che cosa dovrei svagarmi?

   Questo ci conduce al punto successivo.

   Gli esseri umani superstiti.

   I sopravvissuti.

   Sono quelli che non posso guardare, sebbene in molte occasioni non riesca ad evitarlo. Cerco deliberatamente i colori per tenerli lontani dalla mia mente, ma di tanto in tanto mi trovo davanti quelli che sono rimasti indietro, schiacciati sotto un caos di frammenti di consapevolezza, disperazione e stupore.  Hanno cuori feriti. Hanno polmoni schiacciati.

Da “La bambina che salvava i libri” di Markus Zusak

E’ la voce narrante del libro “La bambina che salvava i libri”….la signora Morte che si presenta ai lettori.

In questo 2012 è più facile che in altri anni pensare alla Signora che ci porta via….tante cose brutte stanno accadendo.

Ed io penso alla Morte, e più penso che siamo su questa Terra per amore, per fortuna, per caso e più penso a quanto è importante amare ogni ora di vita, ogni minuto, ogni giorno e viverli in pienezza con noi stessi. Perchè in quell’ultimo minuto….solo una persona ci chiederà conto nel suo ultimo respiro di come abbiamo vissuto i nostri giorni: te stesso.

E quando arriverà quel giorno, vorrei che la mia anima potesse reggere la prova della piuma degli antichi egizi. Un cuore leggero, che non ha pesi di brutture commesse nella vita, o di errori ai quali non ha cercato di porre riparo. Perchè tutti sbagliamo, tutti gli esseri umani sbagliano. Ma la resurrezione ci insegna che si può risorgere dal nostro errore, si può rinascere. Ogni giorno si può rinascere,  come mi scriveva in un commento Mr. Loto qualche tempo fà.

Mi piace fermarmi a riflettere su questo…. e poi la bambina che salvava i libri è ambientato durante la seconda guerra mondiale, e narra di una bambina, della sua famiglia e di un ebreo. La morte ha avuto tanto tanto lavoro in quegli anni….colpa della follia degli uomini.

Non si deve dimenticare, per non commettere di nuovo gli stessi errori.

L’errore di fare del male al prossimo.

L’errore di stare a guardare mentre qualcuno fa del male al prossimo senza fare nulla.

Provo stranissime sensazioni quando rivedo spezzoni in Tv del processo di Norimberga…..quanto è  straordinario l’animo umano?

Quanta grandezza e quanta miseria si possono nascondere dietro un naso, una bocca,  due occhi come li abbiamo tutti?

In un film visto tempo fa che trattava questo argomento mi colpì il finale. Lo psicologo che parlava con i criminali nazisti che poi furono condannati all’impiccagione disse che cercava il motivo per il quale potesse essere accaduto quel qualcosa di ….incomprensibile. Bimbi, donne e uomini torturati, lasciati morire di fame e stenti con solo un numero tatuato su un braccio per dire chi erano, mandati alle camere a gas e nei forni dopo averli spogliati di tutto, anche della dignità.

E la sua conclusione fu che in quelle persone che fecero tanto male a questo mondo mancava una cosa:

l’empatia.

La capacità di immedesimarsi in un’altra persona, di calarsi nei suoi pensieri e nei suoi stati d’animo.

Forse è davvero tutto qui.

Se ogni volta che ferissimo qualcuno provassimo lo stesso dolore che abbiamo inferto,, forse prima di colpire ci penseremmo un pochino di più.

E il lavoro della signora Morte sarebbe un pochino più leggero.

non arrendetevi

Dedicato alle vittime del terremoto, di tutti i terremoti.

NON ARRENDERTI MAI..

neanche quando la fatica si fa sentire,
neanche quando il tuo piede inciampa,
neanche quando i tuoi occhi bruciano,
neanche quando i tuoi sforzi sono ignorati,
neanche quando la delusione ti avvilisce,
neanche quando l’errore ti scoraggia,
neanche quando il tradimento ti ferisce,
neanche quando il successo ti abbandona,
neanche quando l’ingratitudine ti sgomenta,
neanche quando l’incomprensione ti circonda,
neanche quando la noia ti atterra,
neanche quando tutto ha l’aria del niente,
neanche quando il peso del peccato ti schiaccia…
stringi i pugni, sorridi………
e ricomincia.
San Leone Magno

26 maggio

Il problema del mondo non è il male che c’è,

ma il bene che manca.

Non aggiungo altro…già ho fatto e detto cose in più rispetto a quelle che saggiamente avrei dovuto, come da poco riportato nel blog:

Non rispondere quando sei arrabbiato.

Non decidere quando sei triste.

Non fare promesse quando sei felice.

va bene così

intenti

ok….ok……

la signora Lilly proprio non ci vuol sentire.

Allora sia.

Ripeto e sottolineo che non intendo usare questo blog, ops….correggo: non avrei voluto usare questo blog nato come mio diario personale prima e sottolineo PRIMA che la signora Lilly facesse la sua comparsa nella mia vita come mezzo di scambio di comunicazioni con la suddetta. Purtroppo nel suo blog stamani ho trovato un’inondazione. E non ritengo più giusto tacere.

Ma la vita sovente ci mette davanti a “cambiamenti d’idea”….come si dice “solo gli stupidi non cambiano idea”.

Quindi mi scuso con gli eventuali lettori di passaggio nel mio blog che si troveranno a leggere posta “personale”, e aggiungo che mi scuso in anticipo se in questa fase mi potrebbe capitare di usare termini un po’ forti. Purtroppo quando sono arrabbiata o piena d’adrenalina in circolo il meccanismo di controllo del linguaggio perde efficienza e mi ritrovo a fare la “pescivendola” come già sottolineato in un’altra occasione mesi fa.

Preciso che l’intento sarà quello di rispondere alle accuse che la signora Lilly mi muove e provare a scandagliare quel che è avvenuto in questi anni tra me e lei…perchè penso proprio che la signora abbia l’assoluto bisogno di rinfrescarsi la memoria.

Questo indipendentemente dalla mia relazione con Fra attualmente in essere della quale non debbo parlare con lei…ops…non dovrei.

Ma dato che le piace così tanto stuzzicarmi… vabhè…ok……di cose ne ho da fare milioni in questo periodo…ma vediamo pure di riuscire a scambiare quattro chiacchiere.

Adesso debbo assolutamente andare avanti con il lavoro, comunque a  presto.

 

La canna e il vento

Non era mai accaduto.
Nel boschetto
gli alberi erano tutti innamorati
di una canna
una cannuccia sottile
che amava invece il vento,
il vento che porta la pioggia.

Così il boschetto l’aveva ripudiata.

La canna innamorata
rispose “Per me, questo va bene”.
Voi state pure tutti da una parte,
ché dall’altra c’è il vento della pioggia.
Così vuole il mio cuore.

Il boschetto offeso,
sentenziò la morte
per quell’innamorata dagli occhi di rugiada.
Chiamò il picchio dal becco forte,
e il picchio colpì nel cuore
tre, quattro, cinque volte
nel cuore della piccola canna.


Da quel giorno
la canna innamorata divenne flauto
e da quel giorno
le ferite degli amanti
parlano con le dita del vento
e cantano,
ovunque nel mondo,
da quel giorno.

Sherko Bekas

scelte diverse

Ho appena inviato il testo dell’ultimo scritto di Lilly sul suo blog alla mail di Frà.

Purtroppo seppure entrambe amiamo quest’uomo lo facciamo in modo diverso.

Forse io sbaglio tutto come asserisce lei…forse.

Ma d’altra parte io sono io e lei è lei.

Lei certamente avrà da recriminare sul fatto che ho messo lui a conoscenza di quanto da lei “vomitato” nel blog.

Uso questo termine “vomitare” non per offendere….ma perchè so esattamente come ci si sente in questi frangenti: pieni di roba da tirare fuori. E ben venga sfogarsi.

Ma torniamo a bomba. Lei continua a scrivere che io non voglio vedere, non voglio capire, non ascolto…e via dicendo.

Si sbaglia enormemente. Semplicemente agisco in modo diverso da lei.

Io coinvolgo Fra in quel che scrive lei perchè voglio che sia lui a prendere delle posizioni.

Lei scrivendo nel blog e continuando ad alimentare un rapporto tra me e lei fa esattamente quel che non va fatto.

Si sostituisce a lui impedendogli di crescere e fare e dire.

Che senso ha scrivermi – indirettamente, ma scrivermi – che lui mi mente, che non mi ama, che qui che la?

Ma perchè lei che accusa tantissimo me di non parlarci invece di scrivere a me non lo prende per mano, ci va a cena fuori e gli fa capire una buona volta che deve dirmi le cose che lei scrive se corrispondono a verità? Già…perchè invece lui interpellato nega. Nega ogni asserzione che fa lei. Ok…ragazzi…mettetevi a tavolino e chiaritevi tra voi.

Perchè se a voi sta bene di giocare….fate pure.

Io ho un figlio adolescente con tutto quel che vuol dire.

Io ho un lavoro autonomo che in questo periodo mi uccide e non ho la tranquillità di una busta paga.

E altri problemini personali.

E soprattutto….amo un uomo che vive a 700 km. Ho assoluto bisogno che quest’uomo sappia cosa vuole o non vuole.

E che sappia dirlo con convinzione. Perchè che mi vuole nella sua vita lo so. Ma necessità che lo sappia anche lui e che lo sappia dire.

Che sappia difendere questa volontà, che una volta per tutte dica a Lilly che non ha bisogno di un avvocato che parla al posto suo.

Lei non si rende conto che Fra è un uomo…non un bimbo. Continua a ripetere l’errore.

Lui deve decidere se vuole continuare a permettere a Lilly di invadere la sua sfera privata o in che misura.

Invece lei sarebbe bene che riflettesse su una cosa che ha scritto recentemente:

“la loro finzione non finirà per colpa mia…..”

 

cose da non fare :-)

Non rispondere quando sei arrabbiato.

Non decidere quando sei triste.

Non fare promesse quando sei felice.

….non fare queste cose è saggio…ma talvolta l’emotività prende il sopravvento.

e ci lasciamo andare correndo dietro alle nostre emozioni.

Per questo esiste il perdono, la comprensione, la pazienza.

Per recuperare agli errori fatti e ricucire gli strappi sulle labbra.

dov’ero?

Stasera sono stata a casa di amici per il nostro consueto appuntamento per il gioco di Dangeons and dragons e mentre tornavo a casa mi sono ritrovata con una domanda nata nella mia testa in modo assolutamente spontaneo:

dov’ero?

Dov’ero mentre il mondo si trasformava come oggi si presenta ai miei occhi?

Dov’ero mentre le persone che conoscevo e sceglievo adatte per diventare Amici si trasformavano in persone diverse da quel che ritenevo?

Cavoletti…stasera per l’ennesima volta – quindi non è un caso – non può essere un caso qualcosa che si ripete con una discreta frequenza – ho assistito ad un comportamento che non comprendo.

Non comprendo come si può scherzare, vezzeggiare, coccolare di complimenti e battutine carine e gentili una persona che ripetutamente negli ultimi due/tre anni definisci una persona con la quale hai deciso di chiudere i rapporti.

Giuro, non riesco proprio a comprenderlo.

Soprattutto perchè i “complimenti” poco lusinghieri dei quali vengo messa a conoscenza non sono manifestati a caldo, in momenti di rabbia o irritazione. No, vengono espressi con calma, in momenti di tranquillità…come parlando di fatti assodati e definiti.

Quindi? Quindi si tratta di ipocrisia bella e buona?

Temo di si….e purtroppo mi ritrovo a constatare che osservo comportamenti analoghi spesso….troppo spesso.

Quindi mi pongo la domanda: dov’ero quando le cose mi sono cambiate sotto il naso?

Oppure erano già così, già persone che non mi piace definire false…diciamo opportuniste? Ed io inizialmente non me ne sono avveduta? Perchè vediamo le persone attraverso i nostri stessi occhi, attraverso i nostri pensieri, attraverso il nostro modo d’essere quindi alcuni comportamenti ci risultano assolutamente estranei?

Ed è doloroso osservarli.

Si.

Doloroso.

Doloroso vedere come persone che in privato parlano le une delle altre in modo quasi raccapricciante che poi interagiscono pubblicamente in modo smielato.

Bhò.

Non capisco. Non capisco e reagisco al mio solito modo. Mi tengo a distanza, osservo, resto in silenzio e imparo. Imparo che il mondo è davvero un posto strano e difficile dove sopravvivere.

Anche perchè un’altra domanda a questo punto mi sorge spontanea: ma se queste persone sono false nel rapporto con i terzi….chi non mi dice che non siano false anche nel rapportarsi con me?

Chi è falso ed ipocrita…lo è con tutti. Lo è nell’anima, lo è nei pensieri. E non credo che facciano eccezioni…..quindi…..uno più uno fa due.

Insomma….sono stata educata come se il mondo fosse fatto in modo giusto, corretto, con degli ideali, con dei sogni….e mi ritrovo in un mondo egoista nel quale l’unica cosa giusta è quella che fa stare bene il diretto interessato indifferente ai bisogni altrui.

No, Angy, il mondo non è tutto così. Ci sono ancora belle persone. Ma restano in silenzio ed osservano…..disorientate e sperdute. Coraggio….il mondo cambierà, e cambierà in meglio. L’importante è non arrendersi al “brutto” che avanza.

Coraggio….!!!!!

un bacione a tutti e sogni belli

smack

 

Aria di guerra

Caro Diario,

perchè ho condiviso con te il post precedente? Perchè sento l’aria intorno a me sempre più carica “d’elettricità”….sento i Tg con le notizie e leggo le Home Page piene di episodi di “guerra”.

Già. Siamo in guerra. Non è una guerra che si combatte con le armi, con i fucili, le mitragliatrici o le pistole e via dicendo.

No, questa guerra è più brutta. Si combatte con i soldi. Si uccide la gente con i debiti, con la paura della fame. Gli uccidi la dignità, la speranza, la possibilità di sentirsi realizzati a questo mondo.

Già…perchè poi c’è anche questo problema. Che il mondo d’oggi ti impone degli standard per essere riconosciuto parte del mondo stesso: I-pad, cellulare ultima generazione, viaggi in giro per il mondo, continui cambiamenti d’abito….ecc..ecc….

Perchè magari….forse…..quelli che si stanno uccidendo in questi giorni o che commettono gesti al limite della totale follia un letto ce l’avevano pure, e un “panino” alla fine della giornata riuscivano a mangiarselo….mentre guardavano il cielo in alto, il sole o le stelle.

Ma no. Ti senti comunque un fallito perchè non riesci a pagare l’assicurazione della macchina, perchè non puoi stare dietro a questa parte di mondo che corre dietro al consumismo più frenetico.

Ed anche questo “consumismo”…., questo stile di vita al quale siamo abituati come siamo abituati a respirare, noi nati negli anni della ricostruzione…, questo padre che ci ha educati come figli a dover comprare comprare comprare…..adesso che siamo in recessione…..che fine fà?

Il mondo che io conoscevo sta cambiando….e cambia molto più velocemente di quanto io mi aspettassi. Io ne sono disorientata e spaventata.

La gente cambia.

Si respira più rabbia in giro, più insoddisfazione, più nervosismo, più intolleranza.

Riuscirà questa umanità a salvarsi da se stessa?

Io non lo so….ma ci spero tanto, veramente tanto.

Spero che la bellezza del creato ….che mai ci ha traditi ed ogni primavera torna a dirci che è dalla nostra parte con umiltà e semplicità….che ci da grano per il pane sulle nostre tavole, che ci da sole per scaldarci, che ci da sorgenti con acqua da bere, che ci fa sentire parte dell’universo vivo ci guidi  e – soprattutto – guidi chi deve guidarci, noi….popolo arrabbiato, deluso, avvilito, scontento, infelice,  nella giusta direzione:

l’amore e il rispetto per la vita di ciascuno.