non mi riconosco più nei miei pensieri di questi ultimi dieci giorni…
alla fine sono diventata anch’io cinica, egoista?
…ho paura…
devo raccogliere le idee.
capire…
uffa…..
…ciò che non ti uccide ti rende più forte?
si….ma…uffa!
a quest’ora dovrei riuscire a trasformarmi in HULK quando mi serve….
abbracciamoci
Stamattina mi sono svegliata con una strana nostalgia.
Nostalgia di un semplice abbraccio.
Non è così strano….penso sia successo per il gesto impulsivo della mia amica ieri sera.
Eravamo andate in palestra (come al solito a far finta di lavorare agli attrezzi…), poi a mangiare qualcosina.
Mentre stavamo andando a riprendere le macchine…lei si avvicina e mi abbraccia forte..mi ringrazia per la serata allegra e mi dice che mi vuole bene.
A ringraziamenti e parole d’affetto sono ormai avvezza…ma l’abbraccio mi ha colpito in pieno petto.
Quanto tempo è che nessuno mi abbraccia spontaneamente per dimostrarmi semplicemente che mi vuole bene? Per trasferirmi quel calore umano che non ha bisogno di parole tronfie…il semplice gesto di alleanza tra esseri umani che dimostrano la loro fragilità e il bisogno di sorreggersi l’un l’altro?
Ci ho pensato…e ho ricordato il precedente abbraccio.
Sempre inaspettato e quindi preziosissimo.
Una sera dopo l’ennesima discussione con mio fratello…lui si è avvicinato e mi ha abbracciato…mi ha stretto forte e in quell’abbraccio silenzioso ho sentito dentro ciò che lui aveva già detto a parole …senza sortire lo stesso effetto: ti voglio bene.
Siamo rimasti abbracciati per un tempo che sfugge dalla dimensione stessa del tempo …istanti interminabili assaporati tra le lacrime che sono sgorgate da sole…lacrime di gratitudine alla vita per avermi dato questa gioia.
Non mi vergogno ad ammettere che – alcune volte – talmente forte è il bisogno di un abbraccio…che mi porto a letto un leoncino di peluche, e mi addormento abbracciata a lui (anche se “non ho l’età” , anzi…l’ho passata da un pezzo!!!).
Non che viva circondata da iceberg…ma…bacini frettolosi dati più per abitudine che altro, gesti d’affetto ottenuti dopo averli richiesti a seguito di grave crisi d’astinenza,bhè…non placano la mia sete, non saziano la mia fame…anzi.
vero è che io rientro tra le persone che per indole erigono una specie di muro invisibile tra se stesse e gli altri… tengo sempre una specie di distanza di sicurezza. Ma che bello quando qualcuno invade il mio spazio, lo ricambio con sorrisi, lacrime…è un vortice di emozioni che mi travolge.
Dicono che gli occhi parlano…chissà se loro riescono a dire quanto mi arricchisce un abbraccio, quanto sono grata per il calore che mi trasmettono?
…….in tarda mattinata una coperta di tristezza mi ha avvolto, rendendomi buia dentro come era stato buio il preludio del cielo d’inverno visto dalla finestra.
Se dicessi che non sò il perchè mentirei..(l’invisibilità, cosa può far più male ad una persona?).
…..ma ora và meglio…anche per stavolta il peggio è passato.
buonanotte al mondo con un tenero abbraccio.
speranza
Quando le luci si spengono –
poco per volta ci si abitua al buio
come quando il vicino, sollevando alto
il lume, sigilla il suo addio.
Dapprima – i passi si muovono incerti
nel buio improvviso –
poi – lo sguardo si abitua alla notte –
e senza incertezza affrontiamo la strada.
Ed è così che nelle oscurità più fonde –
in quelle notti lunghe della mente
quando non c’è luna che disveli un suo segno –
quando non c’è stella che – dentro – s’accenda –
E i più coraggiosi – per un poco brancolano –
e battono – a volte – dritti in fronte –
contro il tronco di un albero –
ma poi imparano a vedere –
E allora è la Notte che si trasforma –
oppure un qualcosa nella vista
che alla Mezzanotte si conforma –
E la vita procede quasi senza incertezza.
Emily Dickinson (1862)
Finirà la lunga notte della mia mente…
Quando?
… allora le mie incertezze saranno solo un ricordo.
e il dolore…passaggio obbligato per crescere,
qualcosa di cui ringraziare.
Quando avrà fine il mio Medio Evo?
…prima o poi rimetterò le mie ali
e tornerò a volare….lo spero tanto.
E tu….vorrei capirti.
stasera…senza avviso mi hai mandato un sms
indecifrabile/chiarissimo:
“tutto cambia…ma resta com’è”
perchè non mi parli con il cuore?
perchè mi tratti come una bambola?
..prima mi tiri su e poi mi butti giù…
ma soprattutto…perchè te lo lascio fare?
………risposta ovvia.
ma tu perchè lo fai?
………e mi do’ la risposta che preferisco.
mento a me stessa?…
il problema è che io credo in te…cavoli
sono sicura di non sbagliarmi, lo sento!
io sono sicura che sei una persona straordinaria, stupenda
ma…….perchè fai così?
…tanto tempo fà mi dicesti che ero il tuo angelo con la gonna…
ma non ce la faccio più a proteggerti da te stesso…
non ce la faccio più.
parole parole parole
rieccomi…è passata una settimana…piena di parole…parole.
Ripreso il lavoro, con tanta buona volontà.
…nota negativa: ti sei ingrassata! azz….le mie colleghe se ne sono accorte.
a parte che era impossibile non accorgersene.
Cmq…presa da un secolo la decisione di riperdere i Kg indesiderati, non ce la faccio. Amara constatazione. Ci riprovo…da domani riprovo.
Pensa che bello se per carnevale mi potessi mascherare da Lara Croft!!!hihihiihihi….anzi…hahahhahahha…….quasi impossibile, ma mai dire mai.
e poi…..cavoli…sai che depressione mo’ che escono tutti i calendari pieni di Wonder woman tutte perfettissime e che ti fanno sentire letteralmente un rifiuto?la vedo dura…non ci stò con la testa, questo è il problema.
Vedremo…
Per quanto riguarda le amicizie vecchie e nuove, settimana splendida.
Non mi ero sbagliata ad aprire il mio cuore…solo devo controllare la mia fame d’affetto. Non è colpa di nessuno se io non ho un vuoto affettivo ma un abisso.
Lunedì ho trovato una bella sorpresa.
Premessa: a maggio hanno eliminato dal giardino condominiale dove lavoro un bellissimo albero di mimosa, colpevole solo di…di esistere.
Bhè…….evviva la natura!!! Al suo posto alcune decine di piantine di mimosa hanno invaso tutto il giardino, è uno spettacolo della vittoria della natura sull’uomo, che bello.
Martedì sono stata felice: un sms inaspettato e parole calme, misurate, dolci per aiutarmi a riflettere sulla mia vita, di nuovo grazie.
Mercoledì con la mia amica in palestra…tante parole (abbiamo chiacchierato ininterrottamente quasi 3 ore, ancora un po’ e ci cacciavano via), tante tante tante risate, (hahahha…sarebbe stato imbarazzante spiegare all’autombulanza come mai io avevo il naso frantumato e la mia amica quasi finiva spaccata in due…hahhahaahah)
Giornata difficile giovedì…parole cattive…da dimenticare, ma impossibili da dimenticare da parte di colei che dovrebbe amarmi incondizionatamente, invece…lo fà solo a patto che io sia un burattino nelle sue mani. Consigli che non accetto, rimproveri…
stai sbagliando tutto… in pratica come se la mia vita fosse un susseguirsi di errori su errori, per una che è nata sentendosi ripetere di non sbagliare mai, che un errore ti rovina la vita. Vorresti sparire, se non esisti non sbagli.
Venerdì…ho cercato di dimenticare le parole di giovedì, ma è ogni volta più difficile, anche perchè in qualche modo hanno condizionato i miei giorni successivi. Credo che ciò e come è stato detto ha prodotto ripercussioni su una persona, e questo mi stà spiazzando, come se non fossi già abbastanza confusa.
Sabato…MV abbiamo parlato…ti ho chiamato a pranzo, ma non ho detto una parola,sono rimasta in silenzio.Tu mi hai richiamato nel pomeriggio. Non ti chiedo nulla se non di parlare con me ogni tanto, ma non riesco a capirti. Tu vuoi tutto o niente almeno così dici a parole e poi…l’ennesima ferita: “tra un po’ non ci sentiremo più”, “non sai più se parlare con me ha un senso”, e poi mi hai chiesto come trovare il mio blog. Non te l’ho detto, come risultato mi hai dato della qualunquista in tono dispreggiativo…tante tante parole, tutto e il contrario di tutto.
In conclusione…la cosa più importante della settimana è la domanda che mi ossessiona da un pò: cosa vuoi fare della tua vita? Me lo hanno chiesto in tanti.
Non lo sò.
Sò cosa volevo. Sò che forse quello che volevo in realtà non esiste e che è diventato impossibile che i miei sogni si realizzino, le cose in cui credevo si sono disperse come neve al sole..
quindi…cosa fare? è come se fossi ad un incrocio. La via che avevo iniziato a percorrere tanto tempo fà mi ha deluso, troppo profondamente deluso. prosegue di fronte a me…ma…non ho più intenzione di continuare a percorrerla, ma so’ che questo costa tanto dolore, sofferenza.
ci sono altre indicazioni…altri sentieri.
Ma…andare dove? perchè?
e poi…sinceramente ho paura.
Non paura dell’ignoto o paura di soffrire.
Ho paura che il dolore sia qualcosa di contagioso…che passi da una persona all’altra, come l’amore, la gioia. E non vorrei far soffrire nessuno per causa mia.
eppure sò di aver causato, causare dolore e che lo farò anche domani e poi ancora, per decisioni che ho preso e che……devo trovare la forza di portare a termine se è vero come è vero che credo ancora in qualcosa di grande.
Anche la mia amica ha sofferto tanto. La sua sofferenza l’ha portata a chiudersi in una rocca quasi inaccessibile, spero che ne esca presto.
Io invece ho reagito quasi sdoppiandomi.
Una parte di me vorrebbe scomparire…nulla ha senso, mollare tutto…disillusione totale sia sul piano personale-familiare che su quello sociale…non si sà più in cosa credere.
una parte di me…non vuole mollare, anzi. In fondo sò che tanti mi vogliono bene, mi conoscono, mi stimano. Amo le persone, amo chi mi sorride e mi parla, amo amare…e lotto continuamente per essere accettata.
La mia vita è diventata una sorta di staffetta tra le tante me stessa che convivono nel mio cuore, nella mia testa.
Provo a non arrendermi…combatto…e alterno momenti di felicità e di dolore…se solo accettassi di vivere come mi consigliano…come sarebbe semplice. Squallido, grigio, contrario a me stessa…ma semplice.
Che confusione.
oggi…..uguale a ieri, e domani?
Dopo il tam tam che ho visto nei blog per lo scalpore suscitato dal film
Fahrenheit 9/11 ieri sera sono andata a vederlo.
Ho fatto bene…e nella mente è riaffiorato il ricordo di qualcosa letto un po’ di tempo fà….e stamani l’ho cercato e ritrovato.
Sicuramente tanti li conosceranno già, ma per chi non li conosce ecco i versi scritti da Trilussa in occasione della prima guerra mondiale (poi ripresi da Claudio Baglioni).
L’espressione di un’amara e disincantata saggezza popolare che – purtroppo -non sbaglia.
Tratta da Da La Guerra a la Pace (1914-1919)
La ninna-nanna de la guerra
Ninna nanna, nanna ninna,
er pupetto vô la zinna:
dormi, dormi, cocco bello,
sennò chiamo Farfarello
Farfarello e Gujrmone
Gujermone e Ceccopeppe
che se regge co’ le zeppe,
co’ le zeppe d’un impero
mezzo giallo e mezzo nero.
Ninna nanna, pija sonno
ché se dormi nun vedrai
tante infamie e tanti guai
che succedeno ner monno
fra le spade e li fucilli
de li popoli civilli…
Ninna nanna, tu nun senti
li sospiri e li lamenti
de la gente che se scanna
per un matto che commanna;
che se scanna e che s’ammazza
a vantaggio de la razza…
o a vantaggio d’una fede
per un Dio che nun se vede,
ma che serve da riparo
ar Sovrano macellaro.
Ché quer covo d’assassini
che c’insanguina la terra
sa benone che la guerra
è un gran giro de quatrini
che prepara le risorse
pe’ li ladri de le Borse.
Fa’ la ninna, cocco bello,
finché dura ‘sto macello:
fa’ la ninna, ché domani
rivedremo li sovrani
che se scambieno la stima
boni amichi come prima.
So’ cuggini e fra parenti
nun se fanno comprimenti:
torneranno più cordiali
li rapporti personali.
E riuniti fra de loro
senza l’ombra d’un rimorso,
ce faranno un ber discorso
su la Pace e sul Lavoro
pe’ quer popolo cojone
risparmiato dar cannone!
ottobre 1914 Trilussa
…..
Per concludere un altro verso di Trilussa…per tutti quelli uccisi (o feriti) in guerra e in pace…e per chi resta e ricorda o guarda impotente i telegiornali
Una lagrima amara per chi nasce,
una lagrima dórce per chi more
…forse arriverà “un domani” in cui TUTTI dovremo rispondere a delle domande, perchè abbiamo agito in un certo modo…o perchè non abbiamo agito ma siamo solo rimasti a guardare….
…..ancora non ho imparato.
….stavolta non sei stato tu a ferirmi MV, ma uno che praticamente è poco più che uno sconosciuto, ma del quale chissà perchè avevo deciso di fidarmi, forse troppo tardi, o forse non avrei dovuto farlo mai.
Resta l’amara constatazione che ancora una volta ho creduto alla parola amicizia, a sorrisi troppo presto regalati…e ancora una volta mi ripeto:
ma cavoli……vuoi stare attenta? ti basta poco per sentirti delusa e ferita, lo vuoi capire?? quindi……cavoli……fai attenzione quando apri la porta del cuore.
mai smettere di giocare
pensando a quei bambini…
a quelli che non ci sono più…
a quelli che dovranno trovare il coraggio di tornare a scuola…
a quelli che sono in bilico fra la vita e la morte…
pensando a voi cari bambini ero arrabbiata, ……..molto arrabbiata
con questo mondo, con tutti…con i buoni e i cattivi.
Noi grandi dovremmo proteggervi (e non ci siamo riusciti)
noi grandi dovremmo amarvi ed insegnarvi ad amare (come? con questo esempio?)
insomma….ero molto ma molto amareggiata, addolorata, inc****ta con il mondo…
poi….un pensiero mi ha riportato un po’ di dolcezza tra tanto amaro:
un film: La vita è bella.
Un ringraziamento al sig. Roberto Benigni per questo capolavoro.
Ed un desiderio: non posso fare nulla per quei bambini lontani, in mondi di guerra, in posti che non sapevo neanche esistessero finchè non li ho sentiti nominare ai telegiornali,…ma vorrei tanto aver la forza e la voglia di far giocare sempre i bimbi che avrò la ventura di avvicinare, conoscere…e per far ciò…spero che il mio cuore non diventi duro, spero di continuare a piangere ogni volta che vedo e sento certe cose.
Quel film ci ha insegnato che volendo…possiamo cercare di nascondere le atrocità delle quali sono capaci i grandi….avranno tempo per capire quanto il mondo sia…una giungla
ora…voglio giocare.
un po’ di malinconia…
mi sento un po’ malinconica…penso al blog.
nell’home page Tiscali invita a tenere il proprio Diario senza lucchetto.
Io diari nella mia vita ne ho sempre scritti (sono smemorata persa..è l’unico modo per far riafforare alla mente piccoli particolari che altrimenti perderei); solo il primo aveva il lucchetto…era un piccolo diario di stoffa rossa…quando lo riapro…mi avvolge una sensazione forte di tenerezza, la mia calligrafia, le mie paure infantili (tipo…sono rimasta incinta perchè ho baciato un bimbo sulle labbra hihihiihihihi)i miei primi sogni su cosa avrei fatto da grande.
IL secondo ed ultimo (di tipo classico) è stato un vero grande amico di un’adolescenza che non mi ha permesso di vivere la crisi adolescenziale (ed io ho deciso di recuperare alla mia veneranda età!!!) ma non l’unico…non sono così introversa, ma…il mio caro amico è stato profanato, non una ma diverse volte.
Mi sono chiesta in che misura fosse colpa mia, della resistenza del mio bozzolo chiuso nel quale non faccio entrare nessuno.
Colpa dei mondi che ci sono in me, che gli altri percepiscono e che vorrebbero condividere, ma trovando la porta d’ingresso principale chiusa cercano vie alternative. Cmq l’ultima profanazione, di pensieri adulti da parte di qualcuno di cui mi fidavo… mi ha fatto troppo male, mi sono sentita violentata nell’anima…come se qualcuno mi avesse voluto spaccare la testa per vedere cosa c’è dentro, cosa che non sono riuscita a perdonare.
Poi…il mio diario è diventato un file in ufficio, in una cartella dimenticata… un diario sofferto…che mi ha accompagnato nel periodo più doloroso della mia vita.
Ed eccomi qui, come scrissi nel mio primo post…cerco me stessa.
Non mi spiace dividere questo mio diario con gli altri come me…anzi grazie a chi condivide i miei pensieri, o almeno parte di essi.
…anche se talvolta temo che potrei scrivere non per me, ma per chi legge, cosa che cerco accuratamente di evitare.
…ricordo da non perdere: io e piccola freccia giochiamo a chi tira più lontani gli aerei di carta…sottofondo “The great Gig in the shy” , a seguire “It’s alla coming back to me now” e poi….e poi…
Bhe’…malinconia…quasi finite le ferie, …meno tempo per il mio diario-blog, meno tempo per leggerne altri, meno tempo per scrivere…meno tempo per …. vivere.
P.S.1: facile dire “bisogna lavorare per vivere e non vivere per lavorare”, ma…in questo mondo il Lavoro diventa un Dio al quale sacrificare se stessi, il proprio tempo; bisogna essere produttivi..altrimenti sei fuori dal gioco.
P.S.2: se avessi fatto scelte diverse….chissà…..continuo a camminare…chissà dove arriverò?..no..non è importante dove arriverò, l’importante è camminare sempre.
il caso, il libero arbitrio, la necessità…..il destino
Vi siete mai chiesti perchè la nostra vita và in un modo invece che in un altro? In che misura certe scelte sono state realmente nostre consapevoli decisioni o è stata la necessità o il caso fortuito ad operarle al nostro posto? Perchè aspettiamo per tanto tempo che qualcosa accada (un evento non determinabile da noi) poi…quando magari non aspettiamo più quell’evento improvvisamente accade e ci lascia spiazzati? Perchè oggi siamo felici e domani soffriamo? Dipende sempre da noi?
La madre di Forrest Gump sostiene che ognuno di noi fà il suo destino…
ognuno deve fare del suo meglio con ciò che Dio gli ha concesso… ma poi…conclude dicendo che la vita è una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita.
o forse…siamo come piume…che il vento trasporta in alto fino al cielo…fà rotolare per terra tra foglie e polvere e poi…riporta in alto nuovamente…
o forse la vita è ….una meravigliosa irripetibile magica alchimia di tutto un po’?
“Queequeg ed io eravamo tranquillamente occupati a tessere ciò che viene chiamata una stuoia a spade, per rendere più robusta la nostra lancia.
Mentre continuavo a passare e ripassare la riempitura o trama di merlino tra i lunghi fili dell’ordito usando le mani come spola, e mentre Queequeg, messo di fianco, faceva ogni tanto penetrare la pesante spada di quercia tra i fili e, volgendo pigramente lo sguardo sull’acqua, metteva a posto ogni trama con noncuranza e inconsciamente, in quel momento regnava ovunque una così strana atmosfera di sogno, dico, sulla nave e sul mare, rotta soltanto dal rumore intermittente della spada, che quello sembrava il Telaio del Tempo ed io stesso una spola che continuasse meccanicamente a tessere il Destino. Ecco i fili fissi dell’ordito soggetto ad una sola vibrazione sempre uguale e ricorrente, calcolata per permettere appena l’incrocio con altri fili. Questo ordito pareva la Necessità . E qui, pensavo, io stesso, con le mie mani, uso la mia spola e tesso il mio destino su questi immutabili fili. Frattanto la spada di Queequeg, indifferente e impulsiva, batteva di traverso di quando in quando la trama, o per storto o forte o piano, come capitava: e questa differenza nel colpo conclusivo produceva un corrispondente contrasto nell’aspetto finale dell’opera: questa sciabola appartenente ad un selvaggio pensavo, che in modo definitivo dà forma a trama e a ordito, questa disinvolta sciabola indifferente dev’essere il Caso: sì, il caso, il libero arbitrio e la necessità per nulla incompatibili, che agiscono tutti intrecciati l’uno nell’altro.
La dritta trama della necessità, che non si lascia distogliere dalla sua rotta finale, e anzi, con ogni vibrazione alterna, tende soltanto a questo; il libero arbitrio, sempre libero di manovrare la sua spola tra fili determinati; e il Caso che, benchè limitato nell’azione entro i diritti limiti della necessità, e obliquamente soggetto, nei movimenti, al libero arbitrio, benchè così circoscritto da entrambi, il caso che alternativamente regola tutti e due e dà agli eventi l’ultimo colpo, quello determinante.”
– MOBY DICK – Herman Melvill
smack