nella disperata ricerca di una cura per la mia malattia “innamoramento acuto ucciso” ho optato per un metodo cruento…tipo malato di polmonite che si infila in una vasca di acqua gelida.
insomma…sono andata a vedere “I giorni dell’abbandono”.
mi sono voluta mettere alla prova…o mi spezzo…o mi piego.
sentivo dentro di me che mi avrebbe fatto bene…anche se il rischio di un eventuale crollo emotivo era molto alto.
in primis l’ambientazione: Torino.
appunto! città che ha visto i natali dell’uomo che amo, città in cui viveva da solo, città in cui ora vive con lei…città nella quale ha condiviso un pezzetto di vita con me appena 30 giorni fà.
rivedere i sentieri sulle rive del Pò, le strade percorse con lui…alcuni scorci della città che avevo iniziato ad amare vedendola attraverso gli occhi dell’uomo che amavo…è stato provare un tuffo al cuore..ma ho retto.
e poi…penso non sia una cosa che capiti tutti i giorni:
vedersi allo specchio.
lei…la donna abbandonata…ero io.
esattamente io.
la sua disperazione, la sua rabbia, le sue urla, i suoi sogni, la sua depressione, il suo dimenticarsi di se stessa per ricordarsi unicamente di lui, il suo scivolare lento sempre più in basso, il suo perdersi dietro le fantasie che scatena chi mente, chi nasconde la verità…ero esattamente io.
come lei mi sono sentita dire: non sò più cosa voglio dalla vita, ho bisogno di pensare a me…di decidere (e nel frattempo “pensare a me” era…vivere con un’altra)
come lei…mi faccio del male immaginandoli mentre si amano…come lo fanno, dove, quando, quanto.
come lei…penso che una donna senza amore sia come un morto che vive.
come lei ho trascorso giorni nei quali nulla ha senso tranne le domande che ti porti dentro: perchè è successo, come è potuto accadere? è stata colpa mia? è stata colpa sua? come è possibile che proprio lui abbia fatto questo?
come lei lasci che tutto intorno a te scorra da solo…non ti occupi più di nulla, né della casa, né della persone che ti sono rimaste accanto…né di te stessa.
come lei…sei piena di rabbia per l’ingiustizia che ti ha fatto…ma lo ami a tal punto che perdoneresti tutto se tornasse da te.
come lei…a chi mi ha detto: non ti merita, dimenticalo, volta pagina…anch’io ho risposto con parole diverse dalle sue…ma il concetto rimane inalterato: un pezzo di vita non è un insetto che si è posato sul dorso della mano, che quando ti dà fastidio con un soffio lo fai volare via…non è possibile.
in questi giorni..i giorni dell’abbandono…si è ciechi, non si vede più la vita che scorre intorno a noi.
ma……..come lei…un bel giorno ti dici: come posso lasciarmi ridurre così?
basta un evento ….per lei è stata una giornata nella quale tutto le è precipitato addosso e lei non aveva più la capacità di reagire…e quindi …razionalizzi: apri gli occhi sulla realtà…sul male che stai facendo a te stessa ed agli altri.
c’è chi ha bisogno di me…stò reagendo e ricominciando a vivere per lui.
un grazie enorme lascio qui a tutti coloro che mi sono stati accanto…a chi mi ha detto parole di conforto, a chi mi ha urlato la rabbia per il vedermi ridotta in uno stato quasi inumano, a chi mi ha regalato sorrisi, a chi mi ha tartassato di telefonate per non farmi sentire sola, a chi mi ha aiutato a comprendere che “devo elaborare il lutto”…e ci vuole il tempo che ci vuole.
ci saranno ancora momenti di buio, tornerò quasi certamente su queste mie pagine bianche a sfogare attimi di dolore…ma ho ricominciato a camminare in salita …ed ogni volta sarò più distante dal vuoto nel quale ero precipitata.
un messaggio che vorrei lasciare a te Franco…un regalo…perchè tu sei importante per me e vorrei che tu sia come ti conobbi:
non è un fallito chi piange….è un fallito chi rinuncia ai suoi sogni.
…spero tanto che tu non abbia rinunciato a sognare.