Bambini innocenti.
Oggi si muore di fame, anche in Italia, anche nelle grandi città, nelle tristi periferie che ruotano intorno ai cuori pulsanti.
Eleonora, che bel nome. Scommetto che era anche una bella bimba, o meglio avrebbe dovuto esserlo.
Invece?è solo un corpicino deturpato dalla fame.
?c’è chi mi dice che penso troppo, forse è vero.
Da quando ho letto la notizia…nella testa si sono accavallati mille pensieri, mille ricordi sono riaffiorati impotenti alla mente, piccoli riferimenti come flash che illuminano angoli bui, ora questo, ora quello..il comune denominatore sono i bambini e la povertà.
Bambini protetti, amati e bambini dimenticati, non protetti.
La prima sensazione è stata la rabbia.
Rabbia contro tutto e tutti, come mi accade di solito.
Quella rabbia che ti fa dire che fa tutto schifo, che fa bene la natura a tentare di spazzare via quest’umanità che non ha nulla di umano.
Mi è tornata in mente una pubblicità radiofonica, era spettacolare nella sua semplicità.
Elencava vari tipi di animali…mi pare fossero:
Cane: tump tump tump tump
Cavallo: tump tump tump tump
Coniglio: tump tump tump tump tump
Uomo:
….di ogni animale si sentivano registrati i battiti del cuore, quando invece toccava all?uomo – un silenzio ingigantiva il ricordo dei battiti appena ascoltati – come a dire che l’uomo non ha cuore.
Pensando ad una bimba di poco più di anno che muore di fame mentre c’è tanta gente che butta il cibo e fa diete dimagranti, si, ho sentito anche il mio cuore perdere un battito per la rabbia.
Ingiustizia..mi sono per l’ennesima volta tornate in mente quelle parole sussurratemi ormai tanto tempo fa: devi imparare ad accettare l’ingiustizia in questo mondo ingiusto.
E’ difficile, non ci riesco.
E soprattutto non voglio farlo.
Non voglio che il mio cuore si indurisca di fronte a queste notizie.
Siamo usciti stasera, ero profondamente triste.
Guardavo le persone che mi passavano tranquillamente accanto ed avrei voluto urlare loro:
bhè??? Non lo facciamo domani un minuto di silenzio per una bimba innocente?
Una bimba che forse ormai neppure piangeva più talmente si era indebolita?
Chi piangerà per lei? Chi osserverà un rispettoso silenzio? Chi pregherà?
Poi ho ripensato alle parole di una donna udite al telegiornale, una che viveva nello stesso quartiere della “famiglia” della piccina:
? la colpa non è del quartiere, la colpa è del padre e della madre.?
Appena udite queste parole, bhè, capii e non capii.
Si, certo mi dicevo, la colpa è di tutti.
Dei genitori…ma anche di questa maledettissima società che è cieca ai bisogni dei più deboli.
E mi è rivenuto in mente un altro flash:
mercoledì, pausa pranzo.
Avevo deciso di fare due passi…vedere qualche vetrina.
Ad un tratto appoggiato al muro di un palazzo vedo un uomo, un anziano.
Era praticamente chino su questo muro, il volto nascosto, il corpo piegato.
L’osservai per qualche istante, ero indecisa sul da farsi, la scena era immobile, l’unico a muoversi era il cagnolino che quell’uomo teneva al guinzaglio.
Sospettai che quell’uomo stesse male, potevo farmi i fatti miei, ma non si può solo parlare, si deve in qualche modo agire.
Mi avvicinai, lo toccai sulla spalla e gli chiesi se si sentiva male.
Si voltò, aveva il volto rigato di lacrime e cominciò a parlare, una cascata di parole.
Forse avrei preferito non capire quel che mi diceva ,invece capii.
Non stava male, era solo precipitato in un attimo di disperazione nella solitudine.
Lì..vicino alla metrò,con un sacco di gente che passava indifferente, lui piangeva perché i soldi non gli bastavano per arrivare a fine mese con la pensione…biascicava parole a lui chiare, a me un po’ meno, l’affitto, le bollette, la pensione.
Non mi conosceva affatto..ma mi parlava dei suoi problemi..della sua incapacità di “andare avanti”
A quel punto si è avvicinato un’agente della sicurezza della metrò, gli ha chiesto se voleva andare a sedersi, se si sentiva male,ma lui ha detto di no, che stava bene, era stato solo un attimo.
Purtroppo dovevo tornare al lavoro..non sapevo cosa fare. Bhè, gli ho dato qualcosa, un gesto che avevo paura rifiutasse, ma non l’ha fatto, magari con quei pochi spiccioli poteva dar da mangiare al cagnolino. L’ho salutato dicendogli “?si faccia coraggio, sono tempi duri per tutti…” e mentre dicevo così pensavo a tutte le persone con le quali parlo, tutti a lamentarsi che il costo della vita è raddoppiato.
Anche i genitori di Eleonora avranno avuto i loro bei problemi a sbarcare il lunario, non lo metto in dubbio.
Ma ho ripensato ad un uomo..un uomo che per i suoi figli ha venduto prima il suo sangue, poi il suo scheletro.
Si: il suo scheletro. In India esiste il commercio delle ossa umane .. bhè non siamo poi molto distanti dal film di Alberto Sordi che metteva in vendita un occhio, almeno le ossa le prendono dopo che sei morto.
Insomma, quella madre non aveva proprio trovato il modo di dar da mangiare alla sua bimba?
..cavoli…ok…non avrei mai creduto di poterlo pensare, ma avrebbe anche potuto fare di tutto, se proprio proprio per nessun motivo avrebbe potuto trovare un lavoro, se nessuno le porgeva una mano per aiutarla..poteva chiedere la carità..rubare…prostituirsi…insomma, cavoli, non mi vergogno di scriverlo…io avrei dato via la mia vita in tutti i sensi per nutrire mio figlio…Dio mio…ma ci rendiamo conto?? Le è morta di fame sotto gli occhi, a me pare impossibile che possa accadere una cosa del genere in questi tempi.
Ma..ho ripensato ad una notizia di ormai tanti anni fa, anche questa sembra impossibile, ma accadde, ed è scolpita nella mia mente a lettere di fuoco.
Non potrò mai dimenticare la vicenda: una bimba di circa un anno…morta dopo un’intera nottata di sevizie perché uno zio aspirante mago aveva detto ai genitori che la bimba piangeva perché era “indemoniata”.
Quindi, con il consenso dei genitori ed alla loro presenza, trascorse un’intera notte a martorizzare quel povero corpicino per esorcizzarlo affinché il “diavolo” lasciasse la bimba.
Invece ad andarsene fu il suo respiro innocente.
Innocente..innocenti
O quella volta che si parlava dello scandalo del mercato del sesso con dei bambini, una registrazione telefonica nella quale si parlava di una compravendita: una bambina…un ricco industriale acquistava un giocattolo (la bambina!!!) per i suoi giochi, per il suo divertimento.
Nella registrazione si sentì chiedere se poteva infilare dei chiodi nei capezzoli…gli risposero di si.
Chiese preoccupato cosa sarebbe accaduto se “il giocattolo” si fosse rotto mentre lui si divertiva.
Gli risposero di non preoccuparsi….chi si preoccupa di un bambino/a dimenticato?
E quando si parlò del quartiere povero di Napoli? Avevano arrestato il bidello di una scuola,i bambini si facevano fare foto erotiche per racimolare qualche soldino per i giocattoli che i genitori non si potevano permettere.
E poi il lavoro minorile….questa notizia è un’ANSA dell’11 giugno dell’anno scorso:
Un bambino su sei e’ oggi vittima nel mondo del lavoro minorile.
Lo denuncia l’Ilo, l’organizzazione internazionale del lavoro.
In occasione della terza Giornata mondiale contro il lavoro minorile,
l’Ilo avverte che il fenomeno procura in tutto il mondo 22 mila morti ogni anno.
Per l’agenzia dell’Onu, sono 246 milioni i bambini costretti a lavorare in tutto il mondo;
73 milioni hanno meno di 10 anni, 127 milioni meno di 14 anni (soprattutto nella regione dell’Asia-Pacifico).
© Ansa
Cosa si può fare? Cosa si deve fare?
Come impedire che questo accada?
Personalmente la cosa che voglio è non dimenticare.
Dimenticando…li facciamo morire due volte.
Dolcissima Eleonora?..ora che sei un angioletto in cielo…pensaci Tu ad illuminare qualche cuore duro, e proteggi e perdona Tua madre…io…sò che dovrei…ma oggi non riesco a farlo.
proteggiamo i bambini…loro possono solo chiederci di amarli con i loro occhi innocenti
io….oggi..ovvero…confusione alla ricerca di nuovi sorrisi.
Ho appena smesso di gironzolare tra i blog.
Alcuni mi hanno regalato un sorriso, altri no,….anzi.
Comunque mi hanno dato emozioni.
Vorrei scrivere qualcosa di questi giorni….
partendo da sabato sera per arrivare a ieri sera.
ma…non scriverei cose belle.
In questo momento la mia testa è solo piena di flash.
non ricordi netti….parole che forse vorrei dimenticare…ma nel contempo vorrei vedere incise sulla pietra.
flash…
un immenso senso di solitudine…veramente immenso
domande…valgo davvero così poco?
perchè “buona fortuna”?
il desiderio di addormentarmi in un sonno senza sogni e svegliarmi tra 10 anni.
tutto finito…un mondo nuovo che mi circonda
invece no…affrontare tutto.
Mi sono promessa però di non vedere “la montagna” da scalare, …ma di affrontare una piccola tappa per volta.
Giorno per giorno…passo dopo passo.
e poi…magari oggi vedo tutto nero…domani chissà.
già oggi rispetto ai tre giorni precedenti è stato meglio…il ribollire delle emozioni si è decantato un pò.
e poi…
un NO che non vorrei aver detto
silenzio mentre avrei voluto piangere e gridare.
parole per radere al suolo la mia vita
parole per avere e dare la possibilità di ricostruire dal nulla
una frase: devi trovare la forza di crederci ancora….
……..non lo sò.
non sò se avrò di nuovo questa forza.
Oggi no….poi….non sò.
la vita è imprevedibile.
e…tante parole non dette…tante.
quanta confusione
vorrei…non lo sò.
vorrei svegliarmi domattina e sentir risuonare nella mia testa
parole dolci piene di speranza, amore…sò già che domani non sarà così…ma ci sarà dopodomani e poi dopo ancora…
Dolce sentire
Dolce sentire come nel mio cuore
ora umilmente sta nascendo amore
Dolce capire che non son più solo,
ma che son parte di una immensa vita
che generosa risplende intorno a me:
dono di lui, del suo immenso amor.
Ci ha dato il cielo e le chiare stelle,
fratello sole e sorella luna,
la madre terra con frutti, prati e fiori,
il fuoco, il vento, l’ aria e l’ acqua pura,
fonte di vita per le sue creature:
Sia laudato nostro Signore,
che ha creato l’universo intero
Sia laudato nostro Signore,
noi tutti siamo sue creature:
dono di lui, del suo immenso amor
Beato chi lo serve in umiltà.
mi sforzerò di ridere…
cercherò di non perdere giorni a rincorrere solo sogni
anche se adoro sognare…
il mondo non è poi così bello…e sognare serve.
Dio mio quanta confusione.
bhè….cercherò di essere allegra, almeno fuori…sperando che il fuori lentamente contagi il dentro.
resta il fatto che mi sento intimamente, profondamente sola…di quella solitudine che sai che non è reale al 100% ..ma la senti tale…impalpabile ti mangia dentro, sovrasta le altre sensazioni …
ti avvolge come un soffio di vento…al quale non sai se lasciarti andare
mentre sul volto traspare una mestizia malcelata….
vedere alla finestra ricordi portati dalla pioggia
Ieri una pigra giornata di pioggia.
..i miei pensieri sono andati a ritroso nel tempo e involontariamente mi sono ritrovata ad osservarmi spettatrice di un’altra giornata di pioggia, come se vedessi da una finestra.
Era un tempo indefinito fà di questi lunghissimi due anni…focalizzando meglio era febbraio dell’anno scorso.
Mi rivedo, ero ad una festa di compleanno, festa piena di bambini sorridenti, felici e mascherati (era in periodo carnevalizio).
Non lo sentivo da tempo…da quanto tempo? Non lo ricordo, so’ che mi sentivo disperata, ero disperata di quella disperazione che è un baratro, un buco nero che ti avvolge e ti sommerge.
Ero uscita di casa conscia del mio stato emotivo (lo ricordo esattamente) e lui leggendomi in viso l’angoscia mi disse che se non me la sentivo…sarebbe andato da solo.
Volevo essere forte, non volevo lasciarmi andare, speravo che vedendomi intorno visi allegri e aria di festa sarei riuscita a superare quel momento.
Pensavo che dovendo affrontare degli sconosciuti avrei trovato forza a sufficienza per non dover affrontare l’imbarazzo di farmi vedere in lacrime, distrutta…sopraffatta dal dolore.
Avrei voluto essere forte…pensavo di farcela.
Mi misi seduta in un piccolo spazio all’entrata, i saluti…e le giustificazioni per la faccia gonfia: sono molto raffreddata, ..con questo tempo… il fazzoletto pronto in mano.
Il pensiero però non riusciva a staccarsi da lui.
Un’ossessione…cosa starà facendo? Mi pensa? Perchè non mi chiama?
Non ricordo quanto ho resistito…so’ che ad un tratto le lacrime non riuscivo più a trattenerle, lui se ne rese conto e mi disse: vuoi uscire un po’?
Gli risposi di si…era meglio.
Aveva appena spiovuto, si sentiva l’odore della terra bagnata, ho sempre adorato questo profumo…mi riempie di pace.
Ma quello non era giorno in cui trovare pace.
Mi incamminai verso un gruppo di alberi con al centro una panchina e guardai il cell.
Riprovai a chiamare…tu eri più forte di me.
Tu potevi stare senza di me…io no.
….non ricordo se ti parlai, probabilmente no…altrimenti sarei tornata felice al mio cantuccio.
So’ che pero’ l’aver tentato un contatto con te mi aveva un pochino sollevato dal baratro…giusto quel poco che mi serviva per non scoppiare in singhiozzi inarrestabili di fronte a tutti.
Oggi…ripenso a quel dolore da spettatrice.
Ricordo…lo ricordo. Non potrò mai dimenticarlo quel dolore…mai.
Non credo si possa dimenticare il dolore che ti fa’ desiderare di non esistere…di non essere mai nata.
Anche in questi giorni mi capita di stare male perchè mi manchi…ma riesco a controllare il dolore…è sceso a livelli tollerabili e soprattutto non è più una costante.
Adesso penso anche ad altre cose, ad altre persone…e riassaporo il piacere di vivere.
e …tu ci sei ancora….sporadicamente…superficialmente? non lo so’…
ma ci sei…e per me è come se sapessi che domani il sole tornerà a splendere. Certo…non splende solo per me…non sà neppure che io sono su questa terra…ma mi dà lo stesso luce e calore …insomma… vita.