non dire “non ho tempo”


Non dire: «non ho tempo»
quando senti pronunciare il tuo nome.
Non dire: «non ho tempo»
a una mano tesa, a uno sguardo che implora
potresti essere anche tu.
Non dire: «non ho tempo»
a una vita infranta sullo scoglio dell’indifferenza.
Non dire: «non ho tempo»
quando ascolti cantare la pace
e ti si chiede in prestito la voce, l’impegno.
Non dire: «non ho tempo»
quando c’è un pianto da asciugare
un dolore da condividere e la giustizia per cui morire.
Non dire: «non ho tempo»
quando bussa il sole alla finestra per dirti: vieni fuori!
e la pioggia ti chiede di danzare con un folle.
Non dire: «non ho tempo»
quando ti chiedo di restarmi accanto
di ascoltarmi senza darmi soluzioni a tutti i costi
e istruirmi non da maestro ma da fratello.
Non dire: «non ho tempo»
perché il tempo non ti appartiene.
Non dire: «non ho tempo»
altrimenti che ne sarà del tuo tempo?
Non dire: «non ho tempo»
perché avrai perso il tuo tempo.
Non dire: «non ho tempo»
perché avrai l’eternità in dono.
Non dire: «non ho tempo»
non dire…, non dirlo mai!
(Pasquale Brizzi)

bellissima….un canto contro l’indifferenza che uccide il nostro mondo.
un bacio da me a voi.
smack

non te lo posso dire….


non te lo posso dire…ma..
…mi dispiace.
mi dispiace aver urlato stamattina con te.
mi dispiace aver dato libero sfogo alla mia rabbia
mi dispiace aver detto quel che ho detto,
manifestato il mio dolore e la mia delusione.
ti capisco…capisco i tuoi problemi.
e…passata la rabbia…sò che hai le tue ragioni,
sò che sono sempre portata a perdonare e capire,
ma…
ogni volta che mi arrabbio e poi ti manifesto questi miei sentimenti,
che ti paleso la mia comprensione,
che ti concedo altro tempo,
che ti perdono i comportamenti scorretti…
tu poi te ne approfitti.
vorrei dirti che capisco che hai poco tempo,
vorrei dirti che capisco che vuoi solo far star bene tutti
e quindi non far star male nessuno…
vorrei dirti che hai ragione quando dici che è giusto
dedicare un po’ di tempo anche a te stesso…
tu che ti metti sempre all’ultimo posto.
ma…come faccio a farti capire che stai facendo lo stesso con me?
mi metti all’ultimo posto dopo tutto il resto.
dovrei arrabbiarmi…ma come faccio con un uomo che fà altrettanto con se stesso?
e poi…come faccio a farti capire che non puoi fare una frittata se non rompi le uova?
non posso più dirti come le altre volte che ti capisco
lo faccio qui.
scusa amore mio ma talvolta l’amore non è sorrisi e carezze.
talvolta l’amore è lacrime e parole dure…una mamma lo sà bene.
ti amo…chissà se lo capisci

qualcosa da dire

rieccomi qui…in queste pagine della mia vita, con qualcosa da dire.
Come mi sento?….un vulcano? rende bene l’idea?
in pratica sento un mare di magma incandescente dentro che bolle bolle bolle….ma che la forza di volontà costretta da situazioni contingenti tiene tappato dentro di me.
in una sola mattinata provo le emozioni più contrastanti…passo dalla rabbia alla comprensione, da impeti d’amore a venti gelidi di indifferenza, desiderio di mandare tutto a monte, voglia di ricominciare da zero la mia vita, paura di cosa c’è al di là del muro se salto dall’altra parte…insomma….un ribollire di emozioni contrastanti che stanno tutte chiuse dentro.
l’unica cosa che fà passi in avanti è il lavoro su me stessa con la psicologa.
e non è che sia stupendo ciò che vedo….ma almeno ci lavoro su.
l’ultima scoperta è che mi porto dietro una zavorra non indifferente, ovvero un senso di inadeguatezza che opacizza, frena, distorce tutto ciò che vorrei fare, vorrei essere.
in pratica non mi sento mai all’altezza, insomma…che sia una persona estremamente insicura l’ho sempre saputo…ma i motivi e la dimensione della mia insicurezza mi erano ignoti, ora un po’ meno, quindi inizio a combatterli.
e tanto per rimanere nel tema delle contraddizioni che mi distinguono, se prendo una decisione sono praticamente granitica, l’insicurezza sparisce, o meglio, la ignoro e seguo la mia strada cocciuta come un mulo.
Franco? nessuna novità di rilievo. Se leggesse forse si arrabbierebbe…a lui sembra di aver spostato una montagna perchè ha definito in cuor suo i sentimenti ma nella pratica delle cose nessuna variazione. Lei c’è…e ci sarà a tempo indefinito…ed io continuo a soffrire in questo stand-by senza fine.
novità? Mi stò rendendo conto che non sono solo innamorata di Franco… cavoletti…come se non bastasse mi sono innamorata pure di Torino.
ci si può innamorare di una città? Non sò….sò solo che penso sempre più spesso ai suoi fiumi, alle sue strade, ai suoi portici, a quel suo fascino particolare.
Mi vien da ridere se ripenso alla prima volta che l’ho vista.
La considerai una città brutta, fredda, grigia. Ero andata per pregare la Sacra Sindone nell’anno del Giubileo, visitai il museo egizio, “ammirai” praticamente disgustata la Mole Antonelliana chiedendomi perchè fosse così immeritatamente famosa.
Cosa non fà l’amore….quella città che definii la più brutta d’Italia tra quelle da me visitate ora mi pare un nuovo ventre materno, un posto dove rinascere ed ho voglia di passare lassù tutto il mio tempo libero, ho voglia di andare in giro a parlare con la gente, conoscere un mondo nuovo.
in pratica ho voglia di spogliarmi della mia vita e rivestirmi di tutto punto.
e quando ci penso….(cosa che sinceramente mi piace) mi sento veramente come un bambino.
avete presente quando ad un bimbo gli dici di stare attento perchè ci sono i cattivi? e loro ti rispondono: allora? io gli dò un pugno e li caccio via.
poche parole, ingenuità, determinazione, voglia di scoprire senza mettersi a fare calcoli su cosa stai perdendo….calcoli di convenienza che fanno i grandi.
Ma io sono grande. Ho un figlio, una casa, un lavoro, insomma…delle responsabilità.
Posso buttare tutto all’aria perchè sogno di ricominciare un’altra vita?
certo è che se resto in questa vita sarei una morta vivente.
come se ogni mattina uno fosse costretto ad uscire di casa con indosso una maschera…una maschera che non è se stesso.
si può vivere occultando se stessi? la psicologa dice di no….io dico di no.
non ce la faccio…non è il mio modo d’essere.
si. lo sò che tutti mi dicono che dovrei abituarmi, rassegnarmi, darmi pace, accontentarmi, ok….ci stò provando, riconosco che c’è saggezza in questi consigli, ma “io” non sono sparita, i miei desideri, i miei sogni, le mie aspirazioni sono ancora dentro di me VIVONO, crescono, prendono consistenza.
Cosa voglio? Voglio che Angela sia se stessa, non ciò che deve essere per altri.
Sono arrabbiatissima con la parte di me che fà la paziente, la saggia, che aspetta le volontà altrui.
ma esiste anche questa parte, non posso ignorarla, quella innamorata, quella che non vuole ferire le persone alle quali vuole bene.
Ma è ora che voglio bene a Me.
e questa consapevolezza è sempre più forte, sempre più imperativa.
insomma…dopo un lunghissimo e durissimo inverno è arrivata primavera, ci sono tante gemme ancora chiuse sui miei rami…ma un giorno si apriranno… e sarà nuovamente estate.